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 2011  giugno 26 Domenica calendario

Eminenza, prendo spunto dal film Habemus Papam di Nanni Moretti che racconta di un Pontefice il quale si sente inadeguato al ruolo

Eminenza, prendo spunto dal film Habemus Papam di Nanni Moretti che racconta di un Pontefice il quale si sente inadeguato al ruolo. Non voglio riaccendere polemiche o fare recensioni, quello che le chiedo è i sentimenti che ha provato e a chi ha rivolto il primo pensiero, quando è stato chiamato a condurre la più grande diocesi del mondo: la Chiesa ambrosiana. Non è normale avere paura? Andrea Sillioni Bolsena (Viterbo) Ringrazio per questa domanda, che mi invita a comunicare qualcosa che rimane nella mia memoria come uno dei tempi belli della mia vita, per cui ringraziare il Signore. Non penso di averne mai parlato pubblicamente, ma ora è giunto il momento di farlo. Era la seconda metà del mese di dicembre del 1979. Io ero allora Rettore della Pontificia Università Gregoriana, che Papa Giovanni Paolo II aveva visitato poco tempo prima (era stato anche a cena con noi), senza farmi parola delle sue intenzioni su di me. Perciò fui molto stupito dalla nomina a Milano, che mi presentò in gran segreto, alcuni giorni dopo, un inviato della Congregazione dei Vescovi. Chiesi qualche giorno di tempo per riflettere. In realtà non avevo mai pensato a una simile eventualità. Neppure sapevo che si cercasse un vescovo per Milano. Non sapevo nulla della città, dove ero stato solo qualche volta di passaggio. Non avevo la minima idea di come si svolge la vita di un vescovo e neppure sapevo come funziona una Curia e che cosa significasse un Vicario Generale. Ma non mi prese mai la paura o l’affanno. Solo sapevo che se il Papa avesse insistito sulla sua nomina, avrei affrontato difficoltà che non potevo immaginare, mentre quelle che ero capace di immaginare non le avrei probabilmente avute. In ogni caso ero certo che la Parola di Dio mi avrebbe aiutato. Mi consultai subito con il mio Padre spirituale, che contrariamente al previsto fu molto favorevole, e con il mio Superiore Generale, che mi spiegò la sua posizione previa. Egli infatti conosceva la cosa già dai mesi precedente e ci teneva che in tutto fossimo obbedienti al Pontefice. Ma restavano ancora dubbi e difficoltà e chiesi di essere ascoltato dal Papa. Mi ricevette molto presto, mi pare nell’antivigilia di Natale. Io uscii da quella udienza particolarmente consolato e, messo da parte ogni pensiero sul futuro, mi diedi con grande impegno a vivere la liturgia del Natale. Il 28 dicembre mi arrivò la nomina definitiva, che fu pubblicata il giorno dopo. Mi rimisi completamente al Signore e alla sua Parola. Ora, dopo tanti anni, mi chiedo come mai ebbi quella giovanile incoscienza. C’era in me una mistura di sentimenti. Mi dispiaceva abbandonare per sempre la vita di studioso, ma mi sentivo dentro come un desiderio di esprimermi anche nella pastorale. Oggi avrei paura di quella incoscienza, ma credo che mi venisse come dall’alto per un ministero che fu una delle cose che ricordo più volentieri della mai vita. Trovai infatti tanta comprensione e una collaborazione che mi diede il coraggio di portare i pesi e le responsabilità della carica.