Angelo Aquaro, la Repubblica 25/6/2011, 25 giugno 2011
LA GUERRA DEI GIORNALI PER IL DELITTO DEL SECOLO
Il torso lo trovarono al molo dell´11esima strada, giù nel Lower East Side, senza testa, senza gambe: avvolto in un cencio, i ragazzini che avevano visto galleggiare il fardello pensavano di trovarci dentro chissà che tesoro, e invece sai che orrore. Le gambe le trovarono il giorno dopo, 150 isolati più a nord, un certo Julius Meyer portava i figli a raccogliere more lungo l´Harlem, e tra i cespugli l´allegra famiglia vide spuntare un altro cencio. La polizia non sapeva neppure da dove cominciare, all´alba del 1897. Ma due uomini non avevano alcun dubbio: quella storiaccia era ciò che ci voleva per i loro giornali. Quei due uomini si chiamavano William Randolph Hearst, il grande editore del New York Journal, che nel capolavoro di Orson Welles sarebbe diventato "Citizen Kane". E Joseph Pulitzer, il direttore del New York World, che distrutto da questa guerra col rivale si dedicò a un giornalismo meno gridato e più impegnato: fino a dare il proprio nome al premio più prestigioso del mestiere. Bellissima storia questa raccontata da Paul Collins in The Murder of the Century, il delitto del secolo. E che riflessi condizionati quelli dei giornalisti di oggi. Con il New York Times, principe dei giornali seri, che pure elogiando il libro gli contesta titolo e sottotitolo, "il crimine che fece esplodere la guerra dei tabloid", al «limite dell´iperbole», dice, visto che i tabloid allora non li avevano ancora inventati. E il New York Post, principe delle iperboli, che saluta al contrario quell´episodio come la nascita «di una nuova era del giornalismo»: il suo.