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 2012  marzo 05 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. LA SCONFITTA DI RITA BORSELLINO ALLE PRIMARIE DI PALERMO DEL PD


DAGOSPIA
1- LO SCHIAFFO DI PALERMO RIMETTE NEI GUAI IL PD
Pietro Visconti per "Repubblica.it"
Nuovo round primarie, nuovo cortocircuito per il Pd. A venti giorni dall’autogol di Genova, i trentamila votanti di Palermo bocciano Rita Borsellino, candidata super-favorita, e rimettono sulla graticola Bersani che per lei si era speso senza se e senza ma, in una gara avvelenata con i democratici divisi in tre pezzi. Stavolta rimettere insieme i cocci sarà ancora più complicato.
Intanto perché la proclamazione dei risultati è intossicata dall’accusa di brogli lanciata dalla Borsellino. In secondo luogo perché il vincitore, Fabrizio Ferrandelli, è un ex dipietrista punito con l’espulsione dall’Idv per la scelta di candidarsi disubbidendo al partito. Terza incognita, le macerie della cosiddetta "foto di Vasto": sulla Borsellino avevano infatti puntato, insieme a Bersani, anche Di Pietro e Vendola.
A una buona parte del Pd, che da mesi considera quell’opzione una zavorra in vista delle politiche del 2013, il test Palermo servirà per rilanciare l’offensiva e far sterzare la segreteria verso l’alleanza preferenziale con il Terzo polo di Casini. Sintomatico che sia Enrico Letta il più svelto a dettare l’epitaffio del patto Pd-Idv-Sel: perfino il vicesegretario si smarca dal leader nel segnalare l’urgenza di offrire agli elettori "qualcosa di nuovo". 
Il cantiere-riforme, intanto, fa passi avanti.
Una bozza raccoglie i punti d’intesa tra Pd, Pdl e Terzo polo. I seggi di Camera e Senato "dimagriranno" del 20 per cento. Previsti più poter al premier e il superamento del bicameralismo perfetto, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza istituzionale. Per ora però l’accordo è a livello di "sherpa", cioè gli esperti delegati dai leader a trattare. Vedremo nelle prossime settimane se arriverà il timbro politico necessario per affrontare le votazioni in aula e arrivare a un primo sì - questo sarebbe il calendario - entro agosto.
2- IL TRIO SCONFITTA: VENDOLA HA PROPOSTO LA BORSELLINO, BERSANI L’HA CANDIDATA UFFICIALMENTE, DI PIETRO L’HA SOSTENUTA A SPADA TRATTA CON ORLANDO
Claudio Cerasa per "Ilfoglio.it"
La non proprio imprevedibile sconfitta di Rita Borsellino alle primarie di Palermo, e la conseguente vittoria del capogruppo dell’Idv in consiglio comunale Fabrizio Ferrandelli, rappresenta forse uno dei passaggi più negativi dell’era Bersani. A prima vista, considerando la matrice politica dei due diversi schieramenti a sostegno di Fabrizio Ferrandelli (appoggiato dai lombardiani del Pd anti Vasto favorevoli a un accordo con il Terzo polo) e di Rita Borsellino (appoggiata dai tre di Vasto: Bersani, Vendola e Di Pietro, contrari all’accordo con il Terzo polo), la prima considerazione sul risultato delle primarie potrebbe essere questa: Palermo boccia il patto di Vasto e promuove il modello "Pd alleato del Terzo Polo".
La considerazione, in realtà, è vera solo a metà. E’ vera nella misura in cui il patto di Vasto ha perso in modo clamoroso con un candidato simbolo dell’accordo Vendola-Di Pietro-Bersani (Borsellino è stata proposta da Vendola, è stata candidata ufficialmente da Bersani ed è stata accompagnata durante tutta la campagna elettorale dal dipietrista ed ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando).
E’ falsa, invece, nella misura in cui la vittoria di Ferrandelli sarebbe in qualche modo la vittoria (per dirla in modo brutale) del partito dei montani e dei grancoalizionisti. Non è così, perché chiunque abbia seguito le primarie palermitane sa che dietro la vittoria di Ferrandelli c’è senza dubbio, per non dire soprattutto, il lavorio silenzioso di tutto il fronte dei lombardiani: sia quelli del Pd (Lumia e Cracolici) sia quelli legati in qualche modo all’Mpa (e non mi stupirei se venisse fuori la storia dei lombardiani ventre a terra per far vincere Ferrandelli).
Detto questo, e detto anche che la vittoria di Ferrandelli rischia di consegnare di fatto la città al candidato del Terzo polo (Costa), la sconfitta di Palermo è ovviamente molto più grave rispetto alle sconfitte registrate dal Pd in altre famose e incredibili primarie. Più di Milano. Più di Cagliari. Più di Genova. Più di Napoli. A Palermo, infatti, ha perso obiettivamente un progetto (quello di Vasto) prima ancora che un partito.
E il fatto stesso che Di Pietro, Vendola e Bersani, in una città governata in modo non proprio impeccabile da un sindaco praticamente inesistente come lo era Cammarata, non siano riusciti insieme a produrre un’alternativa diversa dalla vecchia immagine della vecchia sinistra della vecchia anti mafia è solo l’ultima testimonianza della difficoltà che hanno le forze del centrosinistra (e Bersani in primis) a presentare sulla scena elettorale il volto di un vero leader, o, se vogliamo, di un vero outsider.
E in questo senso le primarie di Palermo, soprattutto per il Pd, sono la testimonianza diretta di un clamoroso fallimento su questo campo. Un fallimento che tra l’altro si spiega con la significativa assenza di una posizione chiara del segretario sul tema del rapporto tra il Pd e il governo Lombardo. Il Pd, come è noto, negli ultimi quattro anni si è trasformato da principale oppositore di Raffaele Lombardo a suo più grande sponsor e negli ultimi anni il segretario del partito non è mai riuscito a imporre la sua linea in Sicilia e non è mai riuscito a far capire esattamente quale fosse il suo pensiero a proposito del governo siciliano. Favorevole? Contrario? E chi lo sa.
3- GENTILONI: IL PROBLEMA DEL PD È NAZIONALE, DISCUTIAMONE
NON ACCUSIAMO LE PRIMARIE
(TMNews) - "Le ragioni sono locali, a Palermo, Milano, Napoli, Genova. Ma il problema del Pd è nazionale.
Discutiamone, senza accusare le Primarie". Lo ha scritto Paolo Gentiloni su twitter a proposito della sconfitta della candidata del Pd a Palermo, Rita Borsellino.
4- TONINI: FOTO VASTO NON CREDIBILE, SI CONVOCHI DIREZIONE
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PARLARE DI QUAL È PROPOSTA DI GOVERNO (TMNews) - "A Palermo tre quarti degli elettori del centrosinistra (in gran parte del Pd) hanno votato contro la proposta ufficiale del Pd. Hanno votato contro non Rita Borsellino, che è e resta un’icona della politica buona e pulita, ma un’ipotesi politica, l’Unione di Vasto, che ogni giorno che passa perde un pezzo di credibilità e di plausibilità". Lo ha scritto Giorgio Tonini su facebook a proposito della sconfitta alle primarie per il candidato sindaco di Palermo.
"Bersani ha giustamente rispedito al mittente la proposta berlusconiana di Grosse Koalition pre-elettorale, in nome della democrazia dell’alternanza, basata sulla competizione tra proposte di governo alternative - ha osservato l’esponente della minoranza veltroniana del Pd -. Ma qual è la proposta di governo del Pd? Forse è arrivato il momento di parlarne: per esempio convocando la Direzione, che non si riunisce ormai da molti mesi".

5- PRIMARIE PD: E.LETTA, ALLEANZA CON SEL E IDV E’ PASSATO
(ANSA) - ’L’alleanza solo con Sel e Idv non basta, e’ un accordo del passato’. Lo ha detto il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, commentando nel corso di "Un caffe’ con...", su Sky Tg24, l’esito delle primarie del centrosinistra a Palermo.
’I nostri elettori e militanti a Palermo ci hanno chiesto altro, un accordo di altro genere, che guardi al centro’, ha sottolineato Letta, per il quale ’e’ cambiato tutto, dopo Monti nulla e’ come prima. Le alleanze e il futuro si costruiscono sulle cose da fare’.
6- PARISI, BORSELLINO DANNEGGIATA DA BERSANI, VISTA COME CANDIDATA PALAZZO
(Adnkronos) - ’Esprimo un giudizio personale di dispiacere per Rita Borsellino che e’ l’unica candidata che ho avuto il piacere di conoscere e stimare. Non posso dimenticare di aver letto che la Borsellino era in campo come la candidata fortemente e personalmente voluta dal segretario Bersani e ufficialmente sostenuta da tutti i partiti del centro sinistra: non e’ esattamente l’idea di primarie per la quale mi sono speso fin dall’inizio, perche’ le primarie sono una competizione tra candidati".
Lo ha affermato il parlamentare del Pd, Arturo Parisi, commentando l’esito delle consultazioni per la designazione del candidato-sindaco del centro sinistra a Palermo.
"Se invece dovesse essere una gara tra partiti tanto varrebbe che i partiti si presentassero al primo turno separati e rinviassero al secondo turno la scelta del sindaco. Hanno danneggiato la Borsellino, ne hanno fatto un candidato di Palazzo romano, l’hanno danneggiata per quel che tutti sappiamo e conosciamo dei meriti che sono associati al percorso di Rita Borsellino e al suo stesso cognome’, ha concluso Parisi.
7- PRIMARIE PD: SONIA ALFANO, IDV ADESSO APRA UNA RIFLESSIONE(ANSA) - PALERMO
’Dopo la vittoria di Fabrizio Ferrandelli, mi auguro che il mio partito, l’Idv, apra una riflessione. Mi riferisco ai dirigenti siciliani e di Palermo che hanno sbagliato linea, io e tanti altri esponenti abbiamo vinto’. Lo dice l’eurodeputato di Idv, Sonia Alfano, che chiede la convocazione degli organismi per un chiarimento politico dopo le primarie di Palermo e la sconfitta (non ancora ufficiale) di Rita Borsellino, sostenuta dai big di Idv. Alfano ricorda che ’Ferrandelli non e’ stato espulso da Idv, gli contestano di essersi candidato senza l’avallo dei dirigenti, ma non esiste alcun procedimento scritto e tutto verbale’.

REPUBBLICA.IT
ROMA - ’Le primarie non possono diventare una resa dei conti. Sono una risorsa ma non risolvono mai i problemi politici. Anzi, possono essere un moltiplicatore. E in Sicilia e a Palermo ci sono problemi politici" ammette il segretario nazionale democratico Pier Luigi Bersani. All’indomani di una tornata di elezioni primarie per la scelta dei candidati locali, il Pd si trova per l’ennesima volta a fare i conti con una pesantissima debacle. Questa volta, dopo la recente batosta di Genova 1, ad agitare i corridoi di Sant’Andrea delle Fratte è l’esito della consultazione di Palermo 2, con Rita Borsellino sconfitta da Fabrizio Ferrandelli malgrado il sostegno del segretario Pier Luigi Bersani e dell’ala sinistra della coalizione composta da Sel e Idv. Un’alleanza che, secondo il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, rappresenta "il passato". "I nostri elettori e militanti a Palermo ci hanno chiesto altro, un accordo di altro genere, che guardi al centro - continua Letta - E’ cambiato tutto, dopo Monti nulla è come prima. Le alleanze e il futuro si costruiscono sulle cose da fare". Il responsabile economica Stefano Fassina, però, frena: "Le primarie non vanno strumentalizzate e il dibattito sulla cosiddetta alleanza di Vasto è fuori luogo".
"Se correzioni vanno fatte al meccanismo delle primarie - spiega ancora Bersani è per mettere la politica prima delle primarie, per decidere se e come. Non bisogna escludere che ci siano più candidati del Pd ma deve essere una situazione straordinaria. Se invece è a rischio il profilo politico serve una discussione".
Sul tavolo ci sono casi eclatanti. Città come Genova (dove il Pd si è diviso tra due candidati favorendo l’affermazione di Marco Doria e le dimissioni dei vertici regionali) o Milano (con la travolgente affermazione di Pisapia che alle primarie aveva battuto il democratico Boeri) dove i candidati sostenuti dai democratici hanno subito sonore sconfitte. Senza dimenticare Firenze (dove l’attuale sindaco Matteo Renzi vinse le primarie "a dispetto" del Pd) o le regionali in Puglia (dove Vendola travolse il candidato del Pd, Boccia).
Commenta Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd, ex dalemiano ora considetato vicino a Bersani: "E’ indecente che si cerchi di strumentalizzare i risultati delle primarie di Palermo per vicende nazionali. Mi sembra una chiara mancanza di rispetto, sia nei confronti dell’autonomia del partito che degli elettori palermitani, i quali hanno il diritto di discutere con serenità su coloro che vogliono eleggere per la guida della loro città",
"Ha vinto Ferrandelli e tutti lo sosteniamo - aggiunge Orfini - E’ infine evidente che il risultato indichi una direzione dello schema politico cittadino sul quale il centrosinistra intende costruire la vittoria elettorale del 6 maggio: l’allargamento dei confini della coalizione che ha sostenuto Rita Borsellino con la capacità di espansione di Fabrizio Ferrandelli".
Ma la minoranza interna al Pd è di tutt’altro avviso e dà invece una lettura completamente diversa. Paolo Gentiloni, della componente moderata del partito, spiega: "Le ragioni sono locali, a Palermo, Milano, Napoli, Genova. Ma il problema del Pd è nazionale. Discutiamone, senza accusare le primarie". "Il Pd chiuso a sinistra" perde dice Walter Verini.
Se in quasi tutti i casi precedenti a uscire sconfitta era stata una linea di eccessiva moderazione, il risultato di Palermo, con la vittoria del "centrista" Ferrandelli, ribalta anche questo schema e ridà fiato a chi si oppone da sempre a uno spostamente del partito verso sinistra. "A Palermo tre quarti degli elettori del centrosinistra (in gran parte del Pd) hanno votato contro la proposta ufficiale del Pd", scrive su Facebook il veltroniano Giorgio Tonini. "Hanno votato contro - sostiene Tonini - non Rita Borsellino, che è e resta un’icona della politica buona e pulita, ma un’ipotesi politica, l’Unione di Vasto, che ogni giorno che passa perde un pezzo di credibilità e di plausibilità. Bersani ha giustamente rispedito al mittente la proposta berlusconiana di Grosse Koalition pre-elettorale, in nome della democrazia dell’alternanza, basata sulla competizione tra proposte di governo alternative. Ma qual è la proposta di governo del Pd? Forse è arrivato il momento di parlarne: per esempio convocando la direzione, che non si riunisce ormai da molti mesi".

BLOG DI C. VECCHIO (REPUBBLICA.IT)
Anche la Sicilia si rivela terra amara per Pierluigi Bersani; stavolta non è nemmeno bastato schierare un candidato che godeva del sostegno di Vendola e Di Pietro. In questo caso il segretario è stato strangolato da un asse che andava da Beppe Lumia a Totò Cardinale, l’ala migliorista che appoggia il governatore Raffaele Lombardo, il vero convitato di pietra di queste primarie. Direte: resta il migliore dei segretari possibili, è stato il più bravo ministro di centrosinistra della Seconda Repubblica, è fatto di un impasto d’umanità diverso rispetto al cinismo che corrode molti leader; vero, verissimo, ma se un allenatore perde le sfide di Napoli, Cagliari, Milano, Genova, Palermo e Puglia i giornali cominciano a titolare “panchina a rischio”, e non venitemi a dire che s’è vinto a Lecce e Piacenza.

CORRIERE.IT
ALFIO SCIACCA
LE PRIMARIE A PALERMO
Borsellino sconfitta, via al riconteggio
Resa dei conti nel Pd, assedio a Bersani
La vittoria di Ferrandelli è già un caso nazionale. Dopo la denuncia di brogli verifica sulle schede
MILANO - Le primarie di Palermo sono sempre più un caso nazionale con l’ala vincente del Pd siciliano che arriva a mettere in discussione non solo la segreteria regionale ma anche quella nazionale. Intanto nella sede del partito si riconteggiano le schede per fugare i dubbi sulle irregolarità denunciate dalla grande sconfitta di queste primarie, l’europarlamentare del Pd Rita Borsellino sulla quale si è speso personalmente il segretario nazionale Bersani. La vittoria è andata a Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da una frangia di partiti del centro-sinistra e da quella parte di Pd siciliano che sostiene il governo regionale guidato dal leader dell’Mpa Raffaele Lombardo. Una scelta, quest’ultima, che ha profondamente lacerato il partito siciliano soprattutto da quando il governatore è indagato nell’ambito di un’inchiesta per mafia della Procura di Catania. Di conseguenza anche le primarie si sono trasformate in una sorta di referendum interno sulla linea politica del Pd siciliano.
VINCE L’ALA PRO LOMBARDO - E stando ai numeri ha avuto la meglio l’ala che fa capo al senatore Giuseppe Lumia e al capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana Antonello Cracolici che sostenevano appunto il vincente Fabrizio Ferrandelli. Lui comunque respinge queste schematizzazioni. «La mia è stata una candidatura del territorio, la nostra è stata una campagna contro cinque segreterie nazionali di partito. Ma ha prevalso la volontà dei palermitani che non si fanno scegliere i candidati da Roma ma li scelgono sul territorio».
RICONTEGGIO DELLE SCHEDE - In ogni caso le accuse di brogli hanno imposto un nuovo conteggio delle schede avviato presso la sede regionale del Pd a Palermo. In attesa di conoscere gli esiti del conteggio Rita Borsellino ha rinviato la conferenza stampa prima prevista per il pomeriggio. «Le operazioni di scrutinio non sono state ancora completate - recita una nota dell’europarlamentare- e il comitato organizzatore delle primarie dovrà anche valutare gravi problemi di natura procedurale che sono stati denunciati e messi a verbale in diversi seggi. Pertanto attendo l’esito dello scrutinio prima di fare qualunque commento».
FERRANDELLI TENTA DI RICUCIRE - Ferrandelli cerca comunque di ricucire e respinge con sdegno le accuse di chi lo ritiene avvantaggio dal sostegno degli uomini di Lombardo. «La mia non è una candidatura che vuole dividere -afferma- per governare una città difficile come Palermo c’è bisogno dell’aiuto di tutti». Mentre su Lombardo tiene a precisare: «Non avrò il suo appoggio, è una campagna diffamatoria. Non ho mai chiuso accordi col Terzo Polo. La mia candidatura era percepita come vincente e hanno cercato di screditarmi. Io sono un uomo di sinistra e lo sono sempre stato. La mia candidatura è stata sostenuta da molti militanti e dirigenti dell’Idv palermitana che in me si sono riconosciuti».
ATTACCO AL SEGRETARIO - Ma gli effetti delle primarie sono già sotto gli occhi di tutti e c’è chi ne vorrebbe trarre le conseguenze sul piano politico a livello regionale e nazionale. Punta in alto il senatore Lumia: «Adesso ascolteremo la base e decideremo se dobbiamo chiedere le dimissioni di Bersani oppure no. Chiaramente i segretari nazionali che hanno sbagliato questa scelta (oltre Bersani anche Di Pietro e Vendola) riflettano e facciano il bene del proprio partito». Tranciante il capogruppo all’Ars Cracolici: «Non sono un tagliatore di teste, ma il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo tragga le dovute conseguenze dal risultato delle primarie. Domenica è convocata l’assemblea regionale del partito per discutere la mozione di sfiducia presentata a prescindere dalle primarie, speriamo che non si svolga e che prima accada qualcosa».
BERSANI: NO A RESE DEI CONTI - E la reazione di Bersani non si è fatta attendere. «Le primarie -afferma- sono una risorsa ma non risolvono mai i problemi politici anzi possono essere un moltiplicatore. E in Sicilia e a Palermo ci sono problemi politici». Quindi l’auspicio di una riforma. «Quando andremo a mettere mano allo statuto, alle regole- aggiunge- dovremo tenere conto di questo e fare in modo che le primarie non siano, com’è giusto, dei pranzi di gala ma che non diventino neanche delle rese dei conti». Nel caso specifico di Palermo il segretario parla di «risultato al foto-finish, ballano 100 voti su 30 mila ma è chiaro che il giorno dopo il centrosinistra sosterrà il candidato vincente».
UN CASO NAZIONALE - In difesa del segretario intervengo i vertici del Pd tentando di spegnere l’ennesimo incendio legato a un voto alle primarie. «È indecente l’uso strumentale che si fa delle primarie per attaccare Bersani, sia da parte di avversari politici e sia da alcuni esponenti del nostro partito - taglia corto Nicola Latorre, vicepresidente del gruppo Pd al Senato- non c’è dubbio che il risultato di Palermo, come anche quello di Genova, imponga una seria riflessione sulla capacità di cogliere le sensibilità e gli umori degli elettori e di saperli interpretare al meglio senza per questo affidarsi a un approccio burocratico che si sta rivelando perdente». E poi si aggrappa ad un singolare conteggio: «La vera sorpresa è il risultato di Davide Faraone, unico iscritto al Pd che contro tutto e tutti ha registrato un risultato straordinario. Se si sommano i voti della Borsellino e Faraone, si certifica una chiara bocciatura dell’attuale governo Lombardo da cui il Pd regionale mi auguro prenda al più presto le distanze».

IRRUZIONE DEI NO TAV NELLA SEDE PD DI PALERMO
MILANO - I No Tav nella sede palermitana del Pd. Oggi pomeriggio, dopo aver contestato il procuratore di Torino Giancarlo Caselli alla Feltrinelli di Palermo, i NoTav hanno tentato di occupare la sede del Pd regionale. Gli attivisti sono entrati nell’edificio di via Bentivegna 63, ma a quanto pare non sarebbero riusciti a fare irruzione nei locali del partito. All’interno della sede regionale del Pd si stava svolgendo una riunione per discutere del riconteggio delle schede all’indomani delle primarie che stanno scatenando numerose polemiche. Gli esponenti del partito che erano all’interno degli uffici, accortisi del loro arrivo, hanno impedito l’ingresso dei No Tav e hanno chiamato le forze dell’ordine. I manifestanti sono rimasti in zona, tenendo sotto assedio la sede dei democratici. (corriere.it)

IL GIORNALE.IT
Alla fine ha vinto il candidato dei ribelli democratici. Alla fine il leader del Partito democratico Pier Luigi Bersani ha preso un’altra, sonora batosta. Alla fine sarà Fabrizio Ferrandelli a rappresentare il centrosinistra alle elezioni comunali di Palermo che si terranno il prossimo 6 e 7 maggio.
L’impiegato di banca 30enne, ex dipietrista sostenuto dai ribelli democrat, ha vinto di misura le primarie incassando appena 160 voti in più rispetto a Rita Borsellino, sostenuta dai vertici di via del Nazareno Pd, dell’Idv e del Sel (guarda il video). "Ci sono problemi politici...", ha ammesso dopo ore dallo scrutinio Bersani che, oltre ad aver finanziato la campahna elettorale della Borsellino, ci ha messo la faccia sostenendola.
"È una candidatura voluta dai palermitani", ha detto soddisfatto Ferrandelli, mentre con i suoi elettori raggiungeva la sede del comitato elettorale in piazza Rivoluzione per festeggiare una vittoria tutt’altro che scontata dal momento che aveva contro i vertici democratici. Adesso Ferrandelli assicura che, già a partire dai prossimi giorni, chiamerà a raccolta tutti i candidati in modo da ricompattare il centrosinistra, che ancora una volta esce a pezzi dalle primarie, e andare a "riscattare questi dieci anni di degrado così grande che solo una città forte come Palermo poteva sopportare". L’esito delle primarie è stato incerto fin alle prime ore di questa mattina: nello spoglio si era subito profilato un testa a testa tra Ferrandelli, fin dall’inizio in vantaggio, e la Borsellino, staccata di pochi punri. La sorella del magistrato ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio e già candidata dal Partito democratico (senza successo) alla presidenza della Regione, non ha sfondato.
Come non ha sfondato la linea di Bersani che, a stretto giro dalla sonora sconfitta del sindaco uscente di Genova Marta Vincenzi, si trova in evidente difficoltà. La Borsellino è stata superata dal giovane fuoriuscito dell’Idv che era appoggiato dai settori del Partito democratico siciliano legati al senatore Beppe Lumia e al capogruppo all’Assemblea regionale siciliana Antonello Cracolici.
L’ennesima sconfitta, l’ennesimo flop. Non solo perché i Democratici hanno deciso di puntare su un candidato, la Borsellino, che si era fatta eleggere all’Europarlamento senza mai voler prendere la tessera del partito. Non solo perché la sua candidatura era stata fortemente voluta dal leader del Sel Nichi Vendola. Ma soprattutto perché, schierandosi con la Borsellino, Bersani ha giocato tutta la sua credibilità. Non è, infatti, la prima volta che i vertici di via del Nazareno "toppano" alle primarie. Dopo la debacle a Milano, dove lo scorso anno Stefano Boeri era stato pesantemente sconfitto da Giuliano Pisapia, le primarie avevano beffato il Pd nella città della lanterna lo scorso 12 febbraio. I democratici avevano schierato due candidate, il sindaco uscente Marta Vincenzi e Roberta Pinotti, entrambe sbaragliate dal candidato del Sel, marco Doria. Stessa figuraccia a Piacenza dove Bersani sosteneva Francesco Cacciatore, vicesindaco dell’amministrazione uscente sconfitto lo scorso 5 febbraio dall’assessore alla Cultura Paolo Dosi. Per non parlare dello schiaffo incassato da Luigi De Magistris alle comunali dello scorso anno. E così via. Bersani può consolarsi con la vittoria di Massimo Cialente sul candidato Sel Vittorio Festuccia all’Aquila. Ma è poca cosa. E la crisi del Pd rischia di conflagare proprio nelle mani del segretario.
Mentre il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando si affretta a sostenere la tesi dei brogli, molti democratici sono tentati dall’indicare nell’alta affluenza le prove del sospetto che al voto abbiano partecipato non solo elettori del centrosinistra. In realtà, il dato vero resta la crisi di leadership per il Pd. Lo "sponsor" di Ferrandelli, il democrat Beppe Lumia, attacca frontalmente i vertici del partito: "Adesso ascolteremo la base e decideremo se dobbiamo chiedere le dimissioni di Bersani oppure no". E il segretario? Zitto per una giornata intera ammette solo in serata che, forse, un problema politico esiste. "Le primarie sono una risorsa ma non risolvono mai i problemi politici anzi possono essere un moltiplicatore - ha spiegato Bersani - in Sicilia e a Palermo ci sono problemi politici". Adesso Bersani sembra essersi accorto che il problema politico esiste e che le primarie non sono un pranzo di gala, tuttavia non riesce ad ammettere che si sta avvicinando la resa dei conti.

DICHIARAZIONE DI SALVATORE LUPO
Il Pd in Sicilia è diviso tra chi sostiene Lombardo e chi no. E a Palermo, le primarie sono finite in una bagarre. Cosa accade all’interno di questa forza politica?
La definizione è sbagliata, il Pd non è una forza, è una debolezza. In Sicilia si basa su una serie di piccoli potentati autoreferenziali. Che difatti vanno alla coda di chi, come Lombardo, su questa materia ha un certo know how. Lo inseguono nel suo campo, e poi si dividono tra chi vuole appoggiarlo e chi no. Come dibattito politico è poca cosa.
Il Pd come l’Mpa? Un partito di notabili? Sì, anche il Pd è formato da notabili. Sfrutta la ricaduta della politica nazionale e ripropone il vecchio sicilianismo. Lo faceva anche il Pci, d’altronde. Si fa un discorso regionale per trovare di spazio, proprio come fa Gianfranco Miccichè.

Salvatore Lupo è uno dei più noti intellettuali dell’isola.
Storico, ordinario all’università di Palermo, dopo aver studiato le vicende siciliane, si è occupato delle grandi questioni della storia politica nazionale: il fascismo e il sistema dei partiti.