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 2011  giugno 23 Giovedì calendario

IL BABY SINDACO CHE SCEGLIE MANZONI E SOGNA IL ROCK ‘N ROLL - È

tra i primi ad uscire dal liceo scientifico Enrico Fermi, dove sta affrontando la maturità, il più giovane sindaco d’ Italia, Salvatore Paradiso, diciannove anni a settembre. Sta dentro un primo sparuto gruppetto di maturandi: chi finisce prima consegna e via a casa. Il Fermi è un vanto per Montesarchio, grosso comune a vocazione commerciale del Beneventano, oltre 13 mila abitanti, un bel castello sulla rocca antica e molti negozi di abbigliamento. Il preside, Giuseppe Simeone, con orgoglio dice che «da qui esce la classe dirigente del Sannio». Quattro ore e mezza, meno di cinque, e Salvatore è fuori. «Ero emozionato, ma in italiano vado bene, ho la media del 9 e quindi ero abbastanza sicuro di me. Ho scelto il saggio breve su amore, odio e passione, con brani di Manzoni, Svevo, D’ Annunzio. Ora sarà la volta di matematica, più difficile» racconta ormai disteso. Dal 15 maggio il ragazzo è sindaco di un paesino di 1.500 abitanti, Bonea, tre chilometri più avanti, salendo verso il Taburno. Tutt’ attorno distese di vigneti, uva antica che diventerà falanghina. A Bonea il liceo non c’ è, ma a Montesarchio sì, come pure tutti gli amici e la vita giovane di questo poco più che maggiorenne, che ammette di non sapere molto di politica e di amministrazione comunale, «ma ce la metterò tutta per fare bene». Dopo la maturità? «Sì certo, prima però me ne andrò al mare, devo riposarmi e divertirmi, è stato un anno duro per me, lo studio, gli esami, la campagna elettorale. Il mio sogno? Fare musica. Suono e canto in una cover band di Ligabue. A fine giugno daremo un concerto al Sannio Fest e poi si vedrà. Vorrei fare di Bonea la mia Correggio, non è mica detto che devo andarmene per continuare a fare il musicista». Ma tanto per essere anche un pochino più concreti, Salvatore proverà a fare il medico, come il papà. «Forse a Pisa», dice, che non è proprio vicinissima a Bonea. Gennaro, suo padre, è il medico di base del paesino alle pendici del Taburno. Per due mandati consecutivi è stato sindaco, capo di una lista civica «senza connotazioni politiche, anche se io sono vicino all’ Api di Rutelli», dice il dottore. L’ avrebbe fatto volentieri lui il sindaco, lasciando al figlio la sua spensieratezza, ma non potendo ricandidarsi per la terza volta ha scelto di passare la mano al ragazzo certo di poter continuare così «l’ importante lavoro che abbiamo fatto in questi anni. E poi sono stati i miei concittadini a chiedermi di candidare Salvatore». Non che siano proprio tutti d’ accordo: al paese c’ è chi parla di «Dinasty familiare nel Sannio» e di «inaccettabile carica ereditaria». Ora Salvatore, che non è neppure fidanzato («sono uno spirito libero»), pensa alla prova di matematica, agli amici con i quali esce la sera «senza però mai rientrare più tardi dell’ una di notte», e al Forum giovanile «che sto organizzando con un mio compaesano e compagno di scuola, Clemente. Per Bonea voglio inventarmi eventi, spettacoli, iniziative per i giovani». Ai più anziani ci pensa papà.
Mariolina Iossa