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 2011  settembre 06 Martedì calendario

IL FATTO DI IERI - 6 SETTEMBRE 1909

Due colpi sparati a bruciapelo con un grosso revolver nascosto sotto il braccio destro fasciato da una benda. Così il 6 settembre 1901, all’Esposizione Pan-Americana di Buffalo, Leon Czologosz, l’anarchico di origine polacca col mito di Gaetano Bresci, l’attentatore di Umberto I, colpì al cuore il presidente degli Stati Uniti William McKinley, il repubblicano di ferro venuto dall’Ohio, da poco trionfalmente rieletto per il suo secondo mandato. Il terzo presidente assassinato, dopo Lincoln e James A. Garfield. Popolarissimo, all’epoca, anche per aver guidato con pugno di ferro il paese nella vittoriosa guerra contro la Spagna. “Un imperialista, nemico del popolo”, secondo Czologosz, immigrato ribelle sbarcato a Detroit dalla Polonia e discepolo fanatico della celebre Emma Goldmann, pasionaria anarco-femminista coinvolta nell’affaire, arrestata come mandante di quell’omicidio eccellente, ma poi rilasciata. Dopo una lunga agonia, McKinley morirà qualche giorno dopo, dando il via alla presidenza di Teddy Roosevelt. Quanto a Czologosz, liquidato anche dai gruppi anarchici statunitensi, finirà sulla sedia elettrica nel carcere di Auburn. Bruciato con tre scosse da 1700 volt e sciolto nella calce viva.