Erica Orsini, il Giornale 26/6/2011, 26 giugno 2011
Toh, anche la Bbc fabbrica un po’ di fango - Che tristezza, neppure le inchieste della Bbc dicono più la verità
Toh, anche la Bbc fabbrica un po’ di fango - Che tristezza, neppure le inchieste della Bbc dicono più la verità. Nei giorni scorsi, infatti, perfino l’autorevole Panorama , vale a dire il Report della televisione britannica, è finito sotto accusa per aver inserito dei filmati non autentici in una delle sue famose inchieste. E domani, a causa di questa scorrettezza, la Bbc sarà costretta a restituire un prestigioso premio che il programma aveva ricevuto proprio per questo servizio. Panorama è un format che vanta incredibili successi e senza dubbio rimane uno dei programmi d’inchiesta più efficaci e acuti che il servizio televisivo britannico offre. Utilizza spesso giornalisti sotto copertura che per raccontare la loro storia si assumono spesso responsabilità e rischi notevoli. Peccato che a volte si lascino un po’ prendere la mano, ossessionati dai segreti che devono scoprire. Dev’essere successo così per Primark: On the Rack , il documentario mandato in onda nel giugno 2008 che metteva in croce il grande magazzino Primark, la più nota azienda di vestiario e accessori low-cost della Gran Bretagna. La compagnia era stata accusata dalla Bbc di utilizzare il lavoro minorile per la realizzazione di alcuni prodotti. E per supportare queste affermazioni gli autori avevano trasmesso un filmato girato in India da un giornalista freelance in cui si vedevano dei bambini indiani che avrebbero dovuto lavorare per alcuni fornitori locali della Primark. L’azienda ha sempre smentito categoricamente le accuse, smontando le «prove» mostrate da Panorama . In una difesa appassionata, Primark aveva chiarito l’esistenza di ben sei incongruenze che rivelavano l’inconsistenza di quanto affermato dagli autori dell’inchiesta, accusandoli di aver inserito nel documentario dei servizi falsificati. Buona parte dell’opinione pubblica, tuttavia, aveva creduto alla Bbc e Primark era stata subissata di insulti, proteste e perfino minacce. Inutile dire che anche le vendite, seppur rimanendo altissime, avevano subìto una contrazione. Ma dopo qualche mese la gente aveva rimosso l’accaduto ed era ritornata ad affollare i negozi.Ma l’azienda non aveva dimenticato. Sulla trasmissione la Bbc Trust, l’organismo di controllo interno della televisione pubblica, aveva aperto un’inchiesta e ieri le conclusioni hanno dato finalmente ragione alla Primark. Con la solita diplomazia verbale che gli inglesi tanto amano, si ammette infatti che «con molta probabilità» il filmato sul lavoro minorile in India era una montatura. Anche se la commissione rileva che non esistono prove inconfutabili della non autenticità del servizio e sottolinea che alla fine «soltanto il giornalista freelance, il suo interprete e i testimoni presenti sapranno veramente come sono andate le cose», allo stesso tempo ammette che è stato commesso un errore grave. La Bbc si è già accordata per trasmettere un comunicato formale di scuse nei confronti dell’azienda e un suo portavoce ha confermato che domani il «Royal Television Society Award» verrà ufficialmente restituito. «La Bbc - ha dichiarato il portavoce- si è scusata per aver incluso nella trasmissione una breve sezione filmata che non poteva essere controllata. Abbiamo commesso un grave errore e tenere il premio sarebbe inappropriato». Dan McDougall, il giornalista responsabile del filmato che oggi lavora al Sunday Times e che ha sempre difeso il proprio lavoro, si è detto sconcertato dalla decisione della televisione. Da quando il programma è stato mandato in onda comunque, la catena Primark ha rafforzato tutti i sistemi di supervisione dei suoi fornitori internazionali.