Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 21/6/2011, 21 giugno 2011
Sogno del pianista Michel Petrucciani, malato di osteogenesi imperfetta (fragilità delle ossa con impossibilità di crescere che lo condannò a un’altezza di poco superiore al metro): «Sposarmi e vivere storie d’amore come quelle che vedevo in tv, dove lui prende in braccio la sposa, la porta nella stanza e si baciano»
Sogno del pianista Michel Petrucciani, malato di osteogenesi imperfetta (fragilità delle ossa con impossibilità di crescere che lo condannò a un’altezza di poco superiore al metro): «Sposarmi e vivere storie d’amore come quelle che vedevo in tv, dove lui prende in braccio la sposa, la porta nella stanza e si baciano». Erlinda, la prima moglie, racconta che era «un amante strepitoso, eccezionale». Si lasciarono quando lui andò a vivere a New York: appena lì conquistò in poche ore Eugenia. Quando conosceva una ragazza, subito la presentava a tutti: «Ecco la mia nuova moglie». Eugenia fu abbandonata alla vigilia delle nozze per Marie-Laure: «Anche quando dormiva suonava, suonava me come fossi il suo piano». Con lei ebbe il primo figlio, Alexander, che ereditò la malattia. Poi ci furono Gilda, italiana, pianista classica, e Isabelle, che cercò inutilmente di togliergli il vizio dell’alcol e della droga. Petrucciani morì a gennaio del 1999.