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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

IL MISTERO DEL RITRATTO DI FARRAH COMPARSO IN CAMERA DI O’NEAL —

Se Stanley Kubrick fosse ancora vivo, la notizia di ieri— le immagini di un reality show mostrano che un quadro di Andy Warhol appartenuto a Farrah Fawcett, del valore di trenta milioni di dollari e da lei lasciato in eredità nel 2009 alla sua università e apparentemente sparito nel nulla, è invece a casa del suo ex compagno Ryan O’Neal — lo farebbe sorridere in un modo un po’ speciale. Perché quando Kubrick, negli anni 70, cercava un attore per il ruolo dell’avventuriero settecentesco Barry Lyndon, avido e violento e traditore e ubriacone che viveva alle spalle della nobile moglie in lutto per la morte di loro figlio, aveva scelto Ryan O’Neal, tutti avevano criticato il regista. E l’insuccesso del film uscito nel 1975 (ora compare regolarmente nelle liste dei capolavori della storia del cinema) era stato attribuito anche alla decisione di ingaggiare l’attore belloccio e un po’ statico di Love Story nei panni del personaggio inimitabile creato da William Thackeray (autore de La fiera delle vanità). Oggi che O’Neal ha settant’anni e i famosi capelli biondi del ragazzo di Love Story lo sono ancora soltanto grazie al lavoro del suo colorist e la bella linea della mascella volitiva di un tempo è gonfiata da decenni di abuso di alcol e gli occhi blu sono sempre un po’ liquidi e appesantiti dalle borse, oggi più che mai sembra che Kubrick ci avesse visto giusto. Farrah Fawcett, ex studentessa d’arte, pittrice e scultrice dilettante, ritratta da Warhol all’apice della fama e della bellezza nel 1980, era proprietaria di due quadri di quella serie. Quadri che lei, nello stesso testamento dal quale era stato escluso O’Neal, aveva lasciato al college texano dove non si era laureata ma al quale era rimasta legata. L’università aveva perfino ingaggiato un investigatore privato per ritrovare uno di quei due Warhol, svanito nel nulla. Ma sarebbe bastato fare una visita a casa O’Neal. Come ha fatto la troupe del reality «Ryan &Tatum: The O’Neals» del canale OWN nel quale padre e figlia gettano in pasto alla curiosità del pubblico i loro quattro decenni di drammi, risse e dispetti. — per Ryan O’Neal l’accusa di aver preso possesso delle opere d’arte della donna che non aveva mai sposato è soltanto l’ultima brutta storia di una vita piena di guai, dalla dipendenza da alcol e droghe al cancro (battuto cinque anni fa) e attraversata dal rapporto spaventoso con i figli. Dall’odio di Tatum che vinse l’Oscar a dieci anni per Paper Moon interpretato a fianco di papà (lui tornò dalla cerimonia a mani vuote) e che da allora l’ha ricoperto di insulti, non invitandolo al suo matrimonio con John McEnroe (altro cattivo ragazzo irlandese col quale era destinata a rompere ogni rapporto: non c’era bisogno di essere il prof. Freud per prevederlo) e non facendogli conoscere i nipotini. Tatum l’ex tossica che accusa papà Ryan di averla spinta verso gli stupefacenti (nel suo caso il crack, cocaina da fumare — la droga dei ghetti) e al quale ha dedicato un libro best-seller spietato e un secondo, recente, più conciliante fino all’ultima frontiera, la faida familiare consumata davanti agli spettatori del reality show d’un canale di serie B (come se non bastasse, pure nell’ultimo libro di Tatum si legge che a casa di Ryan c’è «il quadro di Warhol con il volto di Farrah» , cosa che aveva già messo in allarme gli investigatori fino alla prova fornita adesso dalle immagini televisive). Non che le cose con il fratello di Tatum, l’altro figlio nato dal primo matrimonio di O’Neal, Griffin, vadano meglio. Attore fallito, era al comando della barca sulla quale morì — per una sua manovra azzardata, riconobbe il tribunale nel 1986 — l’adorato figlio di Francis Ford Coppola, Gio. È lo stesso Griffin che quattro anni fa papà Ryan armato di pistola aggredì finendo arrestato, con foto segnaletica in pasto ai siti di gossip. Redmond, figlio di Ryan e della Fawcett, è finito anche lui in carcere per droga (nell’inchiesta fu coinvolto anche il padre) e altri reati, potendo visitare la madre morente nell’estate del 2009 soltanto grazie a permessi speciali ottenuti dal giudice. Il Warhol con il volto di Farrah, dal valore affettivo indubbiamente inestimabile ma quotato 30 milioni di dollari (21 milioni di euro) e apparentemente finito nella camera da letto di O’Neal è l’ultima puntata— letteralmente— del reality-soap di una famiglia colpita da continue disgrazie (spesso autoinflitte). Ma a Ryan O’Neal converrebbe cambiare canale, e passare dal reality a un dvd. Magari la storia di Barry Lyndon avventuriero che aveva un codice d’onore: alla fine del film, infatti, seguendo le regole cavalleresche del mondo dei nobili che l’hanno sempre disprezzato, Barry risparmia il figliastro che l’aveva sfidato a duello. E che, però, gli spara ugualmente. Il film finisce con Barry Lyndon ormai vecchio, senza una gamba, bandito dal regno e ridotto a vivere della carità della bellissima moglie che l’ha cacciato. O’Neal, se non la ricorda, potrebbe vedere che sullo schermo, invece di «The End» , compare una scritta: «Epilogo... Sotto il regno di re Giorgio III questi personaggi vissero e si sfidarono; buoni o cattivi, belli o brutti, ricchi o poveri, adesso sono tutti uguali» .
Matteo Persivale