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 2011  giugno 25 Sabato calendario

La guardiana della salute europea - Scenario della sua ultima missione: Mosca, quartier generale dell’authority russa Rospotrebnadzor per la protezione dei consumatori

La guardiana della salute europea - Scenario della sua ultima missione: Mosca, quartier generale dell’authority russa Rospotrebnadzor per la protezione dei consumatori. A fronteggiare (martedì sera fino alle 11; 6 ore mercoledì mattina) Gennady Onishchenko, il medico potente capo dell’authority è una bionda e assai tosta biologa, Paola Testori Coggi, direttore generale per la Salute e la Tutela dei consumatori della Commissione europea. Testori Coggi, l’italiana più alto in grado a Bruxelles, è volata a Mosca - chief negotiator della delegazione Ue guidata dal commissario alla Salute, John Dalli - con l’arduo compito di convincere i russi a togliere il blocco sull’importazione di ortofrutticoli europei scattato il 2 giugno per l’epidemia da Escheria coli che ha provocato più di 30 morti in Germania. Una decisione assai grave per i produttori europei (nel 2010 l’Ue ha esportato verdure in Russia per 594 milioni di euro). «Non bisogna demonizzare i batteri», mi aveva spiegato Testori Coggi prima di partire per Mosca. «Ci sono 9 mila tipi diversi di E.coli, 150 sono tossici, ogni anno in Europa abbiamo 3 mila casi non gravi d’intossicazione. Purtroppo, questa volta, hanno giocato più fattori: il batterio era del tipo più pericoloso; la diffusione è stata così larga perché le autorità regionali tedesche hanno perso più di 2 settimane prima di scoprire il batterio in uno stabilimento dove si coltivavano germogli di legumi e di soia in vasche d’acqua calda, particolare che ne ha accelerato la riproduzione. Ciò detto questa grave emergenza - circoscritta nel Nord della Germania - ormai è risolta. Invece, i russi hanno cavalcato l’allarme chiudendo l’importazioni di tutta la frutta e verdura da tutta l’Unione Europea. Una misura ingiustificata, a sfondo protezionistico». Ventiquattro ore dopo, mercoledì sera, la delegazione Ue ritorna a Bruxelles con l’accordo firmato per le due parti da Onishchenko e da Testori Coggi: missione compiuta, fine dell’embargo, ennesimo exploit della superlady. Lei racconta: «Come sempre con i russi la trattativa è stata durissima. Si litiga, si alza la voce, ci si accusa. Alla fine si trova un accordo. Con Onishchenko ho, da tempo, un buon rapporto. No, non mi offre vodka durante le trattative ma un raffinato tè verde!». Nominata direttore generale nell’aprile 2010 dalla commissione Barroso, Paola Testori Coggi, ha grandi responsabilità&potere (guida un team di mille persone; è lei che firma tutte le autorizzazioni europee per i farmaci, i pesticidi, i prodotti di cosmesi) ma, soprattutto, è una donna italiana assai rispettata in Europa. «Fin da piccola mio padre mise sopra il mio letto una frase di Giuseppe Mazzini: "La vita è missione e quindi il dovere è la sua legge suprema". E’ il mio motto», dice Paola, milanese, sposata da 35 anni con Mimmo (nipote dello scrittore Giovanni Testori) e madre di 3 figli. Dopo la laurea in biologia Testori Coggi ha sempre lavorato seguendo 2 stelle polari: l’amministrazione pubblica («Dall’ambiente alla salute alla sicurezza alimentare ho avuto il dovere e il privilegio d’occuparmi del bene dei cittadini») e l’Europa («Solo la cooperazione dei Paesi Ue può offrire soluzioni ai problemi della sanità, in termini d’efficienza e sostenibilità»). Entrata per concorso, nel 1983, come funzionaria nella Commissione europea Paola Testori Goggi, gradino dopo gradino, ha fatto una strepitosa carriera. Incontro chiave: con la commissaria Emma Bonino, ai tempi della "mucca pazza". «Straordinaria! In 2 anni ha riformato tutto il sistema, creando anche il corpo di 150 ispettori. La gente pensa che ci siano più emergenze; in verità, oggi, ci sono molti più controlli». Infine, la prestigiosa poltrona di Suprema Guardiana della salute di noi europei. «Una nomina non scontata. Ho fama di essere una "dura", non sono tipo da compromessi», ammette Paola Testori Coggi. «Pressioni delle lobby? L’industria fa i suoi interessi e non va demonizzata; ma, da tecnica, scelgo solo ciò che ritengo sia meglio per la salute e per i cittadini».