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 2001  dicembre 02 Domenica calendario

ROMA - Titoli di Stato al posto di denaro contante: è così che il governo potrebbe sanare i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese

ROMA - Titoli di Stato al posto di denaro contante: è così che il governo potrebbe sanare i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese. Il problema è di vastissime proporzioni e sta creando molta tensione nelle tante aziende che faticano a trovare liquidità sul mercato. Fra appalti e opere di varia natura lo Stato, nei loro confronti, ha un debito di 70 miliardi e ritardi nei pagamenti che non hanno pari in Europa. Ieri nell´incontro che il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha avuto con i rappresentanti di banche, imprese, assicurazioni e cooperative sarebbe emersa appunto la proposta di sanare i debiti pregressi della Pubblica Amministrazione distribuendo titoli di Stato ai creditori. Bot e Cct che le aziende dovrebbero incamerare scrivendo "saldato" sulle tante fatture che accumulano, inevase, nei loro uffici. Comuni, Regioni e Province, di fatto, non ce la fanno a pagare in contanti se non con scadenze lunghissime. In Italia ci vogliono in media 180 giorni per passare all´incasso e i tempi aumentano di anno in anno (52 giorni in più solo nell´ultimo triennio). In Germania lo Stato salda le aziende entro 35 giorni, in Francia entro 64. Le imprese non possono più aspettare ed è per questo che la proposta - che pur non garantisce liquidità diretta - è stata commentata con un «meglio che niente». Anzi - pur se non tutti sono d´accordo - il ministero ha precisato che l´idea è arrivata proprio dalle associazioni d´azienda. La proposta, in realtà, è ancora tutta nella testa dei tecnici dello Sviluppo e della Banca d´Italia e di sicuro non sarà fra le misure presentate lunedì prossimo. Il salto non è da poco e non ha precedenti nella storia del Paese: qualche tempo fa, l´allora ministro dell´Economia Tremonti aveva ventilato l´ipotesi, per le aziende, di scontare i crediti dai contributi e dalle tasse dovute, ma vista le difficoltà tecniche non se n´era fatto niente. Ora, in un certo senso, si tratta di saldare i debiti attraverso altri debiti. Lo Stato, per finanziarsi, emette sul mercato cinque categorie di titoli di Stato, da Bot e Cct a Btp e Ctz, che variano in termini di scadenza, rendimento e modalità di pagamento degli interessi dovuti. Scegliere fra titoli a breve o a lungo termine non sarà cosa di poco conto. E soprattutto, visto il burrascoso andamento del mercato e il dibattito su un possibile crollo dell´euro, il valore nominale quanto divergerà da quello del mercato al momento dell´incasso? Le perplessità ci sono dunque, ma sono molti anche i disagi creati alle imprese per via degli estenuanti ritardi. «Condividiamo assolutamente la proposta - ha commentato Emma Marcegaglia, leader della Confindustria - il problema dei debiti pregressi dello Stato è enorme, e lo è a maggior ragione adesso che siamo in pieno credit crunch, in piena stretta creditizia». I costruttori dell´Ance calcolano che, visti i tassi applicati dalle banche sul finanziamento, se l´azienda si tiene un Btp per 12 mesi riesce a rientrare totalmente dal credito, se invece deve venderlo subito deve mettere in conto una perdita del 10 per cento medio. «Meglio che niente» commentato. Positiva anche l´accoglienza di Confcommercio e Confesercenti e degli artigiani del Cna che ritengono la proposta «innovativa». Freddo invece il giudizio dei colleghi della Confartigianato: «Ve lo immaginate un idraulico che si vede pagare in Bot dalla Asl? Le piccole imprese non pagano gli stipendi con titoli di Stato - risponde il presidente Guerrini - E gli oneri per la gestione dei titoli a chi si pagano, alle banche? La soluzione mi convince poco». Legacoop concorda: «La proposta mi sta bene se con i Bot e Cct che mi danno posso pagare i debiti che ho con Equitalia e con la previdenza - commenta il presidente Poletti - Diversamente, mi parrebbe strano se il governo volesse pagare le imprese con pezzi di carta che non sappiamo dove mettere».