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 2011  novembre 10 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "MONTI

MARIO"

• Angelo Rovati, uomo di finanza e già consigliere dell’ex premier Romano Prodi, dietro l’etichetta della “semplicità” svolge una riflessione che in realtà tiene conto di un contesto decisamente complesso: “Se questo governo è inadeguato, bisogna andare a votare – dice al Foglio – Magari prima di farlo il presidente del Consiglio avrebbe potuto provare ad avvalersi delle cosiddette ‘quote intelligenza’, chiedendo assistenza a quelle figure tanto evocate quanto finora ai margini della politica: da Giuliano Amato a Romano Prodi, passando per Mario Monti”.
Fonte: Il Foglio 4/11/2011

• Di Mario Monti si racconta che quando nel 2004 Berlusconi gli propose il ministero dell’Economia, lui uscì per portare a spasso il suo golden retriever e al ritorno rispose di no.
Fonte: Ranieri Polese, Corriere della Sera 5/11/2011

• È dunque finita per Berlusconi, ma a questo punto gli uomini al vertice del Pdl stanno facendo di tutto per convincerlo a non trascinare a fondo tutto il centrodestra. Per farlo c´è un unico modo: «Devi anticipare la crisi di governo andando a dimetterti e negoziando le condizioni per il nuovo governo». Un´impresa resa più difficile dopo la chiusura fatta da Pier Luigi Bersani a un esecutivo guidato da Gianni Letta. Una chiusura a cui è sembrato accodarsi anche Pier Ferdinando Casini che ha detto chiaro e tondo che un nuovo governo non può nascere senza l´apporto del Pd. «Se Casini va dietro Bersani e dice di no a Letta - ragiona preoccupato un ministro del Pdl - è davvero finita. Vuole dire che ha stretto un patto con il Pd per farsi eleggere al Quirinale. Allora ci sono soltanto le elezioni». Quanto a Mario Monti, Berlusconi dicono che non potrebbe mai accettarlo.
Fonte: FRANCESCO BEI la Repubblica 7/11/2011

• Squilla un messaggino sullo smartphone di Romano Prodi: «Hai visto il Financial Times?», è l´articolo che intima a Berlusconi "Per l´amor di Dio, Vattene". L´ex premier sospira, allarga le braccia: «È la cosa più dolorosa. Tutto il mondo contro l´Italia». E allora? «Monti. È l´ora di Mario Monti», quasi un´invocazione, «non si può aspettare ancora». [...] «Quando un premier italiano», dice Prodi parlando di sé, «poteva chiamare al cellulare quello tedesco e discutere con lui della parità col marco». Serve di nuovo una personalità così, per salvare l´onore dell´Italia, «un uomo rispettato in Europa e nel mondo, una garanzia di autorevolezza, e Monti è questa persona». [...]
Pensa che con Monti a Palazzo Chigi l´attacco all´Italia cesserebbe?
«Credo che l´effetto si vedrebbe. La nostra è anzitutto una crisi drammatica di credibilità internazionale. Non ce la meritiamo, ma purtroppo è così che è finita per le scelte fatte: la fiducia in chi ci governa non esiste più, è azzerata. Ora ci serve un periodo di tregua, per recuperarla».
Anche per un governo Monti serve una maggioranza parlamentare, l´avrà?
«Temo che i numeri dicano di no, ma queste sono valutazioni che deve fare chi è in prima linea, io ora sono un osservatore esterno della politica. Dico quel che servirebbe al paese, subito».
Fonte: MICHELE SMARGIASSI , la Repubblica 6/11/2011

• Di Mario Monti si racconta che quando nel 2004 Berlusconi gli propose il ministero dell’Economia, lui uscì per portare a spasso il suo golden retriever e, forse dopo essersi consultato con lui, rispose no. Però è altrettanto vero che Jean-Marie Le Pen vive con due doberman, e che Hitler adorava i pastori tedeschi, uno dei quali lo seguì nel bunker fatale. Hitler, inoltre, era vegetariano.
Fonte: Ranieri Polese, Corriere della Sera 05/11/2011

• Curiosamente, sia Siniscalco che Amato vengono considerati profili che Monti potrebbe coinvolgere nella compagine di un eventuale governo più o meno tecnico (vedi ItaliaOggi del 3 novembre).
Fonte: Stefano Sansonetti, Italia Oggi 05/11/2011

• Tutti gli uomini di Mario Monti - Se riuscirà a insediarsi, al momento, non è dato sapere. Ma nelle convulse ore che si stanno susseguendo, l’ipotesi di un governo più o meno tecnico resta in piedi. Candidato numero uno alla sua guida è l’ex commissario europeo Mario Monti. Ma chi sono gli uomini che potrebbero affiancare l’attuale presidente della Bocconi nel ruolo di ministri? A prescindere da precisi incasellamenti, è inutile nascondere che, dietro le quinte, si sta scaldando un drappello di persone sulle quali Monti potrebbe voler puntare.
Il primo della lista è Guido Tabellini, rettore della stessa università Bocconi ed economista conosciuto a livello internazionale. Del gruppo dei bocconiani Tabellini è il profilo considerato più «sicuro». Tra i più vicini a Monti, infatti, c’è anche Francesco Giavazzi, il quale però nel corso del tempo si è distinto per attacchi e censure che lo hanno reso inviso a molti ambienti. Il low profile mantenuto di Tabellini, in questo senso, rende l’attuale rettore molto più spendibile in un governo chiamato a far riemergere il paese dalle sabbie mobili della crisi.
Altro profilo che circola è quello di Giuliano Amato. Il cui nome, a dir la verità, era stato sussurrato per ricoprire proprio la casella di presidente del consiglio. Si racconta addirittura di un incontro, avvenuto non molto tempo fa, in cui Monti avrebbe espresso la volontà di fare il ministro del Tesoro in un eventuale governo tecnico guidato da Amato. Adesso la situazione sembra essersi capovolta, ma i due rimangono assolutamente in lizza, anche se a parti invertite. Nella rosa, poi, spunta il nome di Domenico Siniscalco. L’ex ministro dell’economia, nato a Torino, ha cercato in tutti i modi di entrare nella corsa per diventare governatore della Banca d’Italia. Tentativo fallito, ma assolutamente non in grado di pregiudicare un nuovo blitz. Anzi, in alcuni settori si dice che Monti dovrà prestare attenzione a diverse istanze. Siniscalco, per esempio, negli ambienti imprenditoriali è molto stimato del concittadino Carlo De Benedetti, il quale recentemente ha raggiunto un accordo di collaborazione proprio con la Bocconi presieduta da Monti. Insomma, il presidente bocconiano si porterebbe dietro Tabellini, Amato e Siniscalco. Questi ultimi due, circostanza non di secondo piano, accomunati al primo da una certa affinità con il mondo della banche internazionali. Eh sì, perché Monti, il quale vanta un’incredibile rete internazionale di contatti che va dal think tank Bruegel al gruppo Bilderberg e al suo braccio armato, ovvero la Commissione Trilaterale, è anche international advisor di Goldman Sachs. Si tratta della banca d’affari americana della quale, in tempi e con ruoli diversi, hanno fatto parte personalità come Mario Draghi, Romano Prodi e Gianni Letta. Amato, dal canto suo, è senior advisor per l’Italia dell’istituto di credito tedesco Deutsche Bank. Siniscalco, a chiudere il cerchio, è vicepresidente di un’altra banca d’affari statunitense, la Morgan Stanley. Chissà, forse chi vede nel governo Monti il rischio di un Britannia 2, ossia di una svendita dei gioielli di stato, si basa proprio su questi legami.
Ritornando alla composizione della squadra, assolutamente in lizza è anche il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, il quale, battuto sul filo di lana nella corsa a palazzo Koch, potrebbe essere risarcito con un bel posto da ministro. Possibilità di un certo peso vengono riconosciute anche a Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro molto legato al ministro dell’economia, Giulio Tremonti. E c’è chi sostiene che Piero Ichino, magari come ministro del lavoro, e Roberto Maroni, magari confermato nel ruolo di ministro dell’interno, abbiano valide carte da giocarsi. Nel frattempo ci si organizza.
Fonte: Stefano Sansonetti, Italia Oggi 3/11/2011

• Eppure proprio in queste ore in cui tanti vagheggiano come unica panacea il governo tecnico e invocano il nome di un professionista che certo ha qualità come Mario Monti, bisognerebbe rinfrescare la memoria di quel biennio terribile con cui finì la prima Repubblica. Chi dice Monti oggi forse pensa al Carlo Azeglio Ciampi del 1993. E sbaglia. Perché a salvare l’Italia dalla tempesta non fu il tecnico che veniva dalla Banca d’Italia. [...] Monti come Ciampi è un bravo tecnico, e come tutti i tecnici è follemente innamorato delle sue idee. Un politico ha idee, ma la sua capacità è adattarle alla realtà e alla contingenza del momento. Talvolta sa di dovere avere il coraggio di metterle da parte. Di scegliere non se stesso, ma il bene del suo Paese.
Fonte: Franco Bechis, Libero 2/11/2011

• Casini fa presente che la poltrona di presidente del Consiglio può andare a Mario Monti, il tecnico autorevole conosciuto in tutti gli ambienti internazionali.
Fonte: GOFFREDO DE MARCHIS , la Repubblica 3/11/2011

• LETTERA AL PREMIER DI MARIO MONTI - Signor presidente del Consiglio, mi permetto di richiamare la Sua attenzione su alcuni aspetti delle Sue dichiarazioni di venerdì sull’euro. Lei ha affermato: «L’euro non ha convinto nessuno. È una moneta strana, attaccabile dalla speculazione internazionale, perché non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento e delle garanzie. L’euro è un fenomeno mai visto, ecco perché c’è un attacco della speculazione ed inoltre risulta anche problematico collocare i titoli del debito pubblico».
Di fronte alle vivaci reazioni suscitate, Lei ha in seguito precisato: «L’euro è la nostra moneta, la nostra bandiera. È proprio per difendere l’euro dall’attacco speculativo che l’Italia sta facendo pesanti sacrifici. Il problema è che l’euro è l’unica moneta al mondo senza un governo comune, senza uno Stato, senza una banca di ultima istanza. Per queste ragioni è una moneta che può essere oggetto di attacchi speculativi».
Sono dichiarazioni che meritano un’analisi a freddo, al di fuori di ogni visione di parte. A mio parere, esse contengono alcune affermazioni fondate e altre infondate. Nell’insieme, fanno sorgere, accanto ad una remota speranza, serie preoccupazioni. Mi auguro che, con le parole e ancor più con i fatti, Lei riesca a rafforzare quella speranza e a sgombrare il campo dalle preoccupazioni, così vive in Italia e in Europa. Non solo — La prego di credermi — presso i suoi «nemici».
È certamente vero che l’euro è «una moneta strana», «un fenomeno mai visto». È anche fondata, e condivisa dagli osservatori più seri, la Sua diagnosi: il principale problema dell’euro consiste nell’essere una moneta «senza un governo, senza uno Stato, senza una banca di ultima istanza». C’è sì la Banca Centrale Europea ma, come credo Lei voglia dire giustamente, essa non dà garanzia di intervento illimitato in caso di difficoltà.
Qui mi permetto di suggerirLe una considerazione. Se la condivide, potrebbe forse riprenderla in uno dei Suoi interventi. L’euro può soffrire della mancanza di un vero Stato alle sue spalle. Ma avere un vero Stato alle proprie spalle non porta necessariamente una moneta ad essere solida. La lira non era una moneta «strana». Ma era, il più delle volte, una moneta debole, proprio perché rifletteva le caratteristiche dello Stato italiano, dei governi e della Banca d’Italia (sempre autorevole ma, per lunghi periodi, arrendevole) che l’avevano generata. A parte un certo rialzo dei prezzi al momento della sua introduzione, la strana moneta euro, rispetto alla nostrana lira, ci ha portato negli ultimi 12 anni un’inflazione ben più bassa.
Se la Sua diagnosi coglie bene una gracilità di fondo dell’adolescente euro, mi sembra però che Lei la applichi a malanni che, in questo momento, il nostro adolescente non ha. Lei rappresenta un euro in crisi, a seguito di attacchi speculativi e aggiunge: «È proprio per difendere l’euro dall’attacco speculativo che l’Italia sta facendo pesanti sacrifici». Questo no, signor presidente.
L’euro non è in crisi. In questi 12 anni, e ancora attualmente, l’euro non manifesta nessuno dei due sintomi di debolezza di una moneta. È stabile in termini di beni e servizi (bassa inflazione) ed è stabile (qualcuno direbbe, anzi, troppo forte) in termini di cambio con il dollaro. Gli attacchi speculativi ci sono, spesso violenti. Ma non sono attacchi contro l’euro. E non è vero che «risulta problematico collocare i titoli del debito pubblico». Gli attacchi si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l’incapacità di crescere (e di rendere così sostenibile la loro finanza pubblica) perché non hanno fatto le necessarie riforme strutturali. È questo il caso dell’Italia, dopo che in prima linea si erano trovati la Grecia e altri Paesi. Per questo, da qualche tempo, è diventato problematico collocare i titoli del debito pubblico italiano. E di una cosa, signor presidente, può essere certo: se l’Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un’impresa ancora più ardua.
Che l’Italia stia facendo pesanti sacrifici, è vero. Essi sono più pesanti di come sarebbero stati se si fosse ammesso per tempo il problema di una crescita inadeguata. Ma non posso credere che Lei pensi davvero che l’Italia faccia questi sacrifici non per rimettersi in carreggiata e ridare un minimo di speranza ai nostri giovani, ma «per difendere l’euro dall’attacco speculativo». Mentre è vero se mai che la Bce, con risorse comuni, interviene a sostegno dei titoli italiani.
In Europa e nei mercati, affermazioni di questo tipo accrescono i dubbi sulla convinzione e la determinazione del governo italiano. Già due giorni dopo le decisioni di Bruxelles, i titoli italiani hanno fatto fatica a trovare collocamento. Ad ogni rialzo dei tassi, dovuto a scarsa fiducia nell’Italia, Lei finisce per imporre sacrifici ancora maggiori agli italiani. Anche le parole non sorvegliate hanno un costo.
Ma ho una preoccupazione ancora maggiore. Dopo le Sue dichiarazioni sull’euro, Fedele Confalonieri, Suo storico collaboratore, personalità rispettata nel mondo economico, se ne rallegra. Affermando che «l’euro è una moneta strana, che non ha convinto nessuno, Berlusconi ha detto una cosa che pensano tutti; solo che lui lo dice, perché non è ipocrita. E non c’è dubbio che il premier con questa battuta abbia toccato le corde di chi, dai tempi del cambio della lira, ha sempre storto il naso». Questo, secondo vari osservatori, fa ritenere che nella prossima stagione pre-elettorale, ormai non lontana, il tema in questione potrebbe diventare un Suo cavallo di battaglia.
Se questa fosse la prospettiva, e non voglio crederlo, ci avvieremmo ad una fase nella quale i severi provvedimenti che Lei si è impegnato a introdurre non potrebbero essere presentati in modo convincente ai cittadini, né potrebbero essere accettati con maturità, perché sarebbero accompagnati da scetticismo, se non recriminazioni, verso l’Europa. L’Italia non farebbe i passi avanti che le sono indispensabili e potrebbe rivelarsi il ventre molle dell’eurozona, con gravi fratture per l’Europa.
Parlavo, però, di una remota speranza. La Sua diagnosi — la moneta è incompiuta e «strana» senza un governo dell’economia e passi verso l’unione politica — è in linea con la migliore tradizione dell’europeismo italiano. Come Lei, forse con qualche turbamento, ha visto a Bruxelles alcuni giorni fa, il governo economico si sta creando. Ma sarebbe più ordinato, più equilibrato e più orientato alla crescita economica se potesse formarsi con un’Italia che con gli altri, Germania e Francia in primo luogo, concorresse attivamente a plasmarlo. Anziché, come sta avvenendo, con un’Italia costretta ad accettare passivamente forme di governo dell’economia che vengono improvvisate soprattutto allo scopo di «disciplinare» il nostro Paese.
Confido, signor presidente, che prevalga in Lei l’ambizione di riportare l’Italia nel ruolo che le appartiene in Europa, accelerando in silenzio il risanamento, rispetto a quella di un successo elettorale a tutti i costi per la Sua parte politica, ma in un Paese sempre più populista, distaccato dall’Europa e magari visto come responsabile di un fallimento dell’integrazione europea.
Mario Monti
Fonte: Mario Monti, Corriere della Sera 30/10/2011


• Le idee del professor Monti, presidente della Bocconi, sono state sperimentate su vasta scala nella sua opera di commissario Ue: la politica della concorrenza nel quadro dell’economia sociale di mercato.
Fonte: Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 08/10/2011


• [Il 29 dicembre 2005 All’incontro decisivo del giorno prima con Ciampi, Berlusconi era però arrivato avendo in tasca una lista di tre nomi (la terna, diremmo oggi) tutti di ottimo livello dal punto di vista della preparazione economica e dello standing internazionale: Draghi, Padoa Schioppa e Monti] Il terzo nome individuato da Berlusconi e portato al colloquio con Ciampi era quello del professor Mario Monti già commissario europeo per la concorrenza e padre nobile della legge antitrust in Italia.
Fonte: Rossella Bocciarelli, Il Sole 24 Ore 1/10/2011

• Telefonata fra Fruttero e Gramellini: A spasso fra le macerie. «Con la differenza che allora c’era lo slancio della ricostruzione. E io avevo vent’anni». Dentro li hai ancora, quindi da te vorrei immagini di speranza. «Ne ho vista una nello studio di Lerner. Quel Mario Monti. Un signore serio, pacato, equilibrato. Ne avremmo bisogno, dopo queste donnine e questo chiasso. Mi dà l’idea che sappia dove mettere le mani».
Fonte: MASSIMO GRAMELLINI, La Stampa 28/9/2011

• Ieri il Financial Times ha scritto che il paese può benissimo liberarsi di Tremonti e Berlusconi, «che non sono indispensabili». [...] I dietrologi vedranno nell’uscita del Financial Times il via libera della comunità internazionale alla crisi politica, con un nuovo governo a guida Mario Monti o le elezioni anticipate. Potrebbero avere ragione.
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno V, numero 1616 3 agosto 2011

• Articolo di di Mario Monti: IL PODESTA’ FORESTIERO –
I mercati, l’Europa. Quanti strali sono stati scagliati contro i mercati e contro l’Europa da membri del governo e della classe politica italiana! «Europeista» è un aggettivo usato sempre meno. «Mercatista» , brillante neologismo, ha una connotazione spregiativa.
TUTTO L?ARTICOLO IN SCHEDA 1528630
Fonte: Mario Monti, Corriere della Sera 07/08/2011

• LA LISTA DEI PARTECIPANTI ALL’ULTIMA RIUNIONE DEL CLUB BILDERBERG –
ITALY
Bernabè, Franco, CEO, Telecom Italia SpA
Elkann, John, Chairman, Fiat S.p.A.
Monti, Mario, President, Università Commerciale Luigi Bocconi
Scaroni, Paolo, CEO, Eni S.p.A.
Tremonti, Giulio, Minister of Economy and Finance
PAOLO SCARONI
Fonte: Dagospia 20/6/2011

• Sul lago di Como, nella loggia di Villa Balbianello di Lenno, si sono sposati con rito civile Corrado Passera e Giovanna Salza. Gli ospiti: Emma Marcegaglia, Gianni Riotta, Giovanni Bazoli, Luca di Montezemolo, Gaetano Miccichè, Mario Monti (etc...)
Fonte: Azzurra Della Penna, Chi, n. 23, 08/06/2011, pp. 12-18

• Mario Monti è un importante editorialista del Corriere della Sera e uno dei pochi che all’estero ci ha fatto fare bella figura, ricoprendo per dieci anni il ruolo di commissario europeo alla concorrenza.
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno V, numero 1501 8 aprile 2011

• Nel 2001, quando il commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti ha bloccato il merger di General Electric e Honeywell, che pure era stato approvato dalle controparti Usa. [...] In effetti alcuni dei procedimenti antitrust di più alto profilo portati avanti dalla Commissione Europea riguardano società americane che si accusano l’un l’altre, prolungando presso il garante la competizione. Il famoso caso contro la Coca Cola, iniziato sotto la guida di Mario Monti e conclusosi nel 2004, era stato scatenato da una denuncia di PepsiCo.
Fonte: Valerio Maccari , la Repubblica Affari&finanza 11/4/2011

• Proprio su queste pagine domenica 6 febbraio Mario Monti ha mostrato come si possa tentare di costruire per via pragmatica un’agenda dello sviluppo che abbia un preciso asse di politica economica, che punti a liberalizzare i settori compressi dalle chiusure di stampo corporativo e che non tema di pronunciare la parola «riforme» .
Fonte: Dario Di Vico, Corriere della Sera 10/02/2011

• Oggi l’ex commissario europeo e presidente della Bocconi, Mario Monti, ha detto che la sfida per la promozione di uno sviluppo sostenibile, alla base della rassegna del 2015, non potrà dirsi vinta se il capoluogo lombardo continuerà ad avere gli attuali livelli di inquinamento. «Non vorremmo che Milano - ha osservato - avesse compensato la nebbia, ormai scomparsa, di cui abbiamo quasi nostalgia, con lo smog e le polveri sottili».
SCHEDONE PM10 – sch. N. 1404994


• Compassato europeista e autorevole economista qual è, Mario Monti è senz’altro un uomo adatto per cercare di persuadere il cancelliere Angela Merkel e l’opinione pubblica tedesca che gli eurobond e l’istituzione di un’agenzia del debito europea sono le idee giuste per dare solidità all’eurozona e prospettive di lungo periodo alla moneta unica. Di certo il presidente della Bocconi, ex capo dell’Antitrust europeo e responsabile della task force per il rilancio del mercato unico, in questa intervista sa fornire argomentazioni lucide in favore dell’iniziativa e di una ricetta che cerchi di combinare rigore e crescita, per garantire un 2011 di stabilità all’Europa.
Fonte: Enrico Brivio, Il Sole 24 Ore 23/12/2010

• Articolo di Mario Monti in sch. 1399634
L’EUROPA, LA GERMANIA E LA TIRANNIA DEL BREVE TERMINE
Fonte: Mario Monti, Corriere della Sera 15/12/2010

• Fino a che non vi sarà una forte politica comune (come l’emissione di Bonds europei finalizzati alla creazione di un mercato obbligazionario veramente unico per tutta l’area Euro recentemente proposta da Mario Monti) la speculazione internazionale continuerà a fare il suo mestiere, che è quello di aggredire separatamente i mercati nazionali in quanto più piccoli e quindi facilmente aggredibili.
Fonte: Romano Prodi, Il Messaggero 5/12/2010

• Enzo Moavero Milanesi (assistente di Mario Monti quando era commissario alla concorrenza)
Fonte: Roberto Bagnoli, Corriere della Sera 19/11/2010

• [Termovalorizzatori] Nessuno investe un soldo in nuovi inceneritori senza gli incentivi Cip6, che erano stati attribuiti in modo "forzato" da Romano Prodi all’impianto di Acerra, contro il parere di Mario Monti in veste di commissario europeo e di Bruno Tabacci quand’era presidente della commissione Attività produttive della Camera.
Fonte: Jacopo Giliberto, Il Sole 24 Ore 23/10/2010

• Su un treno nella nebbia, così nacque nel ’74 il workshop di Villa d’Este che lo abbraccia e lo bacia lasciandolo un po’ sorpreso: «Non sono abituato».
Sempre in quella edizione resta alle cronache il monito di Monti: il Dpef, il Documento di programmazione approvato tre mesi prima, condannerà l’Italia all’esclusione dall’euro. Monito raccolto con ritardo ma risultato fondamentale per il paese. E il tema dell’euro (che in futuro sarà comunque sempre centrale con la presenza costante dei Governatori della Bce), torna sotto i riflettori qualche anno, nel ’99, quando Romiti propone di «rinegoziare il patto di stabilità previsto dal trattato di Maastricht» per dare «un colpo di frusta», uno «choc» al paese. Ed è l’Avvocato a replicare: «Choc? Romiti ci è abituato. Ma non sono d’accordo, sarei mortificato e mi vergognerei come italia».
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 3/9/2010

• Rapporto «Una nuova strategia per il mercato unico», preparato dall’economista Mario Monti
LEGGI SCH. N.212181
Fonte: Luigi Offeddu, Corriere della Sera 02/06/2010


• Alla vigilia della giornata mondiale dell’acqua, è uno dei dati che emerge dal primo studio prodotto dal «Barilla Center for Food & Nutrition », il nuovo centro di pensiero interdisciplinare promosso dal gruppo di Parma per affrontare le sfide alimentari del futuro, presentato ieri a Milano da Guido Barilla con Umberto Veronesi e Mario Monti, tra gli esperti del comitato scientifico.
Fonte: Giuliano Ferraino

• Il presidente della Bocconi Mario Monti sorrideva ironico dell’ultima campagna elettorale: "Gli uni e gli altri sono alla ricerca di modi in cui lo Stato possa chiedere di meno e dare di più ai cittadini. Perfetto, se fossimo in Finlandia, un Paese ad alta crescita, con un bilancio in avanzo e un debito pubblico basso. In Italia, senza drammatizzare, un robusto senso di emergenza mi parrebbe appropriato".
Fonte: G. A. STELLA-S. RIZZO, La deriva, Rizzoli 2008, Introduzione.
“Monti e Le Banche (dopo il caso Telecom)” di Luigi Grassia
Sch. N. 136438

• Articolo di Mario Monti: Sono I Tecnici I Veri Politici. Sch. 136437
Fonte: Mario Monti, Corriere della Sera 22/5/2007, pagina 1.

• Il partito di Monti corre un rischio illuminista ma ha già segnato punti. Il Foglio 11 maggio 2007. Milano. In origine avrebbe dovuto essere un meeting scientifico per illustrare il ruolo della principale università economica italiana, la Bocconi. Poi Mario Monti ha impresso un’accelerazione al programma, il Corriere della Sera ha esercitato la sua influenza (i rapporti tra il quotidiano e la Bocconi sono intensi) ed ecco nascere un forum internazionale, punto d’incontro tra bocconismo e corrierismo.
Fonte: Il Foglio 11/05/2007, pag.1 Sch. 135722

• Alla Bocconi
Oggi l’Università Bocconi può contare su quattro personalità chiave: Mario Monti, presidente del consiglio di amministrazione, ancora dominus della situazione; Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs, intelligenza al centro di numerosi snodi nel potere economico e finanziario milanese, storico antagonista di Monti (che quando fu nominato commissario europeo non ne sostenne la candidatura alla sua successione); Angelo Provasoli, attuale rettore, compagno di scuola di Monti, ma con una sua indipende