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 2011  giugno 26 Domenica calendario

Ecco il progetto leggero che piace a Tremonti: taglio a costi (e scavi) - Quella dell’Osservatorio è stata una corsa contro il tempo per trasformare l’ipotesi Tav low cost in un progetto condiviso

Ecco il progetto leggero che piace a Tremonti: taglio a costi (e scavi) - Quella dell’Osservatorio è stata una corsa contro il tempo per trasformare l’ipotesi Tav low cost in un progetto condiviso. Dalla Francia, che però ha posto una precisa condizione: l’avvio del cantiere di Chiomonte. E dalle Ferrovie. L’intesa è arrivata nei giorni scorsi quando è stato approvato il piano di «fasaggio»: i lavori, cioè, saranno realizzati in due fasi e i cantieri della seconda saranno aperti solo se ritenuti necessari. Le conseguenze? I costi si dimezzeranno: 4 miliardi di euro non saranno impegnati fino al 2035, e potrebbero non esserlo mai. Secondo Mario Virano, presidente del tavolo tecnico, «i risparmi chiesti dal ministro dell’Economia Tremonti sono diventati l’occasione per cercare di dare risposte positive alla maggior parte delle critiche portate avanti dai sindaci dopo la presentazione del progetto preliminare». Nel «fasaggio», infatti, è prevista la cancellazione dei cantieri in Bassa Val di Susa: nessun lavoro a Chiusa San Michele e nemmeno a Sant’Ambrogio, perché la linea storica non sarà spostata e non ci saranno interferenze con le costruzioni esistenti. Per il tunnel dell’Orsiera e la galleria fino ad Avigliana è tutto congelato almeno fino al 2035. Allora si farà una verifica sulla saturazione o meno della linea storica. Niente saturazione, niente scavi. Una soluzione che punta a rendere quantomeno neutrale l’ala più moderata dei sindaci No Tav e del movimento, anche se restano in campo i ricorsi della Comunità Montana Valsusa-Valsangone ai Tar del Lazio e del Piemonte. L’approvazione del fasaggio arriva in zona Cesarini, con il pressing di Bruxelles per l’apertura del cantiere, pena la perdita parziale o totale del contributo. È la base tecnica per chiudere l’accordo tra Italia e Francia – altra condizione posta dall’Ue per confermare il contributo – e potrebbe permettere all’Italia di riequilibrare la ripartizione dei costi che oggi ci penalizza: il 63 per cento spetta a Roma, il 37 a Parigi. Fino al 2023-2025 Francia e Italia hanno trovato l’intesa per rendere operativa la TorinoLione tra il 2023 e il 2025. Sarà una linea mista: le nuove tratte convivranno con le vecchie. Le opere prioritarie individuate in Italia sono tre: lo scavo di 12 chilometri di tunnel di base (gli altri 45 sono in Francia); i tre chilometri di interventi a Susa; infine una tratta di 14 chilometri tra Avigliana-Buttigliera e Orbassano con la galleria della collina morenica e una riduzione dell’area del cantiere di Rivoli. «In tutto - spiega Virano - saranno realizzati 29 chilometri sugli 81 previsti». Negli stessi anni sarà completato l’intervento sullo scalo di Orbassano. A Buttigliera è prevista la fermata del Servizio ferroviario metropolitano con il parcheggio di interscambio, mentre si confermano i 40 treni regionali da Susa verso Torino e la centralità di Avigliana come stazione di attestamento del Sfm. A Susa fermerà il Tgv Cuore dei lavori sarà la piana di Susa dove sbuca la galleria di base. Confermata la stazione internazionale, con una novità: «C’è il via libera di Rfi alla fermata di tutti i treni passeggeri, compresi gli internazionali sia a Susa che a Torino Porta Susa», spiega Virano. Confermata anche la realizzazione del centro servizi e manutenzione. E sempre a Susa sarà realizzata l’interconnessione con la linea storica attraverso una galleria di 1,9 chilometri e la costruzione di un nuovo ponte in ferro. La soluzione permetterà di salvaguardare la frazione di San Giuliano dal carico su treno del materiale di risulta degli scavi e rilanciare la stazione di Bussoleno (con relativi posti di lavoro) soprattutto in funzione delle merci. Bassa Valle intatta Il nuovo progetto prevede di utilizzare la linea storica da Avigliana a Bussoleno fino a tutto il 2035. Questo vuol dire che non ci saranno lavori a Chiusa San Michele, Sant’Ambrogio, Sant’Antonino, Vaie, Condove e «in altri otto comuni della Bassa Valle», precisa Virano. Rfi, però, interverrà per installare fin da subito le barriere antirumore previste e le nuove tecnologie di sicurezza. Il presidente dell’Osservatorio spiega: «Quando queste installazioni tecnologiche saranno ultimate, tra il 2025 e il 2030, la linea potrà sopportare fino a 287 treni al giorno contro i 120 attuali». Secondo le osservazioni dei sindaci della Valsusa contrari al progetto la linea attuale può già sopportare fino a 220 treni al giorno. Virano ribatte: «Vuol dire che nel 2035 ci potrebbe essere la saturazione della linea storica che imporrebbe il completamento delle restanti opere previste dal fasaggio». In caso contrario il tunnel dell’Orsiera e il collegamento in galleria da Sant’Ambrogio ad Avigliana saranno un capitolo chiuso e il risparmio di 4 miliardi diventerà definitivo. Dal 2025 al 2030 A partire dal 2012 sarà operativo il passante ferroviario di Torino che permetterà il passaggio dei treni passeggeri e delle merci (tranne quelle pericolose). L’inizio della saturazione del passante è prevista fra una decina di anni. Ecco perché tra il 2025 e il 2030 saranno avviati i lavori per costruire la gronda merci di Torino che collegherà lo scalo di Orbassano con Settimo Torinese. Costi e tempi di percorrenza La realizzazione graduale della Torino-Lione permetterà al governo di non impegnare 4 miliardi rispetto al progetto completo stimato in 8,6 miliardi. A fronte di questi risparmi ci sarà comunque un miglioramento del servizio sia per quanto riguarda i tempi di percorrenza che «tra Torino e Chambery saranno dimezzati, scendendo da 152 a 73 minuti». Quasi raddoppiato anche il peso trasportato dai convogli merci: 2050 tonnellate contro le 1050 attuali.