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 2011  giugno 26 Domenica calendario

UN AMORE TORRIDO NELLA TANGERI DEL DOPOGUERRA

Sotto il portico della casa di Villa Adriana, vicino a Roma, che si era costruito con le sue mani, Carlo Mazzantini amava raccontare. Una volta parlava della guerra civile combattuta dalla parte sbagliata, dei reietti della storia, e ragionava sull’ostracismo che per mezzo secolo avevano subito i ragazzi in buona fede come lui. Altre ti raccontava di quel suo girovagare per l’Europa e per il Nord Africa, con la bellissima moglie Onia Donnelly, pittrice irlandese, alla ricerca di un ubi consistam che lenisse quel tormento che lo rodeva. Una passione mai spenta che ha portato Mazzantini (1925-2006) a scrivere il più bel romanzo sull’esperienza dei giovani repubblichini, A cercar la bella morte, oltre a una delle più acute riflessioni storiografiche sul tema, I balilla andarono a Salò. E quando aveva pagato questo suo debito civile ha raccontato le altre esperienze di troiano del Novecento catapultato fuori dalle mura delle illusioni ideologiche. Un senza patria che incontra l’amore a Parigi e getta nella Senna la sua tesi di dottorato e poi va in Spagna, quindi raggiunge Tangeri, con la bella Onia già incinta della prima figlia. All’esperienza in Marocco è dedicato questo romanzo postumo, L’italiano di Tangeri, pubblicato, come tutti gli altri libri di Carlo Mazzantini, da Marsilio. [...] Un amore naturalmente figlio del solo talento letterario, perché l’ultimo libro di Carlo Mazzantini, con una affettuosa prefazione della figlia Margaret, e un’acuta nota critica dell’editore Cesare De Michelis, è dedicato a Onia e alle figlie Moira, agente di cinema, Giselda, attrice teatrale, Margaret, scrittrice, Cristina, giornalista. Tutte eredi a modo loro di un talento di Carlo, che al di là della passione civile, ha vissuto la sua bella vita con un unico grande faro, quello della letteratura.