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 2011  giugno 26 Domenica calendario

LA GERMANIA, LE CALCIATRICI E LA FEMMINILITA’ DEI MUSCOLI

C’è una gara nella gara, nel campionato mondiale femminile di calcio che si apre questo pomeriggio a Berlino. Le 16 squadre dovranno ovviamente cercare di vincere: la Germania — campione nel 2003 e nel 2007— è favorita. Allo stesso tempo, però, le calciatrici sono impegnate a trovare se stesse, a dare un senso e un colore a uno sport povero e trascurato che continua a essere distante anni luce da quello giocato dai maschi. E questa seconda sfida è forse più affascinante della prima: le atlete sanno di non potere competere per capacità di attrazione con il calcio degli uomini; sono però le protagoniste di uno sport che sta lentamente crescendo in popolarità e, soprattutto, sta prendendo caratteristiche tutte sue, come minimo meno rozze. «Per lo più, le donne sono tra il dieci e il venti per cento indietro rispetto agli uomini in termini di volume del cuore, massa muscolare, volume del sangue e ciò naturalmente ha un effetto che si vede nel gioco» , sostiene Hans-Jürgen Tritschoks, uno degli allenatori di calcio femminile più famosi in Germania. Azioni più lente, spesso meno precise e meno esaltanti. Caratteristiche che, unite al fatto che le tifoserie sono limitate nel numero e nell’intensità, rendono «il gioco più bello del mondo» un po’ noioso. La vera sfida al calcio degli uomini, che di fatto parte da questo mondiale tedesco delle donne, è dunque un’altra: differenziarsi, non più rincorrere l’irraggiungibile ma segnare una diversità di approccio. Una maturazione, forse. La prima novità sta nel fatto che le calciatrici non cercano più di somigliare ai calciatori. La femminilità, ormai, è rivendicata. Se n’è ovviamente accorta la pubblicità che in Germania — il Paese più coinvolto in questo mondiale perché lo ospita e perché pensa di vincere di nuovo— sta dunque per la prima volta lavorando sul corpo delle giocatrici, sul loro lato sexy, in un Paese dove la pubblicità che esalta i centimetri di pelle nuda non è diffusa. Una catena di distribuzione di prodotti elettronici, Expert, ha per esempio realizzato un commercial nel quale tre calciatrici della nazionale tedesca— Fatmire Bajramaj, Celie Okoyino da Mbababi e Kim Kulig— giocano, sudano ma poi, nel mezzo della partita, si fermano e si passano sensualmente il rossetto sulle labbra. Non c’entra nulla con calcio e laptop, hanno notato i critici: segnala però un’evoluzione rispetto all’immagine della calciatrice mascolina, con i polpacci robusti e la grinta cattiva del passato. Non cambia però solo l’immagine. La scorsa estate, la portiera della nazionale tedesca Ursula Holl ha ufficialmente registrato la sua partnership di vita con la fidanzata. La notizia di una calciatrice lesbica ha fatto i titoli dei giornali, ma nell’ambiente il fatto è stato preso con naturalezza: le compagne si sono congratulate e così ha fatto Theo Zwanziger, il capo dell’associazione calcistica tedesca. Una cosa del genere nello spogliatoio di una nazionale maschile, anche quella della Germania, avrebbe probabilmente provocato striscioni e cori allo stadio. E c’è altro. Colei che è considerata la migliore calciatrice di tutti i tempi, Marta — brasiliana, 25 anni, cinque volte consecutive giudicata migliore giocatrice del mondo — ha cominciato a tirare al pallone come i suoi amici maschi, a sette anni e a piedi scalzi, poi ha giocato in Svezia e ora sta in una squadra dello Stato di New York, non lontano dalle cascate del Niagara. È una star, l’anno scorso è stata premiata assieme a Lionel Messi e nello Stato brasiliano di Alagoas le stanno costruendo una statua. Ciò nonostante, guadagna cifre enormemente inferiori a quelle dei suoi colleghi maschi, fa una modesta pubblicità per un’azienda di hot dog. Il suo è un mondo semplice. Un pianeta diverso, insomma, quello del calcio femminile, che si allontana invece di avvicinarsi a quello maschile. Per ora entusiasma — moderatamente, per essere sinceri— la Germania. La federazione tedesca ha lanciato la Barbie nazionale, sulle fattezze della bomber Birgit Prinz. E quest’anno la Panini ha lanciato il primo album di figurine dedicato al mondiale delle donne: solo in Germania, ma comunque un gol. Danilo Taino