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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

RITORNARE ALLE PRIVATIZZAZIONI UNA POLIZZA PER IL FUTURO DEL PAESE

Ieri il differenziale di rendimento fra i Btp decennali e i Bund tedeschi ha toccato il 2,08%. Nel 2006 era di 0,2%. Cosa ciò comporti lo si deduce da una stima piuttosto semplice: un aumento dell’ 1%di quel differenziale fra Bund e Btp provoca dopo cinque anni un aumento di spesa di circa 18 miliardi di euro per pagare gli interessi passivi sul debito pubblico. Da solo basta a spazzare via i margini per un’intera riforma fiscale. Il debito è dunque il principale ostacolo da rimuovere per ridurre le tasse, specie ora che è tornato al 120%del Pil. Oggi è al livello al quale si trovava nel 1992, quando l’Italia varò un programma decennale di privatizzazioni. Edoardo Reviglio stima che senza quel piano il debito oggi sarebbe di almeno quindici o venti punti più alto, non lontano da quello della Grecia. Vista in prospettiva, quella determinazione dello Stato azionista a vendere ha agito un po’ come oggi fanno gli aumenti di capitale delle banche: ha creato un cuscinetto di riserva che si è rivelato vitale per resistere allo choc della crisi. Sì, ma ora? Qualcosa resta da fare, però molte delle partecipazioni azionarie dello Stato centrale sono già state dismesse. Ci sarebbero le imprese pubbliche locali, visto che -spiegano Unioncamere e la Fondazione Enrico Mattei -gli enti dalle Regioni alle comunità montane sono ormai diventati holding sempre più complesse, con quote in media in 7,5 imprese l’una e attivi per oltre 100 miliardi. Negli anni 2000 il numero di società partecipate locali è cresciuto di 100 unità ogni anno, ma il referendum di fatto ora ne blocca la cessione. Resta dunque solo il demanio, i beni immobili centrali e locali, per un valore potenziale di ben oltre mille miliardi di euro. Privatizzare anche solo il 10%di quel patrimonio ridurrebbe il debito pubblico di almeno sei punti, alleggerendo la minaccia dei mercati. Per farlo serve un censimento del patrimonio, che è stato avviato ma non sembra progredire in fretta. È tempo di accelerare. Non solo Atene, ma persino Madrid e Londra stanno tornando alle privatizzazioni in maniera creativa e determinata. Anche l’Italia ne ha bisogno: è la polizza d’assicurazione per il nostro futuro.
Federico Fubini