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 2011  giugno 26 Domenica calendario

COSÌ L’AUSTERITY HA CAMBIATO LA VITA DEI GRECI

Un anno dopo il salvataggio europeo ad Atene si parla ancora di austerity. Intanto i greci cominciano a capire che il tenore di vita faticosamente raggiunto dalle generazioni precedenti non è più sostenibile. In dodici mesi lo tsunami finanziario ha colpito la vita della gente comune stravolgendo ogni certezza.

Taglio ai salari

Kostas, 27 anni, fa il cameriere in un bar del centro di Atene, vicino all’Hotel Grand Bretagne. Ha dovuto ridursi lo stipendio del 20% per non perdere il posto e ora guadagna 600 euro al mese per dieci ore di lavoro al giorno. È tornato a casa dei genitori perché non poteva più permettersi di pagare l’affitto. Un destino comune anche per i suoi coetanei con un posto di lavoro nello stato che hanno subìto un taglio del 20% del salario mentre circa 70mila giovani con contratto a termine ora sono a spasso.

Negozi costretti a chiudere

Anna, 27 anni, laureata in lingue, ha perso il lavoro dopo che il negozio dove lavorava e che vendeva abiti di marca italiani, a Kolonaki, uno dei quartieri bene di Atene, ha chiuso i battenti aspettando tempi migliori. I negozi chiusi ormai sono la maggioranza con le vetrine impolverate e con i cartelli "affittasi" bruciati dal sole. Anna pensa di emigrare a Londra dove risiede sua sorella.

Senza elettricità

Dall’inizio della crisi ci sono stati dieci scioperi generali con conseguente paralisi del Paese a cui si sono sommate ulteriori proteste settoriali che hanno bloccato banche, traghetti, aeroporti, ospedali e scuole. Da ultimo si è aggiunta la lotta dei dipendenti della società elettrica pubblica (Dea) che si oppongono alla privatizzazione. La protesta sta bloccando l’erogazione del l’energia elettrica per una o due ore al giorno in varie parti del Paese. È una situazione sempre più difficile per gli utenti soprattutto ora che è cominciata la stagione estiva, che vede aumentare l’uso dei condizionatori d’aria.

Scontri con gli immigrati

Yannis, 34 anni, invece non partecipa agli scioperi e alle manifestazioni perché è un simpatizzante del movimento di estrema destra Chrisy Avghi (Alba dorata). Porta Rayban scuri e fa il portuale al Pireo. È contro la privatizzazione del porto di Atene dopo che la gestione dei container è già finita nelle mani dei cinesi della Cosco per 35 anni. È furioso con gli stranieri dopo che all’alba del 10 maggio scorso, Manolis Kantaris, 44 anni, è stato accoltellato da tre immigrati africani che volevano rubargli la videocamera. Manolis è una delle molte vittime di rapine e furti, in forte aumento ad Atene. Dopo l’omicidio migliaia di persone si sono riversate in strada ad Atene con candele, canti e c’è chi come Yannis ha cominciato a dare la caccia agli immigrati. La crisi sta facendo aumentare le rapine e le tensioni tra greci e immigrati.

Ritorno in campagna

Nikos, ex dipendente pubblico, ha deciso di lasciare Atene per tornare al paese natale, nell’isola di Rodi. Lì ha un piccolo campo e qualche capra: con la moglie coltiverà ortaggi e produrrà formaggio Feta. Dopo 37 anni di lavoro riceverà un pensione di 16.600 euro annui netti. Non è molto ma a Rodi la vita è meno cara che ad Atene dove si concentrano 5 dei 12 milioni di abitanti del paese. Anche Nikos, 37 anni, tecnico elettricista, ha deciso di lasciare il quartiere ateniese di Exarchia, per tornare nella casa dei suoi nonni paterni nel Peloponneso a fare il contadino, o almeno ci proverà, come altri 40mila greci che secondo una ricerca della Confagricoltura ellenica nell’ultimo anno sono tornati nei luoghi di origine, soprattutto nell’isola di Creta, nell’Eubea o in Tessaglia.

Turismo forzato in Bulgaria

Infine c’è chi lotta contro il caro vita. I greci cercano di difendersi come possono. Organizzano pulmann al mattino presto e vanno da Salonicco in Bulgaria per risparmiare sulla spesa di tutti i giorni, dall’abbigliamento, alle sigarette, alla benzina per un flusso finanziario che si stima in 30 milioni di euro l’anno. Fare shopping in Bulgaria è un ritorno al passato: senza l’euro tutto costa meno della metà, come ai tempi della dracma. Il sogno proibito dei greci.