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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

«AVATAR», «ALICE»: IL CINEMA VA A MERAVIGLIA —

Piccoli passi verso la ripresa, soprattutto grazie al cinema che con titoli campioni d’incassi come Avatar, Benvenuti al Sud, Alice in wonderland fa svettare davanti alla spesa degli italiani al botteghino nel 2010, rispetto al 2009, un bel segno più: un aumento del 3,97%, con 249 milioni di ingressi e un «esborso» per tre miliardi e 973 milioni di euro (più 1,59%rispetto all’anno precedente). Dalla crisi non si è fuori, anche perché la timida risalita avviene in confronto ad anni molto bui, ma il quadro tracciato dall’Annuario Siae dello Spettacolo (75 anni fa il primo, creato da Pierpaolo Luzzatto Fegiz) presentato ieri a Roma, è più in chiaroscuro, che fosco. Il dato più critico è il volume d’affari, che comprende, con la spesa del pubblico, le somme destinate agli investimenti nel settore dello spettacolo: meno 3,14%. Quanto basta per far preoccupare Gaetano Blandini, direttore generale Siae: «Colpa della forte contrazione dei finanziamenti pubblici. È stato l’anno mirabile del grande schermo, anche per le proposte di qualità, con cinque film di casa nostra nella top ten dei biglietti più venduti» . E dunque, eccoli, gli indicatori del cinema che «vola» : cresce del 43,26%il numero degli spettacoli, aumentano i biglietti venduti (+10,39%, mai così dal 1986), la spesa al botteghino (+16,37%), e il volume di affari (+16,22%). «Da anni non si vedevano cifre così! — è il commento di Aureliano Amadei, regista di 20 sigarette —. È vero però che in top ten sono tutte commedie televisive, mentre il cinema italiano deve guardare oltre, allargando il proprio mercato per tornare a vendere all’estero. Produciamo di più, coraggio» . Il teatro? Si difende: migliora lievemente il dato dei biglietti e degli abbonamenti venduti (+0,97%), così come la spesa al botteghino (+3,51%) e quella del pubblico (+1,05%). Diminuisce però l’offerta degli spettacoli (-2,79%), mentre il volume di affari è stabile (-0,53%). A farsi largo è la commedia musicale: fra le prime otto posizioni dei campioni d’incasso La bella e la bestia e Fiorello Show, Cats e Mamma mia. Anche le mostre fanno la loro parte, con una spesa di 111 milioni di euro (più 10,48%). E siamo all’altra nota dolente, la musica: con il ballo (meno 2,92%), lo sport (meno 5,52%), gli spettacoli viaggianti (meno 2,37%), il settore in cui più marcata è la sofferenza. Pensare che l’anno passato c’è stata una fioritura: +5,56%di concerti di musica classica, leggera, e jazz. Ma gli ingressi lievitano solo (a sorpresa) per la classica (più 3,65%), mentre la spesa al botteghino si è ridotta sia per le note di Bach e Chopin (meno 0,77%), che per il jazz (meno 0,21%) e il pop (meno 4,35%). Ieri c’è stata anche la presentazione del rapporto sui concerti di musica popolare contemporanea dal vivo di Assomusica, secondo cui la spesa degli italiani, di 178 milioni di euro, è aumentata dello 0,62%rispetto al 2009. Milano è capitale dei live, Roma in discesa. L’associazione ha premiato Raphael Gualazzi, stasera all’Auditorium di Roma, il quale ha una sua idea: «Una maniera per dare le spalle alla crisi credo sia moltiplicare quel circuito virtuoso che consiste nel lavorare tutti insieme, musicisti e non, ai progetti, ciascuno secondo le sue attitudini, aprendo le porte alle sponsorizzazioni, com’è per me quella di Eni» .
Carlotta De Leo
Laura Martellini