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 2011  giugno 25 Sabato calendario

Io, supervisore del sequestro, ero in piazza Sant’Appollinare quando Emanuela Orlandi fu rapita»

Io, supervisore del sequestro, ero in piazza Sant’Appollinare quando Emanuela Orlandi fu rapita». A 28 anni da un caso di cronaca divenuto giallo internazionale, anche la procura di Roma indaga sulla «pista inglese» e sulle dichiarazioni ai mass media di un ex agente del Sismi. Luigi Gastrini (55 anni, siciliano, da poco rientrato a Bergamo dallo stato brasiliano di Minas Gerais) sarà ascoltato nei prossimi giorni dai pm di Roma che si occupano della scomparsa della cittadina vaticana. Ieri sera Gastrini al Tg1 ha rivelato la sua presenza in piazza Sant’Appollinare quando fu rapita Emanuela Orlandi e si è attribuito un ruolo di supervisore nel sequestro. Lo 007 sostiene che la figlia del commesso della Casa Pontificia, Ercole Orlandi, è in un manicomio dove «fu portata subito dopo il rapimento» e per questo sarebbe già stato sentito dalla procura di Bolzano. In Alto Adige una testimone ha riferito di una ragazza somigliante alla Orlandi con «un girocollo non metallico» ora riconosciuto dalla famiglia. «A Bolzano sono stato sentito come persona informata sui fatti e ho risposto alle domande sulla presenza di Emanuela in un manicomio londinese - afferma Gastrini -. In questi giorni sono stato minacciato, non ho paura per me ma per la mia famiglia. Questa gente non scherza. Emanuela è passata in Germania, Francia e Inghilterra. La famiglia deve scovare in fondo a cosa faceva Ercole Orlandi: scoprirà cose che non le piaceranno». Secondo Gastrini, Ercole Orlandi aveva saputo di giri di denaro da «pulire» legati all’Istituto Antonveneta. Sono in corso accertamenti circa la credibilità e l’affidabilità dell’ex agente del Sismi, anche «inerenti alla sua persona ed alla sue dichiarate qualifiche». Intanto Pietro Orlandi è rientrato a Roma dopo aver cercato senza esito la sorella in due strutture psichiatriche di Londra e Birmingham: a tutti ha mostrato una fotografia del viso «invecchiato» de Emanuela elaborata dalla polizia. Nulla da fare. L’ospedale di Birmingham aveva una struttura psichiatrica abbattuta 3 anni fa e i pazienti sono stati trasferiti ad altre unità, anche private. Un nome Orlandi c’è nei registri di un altro centro a Welwyn nell’Hertfordshire. Gli amministratori hanno chiesto la sua documentazione per farla vedere ad alcuni psichiatri che hanno lavorato nella struttura in passato. Anche Ali Agca, in un colloquio con il fratello, chiama in causa il Sismi e indica un piano per la liberazione dando la responsabilità ai Lupi grigi. «Emanuela si trova in una località europea, ci sono preti e suore che si occupano di lei, bisogna chiedere la verità al Vaticano», aggiunge l’attentatore di Karol Wojtyla. Ma quella che vieneoggi alla luce è davverouna nuova pista investigativa, oppure è solo un depistaggio o ancora il tentativo di accreditarsi come protagonista per promuovere futuri memoriali e «libri-verità»? I fatti sono ancora avvolti dalla nebbia. Poco più di un anno fa, le indagini della Procura di Roma hanno ripreso slancio con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone legate agli ambienti della Banda della Magliana. Ora riprendono i colpi di scena e le segnalazioni. La scomparsa della cittadina vaticana inizialmente considerata come allontanamento volontario di un’adolescente è divenuta negli anni una delle vicende più oscure e intricate della storia italiana coinvolgendo Vaticano, Ior, mala romana e Banco Ambrosiano. Emanuela Orlandi frequenta una scuola di musica a piazza Santa Apollinare a Roma. Il 22 giugno, esce dalla lezione dieci minuti prima del previsto, telefona alla sorella maggiore riferendole che le era stato proposto un piccolo lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici) ad una sfilata di moda pagato esageratamente (375mila lire). Da allora è svanita nel nulla. Gastrini c’era?