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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

«ORA CONGRESSI IN LOMBARDIA E VENETO»

Flavio Tosi, 42 anni, è l’unico leghista a guidare una grande città. I veronesi l’hanno eletto al primo turno con il 61%. Oggi ha un gradimento vicino al 70: con Matteo Renzi, il sindaco più popolare d’Italia. È considerato vicino a Maroni. Sindaco, lei prima dei ballottaggi e dei referendum disse che in caso di sconfitta sarebbe stato possibile un cambio a Palazzo Chigi. E ora? «Ora il movimento ha scelto di dare a Berlusconi l’ultima chance. L’ultimatum di Pontida. O fa alcune cose in tempi certi, altrimenti va a casa» . Lei crede veramente che Berlusconi le farà? «Lo vedremo molto presto. Già entro 30 giorni dovrà essere modificato in senso federale il patto di stabilità, che oggi penalizza i comuni amministrati bene. Purtroppo i primi segnali non sono incoraggianti» . Quali primi segnali? «La priorità non può certo essere la legge sulle intercettazioni. Le urgenze del Paese sono ben altre» . Quando scade l’ultimatum, secondo lei? «Per la riforma fiscale e il ritiro dalla Libia e dall’Afghanistan, non oltre fine anno» . Per la prima volta, la leadership di Bossi è messa in discussione. «La leadership è ancora salda. Ne ha preso atto anche Maroni, che ha evitato forzature sulla storia del capogruppo alla Camera» . Fosse per Maroni, il governo sarebbe già saltato, non crede? «Maroni è arrabbiato, perché ha visto vanificare un lavoro enorme a causa degli errori di Berlusconi. Aveva fatto gli accordi con la Libia. Poi anche con la Tunisia. Il Consiglio dei ministri aveva votato contro il coinvolgimento dell’Italia. Io mi sono schierato contro l’ipotesi che i libici crescessero troppo in Unicredit, però l’interesse nazionale lo guardo, e credo sia giusto fare affari con loro. Invece Berlusconi si è rimangiato tutto e si è unito alla guerra senza neppure avvisarci. Un errore dopo l’altro. Del resto, i francesi non si sarebbero mai permessi di intervenire in Libia, nella nostra sfera di influenza, se non fossimo così deboli. Come se noi andassimo a bombardare la Costa d’Avorio. Abbiamo fatto la figura dei cotechini» . Sta dicendo che con un altro premier Sarkozy non si sarebbe mosso? «Dico che tutto nasce dal nostro deficit di credibilità e di forza in Europa e nel mondo» . Altri errori di Berlusconi? «Milano. La campagna elettorale. La gestione del caso Ruby. Per me, quel processo è una bolla di sapone. Ma Berlusconi per mesi non ha parlato d’altro, si è lanciato contro le "toghe rosse", ha attaccato la magistratura con termini inaccettabili. E la nostra gente ne chiede conto a noi, che siamo i suoi alleati. La Lega ha pagato un dazio altissimo per Berlusconi. Ecco perché Maroni è arrabbiato» . Non negherà che la Lega è divisa. Esiste un rischio scissione? «No. Ma bisogna fare i congressi. Non tanto il congresso federale, che finirebbe con l’acclamazione di Bossi. I congressi regionali, in Lombardia e in Veneto. Pontida è un grande raduno di popolo, ma non basta. Nei congressi potremo ascoltare tutti i militanti. Ricomporre le tensioni. E uscirne compatti» . Nei congressi provinciali in Veneto i suoi candidati spesso hanno battuto quelli di Gobbo e Bossi. «Non è così. Possono esserci più persone in campo. Ma sono tutti candidati di Bossi. Io stesso gli devo il mio posto: Berlusconi preferiva di gran lunga un altro sindaco, e Bossi si è impuntato» . Il capo non è troppo condizionato dal «cerchio magico» ? A proposito, visto che ne fanno parte suoi concittadini come Bricolo e la Martini: che cosa è esattamente questo «cerchio magico» ? «È del tutto normale che un leader abbia attorno a sé un gruppo di persone. Allo stesso modo, potrei dire che Gianni Letta fa parte del cerchio magico di Berlusconi. L’importante è che le tensioni siano risolte non nei conciliaboli, ma nei congressi» . Dopo Bossi verrà suo figlio Renzo? O Maroni? «Dopo Bossi c’è Bossi. Non è il momento di parlare di successione. È il momento di incalzare Berlusconi» . Pensa davvero che Bossi sia ancora quello del ’ 94? Che conservi la forza politica e anche fisica di far saltare tutto? «La testa è sempre quella. Sulla Libia e su Milano Bossi aveva visto giusto. Lo vedrete tra sei mesi: se Berlusconi non avrà fatto tutto quel che abbiamo chiesto a Pontida, il nostro leader lo manderà a casa» . La Lega ha rinunciato o no alla secessione? «Il problema è molto più concreto: quando un Paese, come la Cecoslovacchia o la Jugoslavia, è diviso da grandi dislivelli economici, con la crisi si spacca. Se l’Italia non esce dalla crisi, anche l’Italia rischia» . Nascerà una Lega Sud? «Se sarà all’insegna del clientelismo e dell’assistenzialismo, spero di no. Se lavorerà per il cambiamento del Sud, sarebbe meraviglioso. Già l’elezione di de Magistris è un bel segnale di novità» . Prima di essere eletto, lei disse che non avrebbe esposto il ritratto di Napolitano. Perché ha cambiato idea? «Lo consideravo un comunista e basta. Ha dimostrato di essere il presidente di tutti gli italiani» . Nella Lega la sua scelta di festeggiare i 150 anni è stata molto criticata. «La rivendico. Io sono il sindaco di 270 mila veronesi. E considero giusto celebrare l’unificazione del nostro Paese» .
Aldo Cazzullo