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 2012  marzo 07 Mercoledì calendario

Cinquant’anni fa lo fecero di nascosto in una sacrestia di Canosa di Puglia, il 1° marzo Lino Banfi e la moglie Lucia Agresta diranno di nuovo sì nella Cappella di Sant’Andrea Corsini in Laterano, a Roma

Cinquant’anni fa lo fecero di nascosto in una sacrestia di Canosa di Puglia, il 1° marzo Lino Banfi e la moglie Lucia Agresta diranno di nuovo sì nella Cappella di Sant’Andrea Corsini in Laterano, a Roma. I testimoni saranno Mara Venier, Gianni Letta e i due figli degli sposi, Rosanna e Walter. Il ricevimento per 270 volte invitati sarà all’Hotel Parco dei Principi. *** «Pessimista? Di più. Il non vedo il bicchiere mezzo vuoto, lo vedo proprio vuoto. E rotto. Si, sono un po’ tristerello, sempre pensieroso. I miei figli mi dicono: “Papà, ti vogliono tutti bene, lavori continuamente, mantieni tre generazioni, sei sulla Treccani, cosa pretendi di più?”» (Lino Banfi). *** «[…] Molto altruista. Però non fesso. Vengo dal marciapiede, ho venduto gli orologi falsi ai napoletani, me ne accorgo subito quando mi vogliono prendere in giro. Vendicativo no, ma ogni tanto butto un occhio al fiume per vedere se passa un ferito» (Lino Banfi). *** «Avrei voluto essere più alto, più magro e avere più capelli. Quando ero ragazzo ero caruccio, facevo anche l’attore di fotoromanzi. I guai sono venuti dopo. Per fortuna mia moglie ha un difetto alla vista e mi trova ancora interessante. […] Diciamo che prima di sposarmi mi sono divertito talmente tanto da levarmi la voglia. Ero sempre il più giovane nelle compagnie di avanspettacolo e le ballerine, tra orchestrali anziani e ballerini gay, non sapevano su chi buttarsi. A volte, ai portieri delle pensioncine dove dormivamo dovevo far dire che non c’ero. Per fare quella vita lì ci volevano tante bistecche che io, allora, non mi potevo permettere» (Lino Banfi). *** Lino e Lucia Banfi si sono risposati nella cappella di Sant’Andrea in Laterano. Il ricevimento si è svolto all’hotel Parco dei Principi di Roma. Tra gli antipasti, burrate e mozzarelle direttamente da Andria, in Puglia. A bagnare la cena, un vino del Carso con etichetta personalizzata. La torta nuziale era di cinque piani ricoperta di cioccolato bianco e rose.[1]