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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

«LA VOSTRA MONETA E’ FERITA. E’ L’UOMO GIUSTO PER CURARLA» —

Ted Truman è l’uomo dietro la copertina di dodici anni fa. Davanti, in un celebre numero di «Time» , c’erano Alan Greenspan, Roberto Rubin e Larry Summers: i vertici del Tesoro americano e della Federal Reserve nella successione di crisi finanziarie dall’Asia del ’ 97 alla Russia del 2000. Alle loro spalle, responsabile prima alla Fed poi al Tesoro per le relazioni internazionali, Edwin (Ted) Truman ha spesso lavorato fianco a fianco con Mario Draghi. E oggi, dal Peterson Institute for International Economics, ne segue con soddisfazione la nomina alla Bce. Che impressione fa negli Stati Uniti la scelta del governatore italiano per Francoforte? «Non posso parlare per gli Stati Uniti ma posso dire che nel governo americano, per il quale ho lavorato, Draghi ha sempre goduto di grande considerazione. Fra i possibili candidati al posto della Bce lui è il migliore. Ho lavorato a stretto contatto con Mario per decenni, è un uomo molto capace. Lo conosciamo da quando era al Tesoro italiano, poi nella finanza privata e dall’esperienza di questi anni alla banca centrale» . Pensa che si muoverà diversamente rispetto a Jean-Claude Trichet, il suo predecessore? «Non in maniera sostanziale. Credo che chiunque assuma quel posto dopo questi anni importanti di Trichet non vada lì per cambiare l’istituzione da un giorno all’altro. Ma con il tempo, magari dopo due o tre anni, sospetto che l’accento cadrà su aspetti un po’ diversi» . Cosa intende dire, dove saranno le differenze? «Draghi porta a Francoforte una conoscenza più profonda del sistema bancario e dei legami strutturali nei quali la Bce si trova con esso. Sa molto bene cosa significhi avere a che fare con le banche private nelle situazioni complesse che viviamo in questa fase, con il rapporto delicato fra debito pubblico, istituti di credito e banca centrale. Su questo Draghi ha competenze più profonde di Trichet» . Dicono tutti che sia un uomo pragmatico... «In generale anche Trichet si è dimostrato piuttosto pragmatico, a parte quest’ultimo episodio riguardo al coinvolgimento delle banche private nel salvataggio della Grecia. In questo caso la Bce si è fatta mettere nell’angolo dai governi molto più di quanto fosse necessario, mentre intanto cercava di dettare loro le condizioni» . Vuole dire che Draghi dovrà curare questa ferita? «Ferite da curare ne troverà ovunque... Ma non credo scenderà a compromessi sull’indipendenza della sua istituzione. Uno dei punti di forza di Mario è che viene dalla Banca d’Italia: storicamente, è stata delle banche centrali più indipendenti dal potere politico penso che proprio quella tradizione lo metterà in una posizione eccellente per guidare la Bce» . Dunque nessun problema da questo punto di vista? «Come poi questo si metterà in relazione con l’insieme della costruzione europea è da vedere. Draghi sa bene che l’architettura è ancora incompleta » . Lo si è visto nel caso delle richiesta di dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi dalla Bce avanzata dai governi, non trova? «Brutta situazione. Credo che Draghi e Bini Smaghi siano in rapporti sufficientemente buoni fra loro e questa circostanza è imbarazzante per entrambi. Mi dispiace molto per tutti e due, non credo che a Draghi abbia fatto per niente piacere. Va detto che il passo indietro di Bini Smaghi oggi ha evitato una vera e propria crisi costituzionale in Europa. Non sarebbe stato un buon momento per affrontarla» Addirittura una crisi costituzionale? «Se ho ben capito, i francesi erano pronti a far saltare il tavolo» .
Federico Fubini