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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

FOTO RICORDO DA «MUNNEZZA CITY». GLI ULTIMI 12 TURISTI SUL BUS SCOPERTO —

Sul bus scoperto che fa il giro della città i turisti scattano foto ai monumenti ma cercano soprattutto scene caratteristiche, perché a Napoli si è sempre convinti di trovarne qualcuna. Inquadrano i vicoli di via Tribunali, le mura antiche di Porta San Gennaro con le bancarelle appoggiate, i tetti delle case del rione Sanità, che dal ponte di corso Amedeo di Savoia sembra di toccarli. E la spazzatura. I cassonetti traboccanti, i cumuli, le spianate. Tutta la spazzatura che vedono. È normale, succede da tempo in una città dove l’unica cosa più inspiegabile dell’impossibilità di avere un normale ciclo dei rifiuti, è il fatto che i turisti ci continuino a venire e a passeggiare nell’immondizia e a sentirne l’odore schifoso. Gli album delle vacanze di giapponesi e americani, spagnoli, tedeschi e pure australiani sono pieni di immagini scattate davanti a montagnole traballanti fatte di sacchetti e di mille altre porcherie. Ragazze sorridenti e arrossate dal sole che indicano il mare dall’aiuola di piazza Vittoria e però l’obiettivo incrocia prima un muro di spazzatura e il mare non lo inquadra proprio; coppie che fissano nella memoria loro e della digitale che si portano appresso l’immagine della saracinesca abbassata del negozio di dvd costretto a chiudere perché l’immondizia è arrivata fino all’ingresso e non ci si può più entrare. Ma un giro della città sul bus scoperto può riservare anche sorprese. L’hostess ripete con annoiata professionalità sempre le stesse cose, il nome della fermata e i minuti di sosta, e per sapere quello che c’è intorno bisogna ricorrere all’auricolare rosso in dotazione con il biglietto. Ma quando l’autista lascia il corso Umberto e fa per imboccare via Duomo, la voce registrata va avanti a raccontare di san Gennaro e del suo tesoro prezioso più di quello della regina d’Inghilterra, ma non va avanti il bus. Non si può. La spazzatura è precipitata dai cumuli, è rotolata giù dai cassonetti capovolti e adesso è sparsa non solo sui marciapiedi ma su tutta la strada, incastrata tra le ruote delle macchine, minacciosa per quelli in moto che non si fermano, e insidiosa pure per chi va a piedi e rischia di scivolare a ogni passo. «Why?» chiede una ragazza che a vederla sembra olandese o comunque di quella parte d’Europa del nord dove una scena così è impensabile. E una sudamericana che mastica l’italiano: «È incredibile. La città è veramente paralizzata. Chi ha avuto la pazienza di fare tutto questo caos?» . E vaglielo a spiegare che adesso a Napoli funziona così. Che i roghi, sì, li accendono ancora, ma adesso la spazzatura la prendono e la spargono dappertutto in modo da bloccare il traffico e costringere i camion della raccolta a venire a rimuoverla pure se poi non hanno dove andare a sversarla. È un po’ ribellione, un po’ furbizia e molto scellerataggine. Perché quando si tratta di spazzatura l’antico «facimmo ammuina» diventa pratica selvaggia di chi riesce a peggiorare anche quello che sembra il degrado più profondo. Sul bus ci sono dodici turisti che andrebbero premiati solo per il fatto di esserci saliti, e anche perché probabilmente saranno gli ultimi se va avanti così. Ma i turisti si premiano offrendo almeno un giorno in più di vacanza gratis e in questo momento non sarebbe un premio. Magari però potrebbero rimborsargli il biglietto, visto che l’autista può solo tornare indietro e fine della gita, si va di nuovo al capolinea. Ci sarebbe l’altro itinerario, quello sul mare, oppure su fino al bosco di Capodimonte. Ma pure quello è un percorso costeggiato da cumuli di spazzatura che per il momento ancora nessuno ha deciso di bruciare o scaraventare dappertutto. Altre foto, altri commenti. Una famiglia di tedeschi ride dopo che il padre ha detto qualcosa a bassa voce. «È divertente che quando siamo venuti tre anni fa c’era la spazzatura e adesso c’è la spazzatura» , spiega la moglie in un buon italiano. Divertente per loro, forse. Ma poi com’è che uno ci torna, dopo aver fatto una vacanza con l’immondizia? «Perché Napoli è bella lo stesso. E poi Capri, Pompei, Positano...» . Insomma: a Napoli il rifiuti tour, e la vacanza vera altrove, pure se da queste parti. La coppia di giapponesi che adesso sta seduta nelle due poltroncine in fondo, invece non sorride e ha anche smesso di scattare. Saranno pure maniaci delle foto, i giapponesi, ma quella scena di via Duomo deve averli colpiti. Hanno cambiato posto come per allontanarsi da quello schifo e adesso non guardano nemmeno fuori. Consultano la cartina. Poteva andare peggio: potevano consultare l’orario dei voli.
Fulvio Bufi