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 2011  giugno 25 Sabato calendario

Il greco damocle, la spada sui mercati - La crisi del debito pubblico greco è scoppiata più di un anno fa; ma pende ancora come una spada di Damocle sui mercati finanziari

Il greco damocle, la spada sui mercati - La crisi del debito pubblico greco è scoppiata più di un anno fa; ma pende ancora come una spada di Damocle sui mercati finanziari. Per le Borse e molti titoli di Stato dell´Eurozona, è stata un´altra settimana di tensioni. A tenere in ostaggio mezzo mondo, più che le sorti della Grecia, sono però le crepe politiche e istituzionali di un´Eurozona incapace di risolvere rapidamente la sua prima crisi esistenziale. E la fragilità del suo sistema bancario: sono infatti le prospettive delle banche europee a spaventare i mercati. Lo ha detto esplicitamente il presidente della Fed, Bernanke: l´esposizione diretta americana al debito greco è risibile; ma quella indiretta, verso le banche di Eurolandia, in caso di default greco potrebbe affondare Wall Street e ostacolare la ripresa. Significativo che Bernanke ritenga un default possibile, al punto da chiedere alle "sue" banche uno stress test apposito. Stando a quel che si è letto, è sembrato che gli attori della crisi non fossero la Grecia da una parte e un´istituzione europea dall´altra (un inesistente Fondo Monetario Europeo), come sarebbe logico, ma la Banca Centrale Europea opposta al governo tedesco. E la contesa non sulle misure di austerità, sulle quali sono tutti d´accordo, ma sull´eventuale necessità di una ristrutturazione del debito greco. La Bce sostiene con forza che qualsiasi modifica unilaterale di scadenza, valore di rimborso, date o ammontare delle cedole, farebbe scattare la clausola di default, e imporrebbe alle banche di svalutare il debito in bilancio. Per quelle greche sarebbe il dissesto, come per molte imprese. Per il resto del sistema bancario di Eurolandia significherebbe dover contabilizzare minusvalenze e sofferenze, non solo sul debito pubblico, ma anche su quello privato. E il probabile contagio di Irlanda e Portogallo metterebbe a rischio l´intero sistema: le sole banche francesi e tedesche sono esposte per 300 miliardi verso questi tre paesi. Senza contare che anche Spagna e Italia potrebbero rimanere coinvolte. La posizione del governo tedesco, favorevole a penalizzare anche i creditori della Grecia, serviva a placare un´opinione pubblica che non vuole pagare per gli eccessi dei greci, e chiede di punire chi li ha finanziati. Ma la vera priorità del Governo tedesco è proteggere il suo sistema bancario. Così, alla fine, ieri ha accettato un nuovo piano di salvataggio, senza ristrutturazioni. Si parla solo di chiedere ai detentori del debito greco in scadenza di rinnovare "volontariamente" l´investimento in nuovo debito: se pagherà tassi di mercato, per la Grecia non cambia nulla; se più bassi, si rischia venga considerato default. Ma così si lasciano i mercati ostaggio dell´incertezza: per gli investitori, infatti, la questione non è come le banche contabilizzano il debito greco, ma la probabilità che venga ripagato. Ufficialmente il risanamento senza default è alla portata della Grecia. Draghi ha ricordato che l´Italia seppe fare di meglio al tempo dell´uscita della lira dallo Sme. Ma il paragone non convince. Il nostro risanamento fu aiutato da quattro anni di forte crescita (+9% cumulato, da metà ‘93), grazie a una drastica svalutazione. E questo i greci non lo possono più fare. Inoltre, prima della crisi, il Pil italiano era sceso in tutto del 2%, mentre quello greco ha già perso il 10% dal picco del 2008, e con l´austerità imposta la caduta potrebbe assumere dimensioni argentine (-18% nel triennio 99-01). Ma l´Argentina ha svalutato e fatto default; per poi crescere del 27% nel triennio successivo. Il mercato pensa che Bce e Governi europei non facciano bene i conti. Si ripete che default e l´abbandono dell´euro sarebbero costosi per la Grecia, tagliata fuori da qualsiasi fonte di finanziamento, pubblica o privata; vero. Ma se costasse meno dell´austerità richiesta per rimanere in Eurolandia senza default? In prospettiva non siamo così distanti. Quindi i timori per le banche europee peseranno ancora sui mercati, anche se il Parlamento greco approverà il risanamento richiesto dal nuovo piano di salvataggio che Europa e FMI hanno deciso di finanziare. Governo e banche italiane sono avvertite.