Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Nel castello di Torre in Pietra, a 25 chilometri da Roma, s’è sposata sabato pomeriggio, alle 18 e 30, Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità. Lo sposo è il costruttore Marco Mezzaroma. Testimoni di lei: il fratello Gianrocco e Silvio Berlusconi. Quelli di lui: Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco De Mita, e l’imprenditore Gianluca Pizzulli. Il castello, tutto circondato da mura e torri, con tanto di fossato, è a prova di curiosi e paparazzi. All’interno, una chiesa ottagonale in cui è stato celebrato il matrimonio e tanti alberi di cedro. Solo famigliari e amici intimi nella cappella, ignoto il nome del celebrante, la sera trecento ospiti in giardino, sotto grandi ombrelloni bianchi disposti sul bel prato all’inglese. Per le donne obbligo dell’abito lungo, ma rigorosamente senza paillettes. Sette i ministri presenti (Stefania Prestigiacomo, Franco Frattini, Giorgia Meloni, Maria Stella Gelmini, Michela Vittoria Brambilla, Raffaele Fitto e Maurizio Sacconi) e parecchi parlamentari del Pdl (la Mussolini, non invitata, s’è arrabbiata per l’esclusione e, durante il programma radiofonico Un giorno da Pecora, ha definito la Carfagna «ministruccia»: «Quando si manda una partecipazione o la si manda a tutte le deputate o a nessuna. Sennò diventa brutto e non di pari opportunità»). La Carfagna indossava un abito bianco scivolato, confezionato nella sartoria di Pinella Passaro, negozio nel cuore di Salerno, dove anche sua mamma si fece fare il vestito quando si sposò (ha detto la stilista Pinella Passaro: «Mara ha un portamento da indossatrice e una raffinatezza innata. Ho disegnato per lei un abito che sarà all’insegna della sobrietà e dell’eleganza, da vera regina»). Lista di nozze da Limentani, negozio romano nel ghetto ebraico preferito dalla borghesia. Poi cascate di confetti Pelino scelti in tutti i gusti possibili: mandorla, nocciola, pistacchio, vaniglia, cioccolato. Luna di miele rimandata ad agosto.