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 2011  giugno 25 Sabato calendario

Birtwistle Harrison

• Accrington (Gran Bretagna) 15 luglio 1934. Compositore • «Per mettersi a scrivere oggi un’opera su Orfeo, sull’Ultima Cena o sul Minotauro bisogna essere o degli sprovveduti o dei gran presuntuosi. Oppure no: lo si può fare, ma non è facile. Harrison Birtwistle c’è riuscito. Fra i contemporanei è forse quello con il senso del teatro più innato e integrale. L’anagrafe e la geografia contano eccome. Birtwistle è del 1934. La generazione che si fa le ossa con Stravinsky, Messiaen e Varèse. Numi che ti segnano, maestri dove il ritmo - inteso nel significato complesso di scansione d’accenti e gestione di durate - se non tutto è almeno il primum movens. E poi è inglese, di Accrington, Lancashire. Un’oasi irrorata dalle nevrosi liquide di Britten, felicemente al riparo dalle crociate che in quegli anni riempiono il continente di musica ostile e capace di parlare solo a se stessa. Sarà anche per questo che, fuori dai circoli di iniziati, viene apprezzato solo dagli anni ’90 [...] un linguaggio che non concede troppo ad ammiccamenti e piacevolezze ma trabocca di storie e di segreti. E lui ha una gran voglia di condividerli. Come l’attrazione ipnotica per il mito. Retaggio ancestrale, riserva di bellezza e crudeltà ancora capace di parlare alla nostra “surmodernità” consunta, il mito per eccellenza è quello greco. Fa capolino nel 1965 con Tragoedia per quintetto di fiati, arpa e quartetto d’archi, con i musicisti che si spostano sul palco come corifei seguendo i pàrodi e gli stàsimi dell’antica tragedia greca. [...] Il mito travasa poi in Nenia: The Death of Orpheus del 1970, si espande nel 1984 in The Mask of Orpheus. E deflagra nel 1995 con Panic, ditirambo per sax contralto, batteria, legni, ottoni e percussioni [...] Panic come Pan, il dio caprigno seguace di Dioniso e delle sue ebbrezze veggenti. Ma anche come panico, il terrore dell’uomo di fronte alle forze misteriose e incombenti della natura. Trasmessa in diretta dalla Bbc, la prima fu seguita da oltre cento milioni di persone in tutto il mondo. Un caso unico per un brano contemporaneo tosto, costruito sulle forme selvagge del canto corale dionisiaco. Insieme il “trittico della notte”: Night’s Black Bird, il suo brano-madre The Shadow of Night e in mezzo la canzone In Darkness Let Me Dwell di John Dowland, da cui entrambi traggono il mood. Il cantore con la cetra torna filtrato dai sonetti espressionisti di Rilke nelle Orpheus Elegies [...] L’opera The Minotaur, andata in scena il 15 aprile 2008 alla Royal Opera House, ribadisce che il mito resta serbatoio inesauribile. [...] Che però Birtwistle non sia un candido orfanello d’Arcadia lo conferma The Cry of Anubis da The Second Mrs Kong: pastiche di storia, leggenda e fiction del 1994 con King Kong che si innamora della Ragazza dall’Orecchino di Perla. Insieme fuggono e finiscono nell’Ade guardata da Anubi, dio-sciacallo impersonato dalla tuba ululante di James Gourlay. Le Earth Dances scoprono invece un altro cardine del linguaggio di sir Harrison: il mistero d’un ritmo che ora torna pulsazione primordiale, ora divide il tempo come blocchi di materia scagliati l’uno contro l’altro. Musica geologica, quaranta minuti di sommovimenti tellurici con i pentagrammi che si torcono e si metamorfizzano come strati di roccia in formazione. [...]» (Nicola Gallino, “la Repubblica” 29/8/2008) • Vedi anche anche Angelo Foletto “la Repubblica” 8/9/2008; Giorgio Pestelli, “La Stampa” 17/9/2008.