Almanacco Italiano 1901, 13 dicembre 2011
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LE MACCHINE DA SCRIVERE
Le origini della Macchina da Scrivere risalgono al 1714, nel quale anno l’inglese Henry Mill ottenne il primo brevetto, ma la prima macchina veramente pratica è la macchina Sholes, inventata nel 1876, che dopo qualche trasformazione prese il nome di Remington. Dopo il 1892 le nuove macchine si moltiplicarono, e oggi sono quasi 140 i differenti tipi che esistono in commercio. Una Mostra Dactilografica Internazionale che faceva parte delle Esposizioni Riunite di Venezia, fu aperta il 4 agosto 1901; e un’altra Esposizione simile dovrebbe aver luogo nel 1902 a Parigi.
Si chiama Dattilografìa, eon due parole greche, la scrittura a macchina. Su questo sistema di scrittura dettò un notevole articolo il defunto senatore Bizzozero nella Nuova Antologia, raccomandando l’uso della scrittura a macchina, non soltanto per i suoi vantaggi pratici, come sostituto della penna, ma altresì per i suoi vantaggi igienici. Infatti, chi scrive a macchina ottiene questi benefici: 1° può scrivere comodamente in piedi; 2° scrivendo seduto, può sedere comodamente appoggiando la schiena alla spalliera della seggiola; 3° evita la stanchezza; 4° non obbliga i polmoni, la schiena e lo stomaco a piegamenti, sempre nocivi alla salute; 5° fa della buona ginnastica di ambedue le braccia; 6° abilita le dita ad un lavoro pronto e sollecito; 7° evita assolutamente il crampo degli scrittori.
Inoltre, potendosi scrivere con ambedue le mani, ed anco indistintamente con la destra o con la sinistra, la macchina non perde la sua utilità, anche quando chi l’adopera sia impedito, per infermità, di usare o l’una o l’altra mano. Per i paralitici e gli affetti di neuropatie, ai quali resta disagevole di scrivere con la penna, la macchina da scrivere è un incontestato beneficio. E questi sono i vantaggi igienici.
Vi sono poi quelli pratici. La macchina da scrivere, come si sa, da una scrittura compatta, uniforme, regolare, a stampatello; e perciò le scritture a macchina sono intelligibili come la stampa di tipo nitido e di corpo 10 e anche 12, a seconda della macchina.
Gli uffici pubblici, infatti, i commercianti, gli avvocati, per le loro scritture legali, i pubblicisti, specialmente all’estero, adoperano la macchina. A Roma, a Milano, e in altri centri importanti, esistono uffici di copia a macchina, che hanno moltissimo lavoro quotidiano.
Con la macchina inoltre si ottiene una scrittura che può essere trasportata al copialettere, e, per mezzo di una carta speciale si ottengono più copie. Alcune macchine ne forniscono perfino quindici. Gli antichi inchiostri di anilina vanno sostituendosi nelle macchine di recente fabbricazione con inchiostri indelebili, ed è cosi sormontata una delle più gravi obiezioni contro l’uso della macchina da scrivere per la trascrizione di documenti importanti.
La scrittura occupa un minore spazio e costituisce perciò un’economia di carta da un lato, e una grande economia di spese postali dall’altro, quando le scritture debbono essere affidate alla Posta.
Ma il maggiore vantaggio della macchina da scrivere, superiore anche alla chiarezza, è l’economia del tempo. Il senatore Bizzozero dopo tre mesi di esercizio già superava, se ben ricordiamo, di tre volte chi scrivesse con lui sotto dettatura. L’Associazione Dactilograflca di Milano ha indetto alcune gare di dactilografia: nell’ultima, tenuta nel febbraio 1901, la prima classificata, la signorina Ester Verona, di Genova, raggiunse la velocità di 76 parole al minuto.
A noi pare utile, anzi necessario, che nelle scuole professionali, e in special modo nelle femminili, sia introdotto l’insegnamento della dattilografìa. Esso rappresenta un insegnamento che può dar lucro specialmente alla donna, e che, in ogni modo, merita di essere generalizzato. In molte scuole, anche elementari dell’estero, quest’insegnamento vige.
Le macchine da scrivere ci vengono, per lo più, dall’America, ma ce ne sono delle ottime tedesche, e anche delle inglesi. Ve ne sono di ogni specie e d’ogni prezzo, non mai inferiore peraltro alle 400 lire per le macchine a tastiera, le sole che possono avere uso diffuso e pratico. Noteremo, fra i tipi più conosciuti, la Barlock, la Calliyraph, la Commercial, la Crandall, la Densmore, l’ Empire, la Franklin, la Hammond, la Hurtford, la Remington (diversi modelli), la Smith Premier, la Williams, la Yost. Le macchine a un tasto solo costano molto meno (dalle 50 alle 150 lire), ma è difficile di trarne resultati soddisfacenti senza grande pazienza e agilità. L’Assoclazione Dactilogranca che abbiamo ricordata di sopra, pubblica da due anni un periodico mensile che è intitolato : La Macchina da Scrivere.