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 2011  giugno 24 Venerdì calendario

MA I LOBBISTI SONO UN’ALTRA COSA

Adesso si comincia a dire che Bisignani non corrompeva, non prometteva denaro o altra utilità, non faceva traffico di influenze (che, secondo una direttiva europea, dovrebbe essere reato ma, siccome l’Italia non emana la legge in attuazione della direttiva, reato non è). Bisignani farebbe il lobbista. Qualcosa di simile alle pubbliche relazioni; e di lobbisti è pieno il mondo, mica li vogliamo mettere tutti in prigione? Ma lo sanno che cos’è una lobby, questi estimatori dell’intrallazzo? Significa gruppo di pressione: persone che condividono uno stesso interesse si organizzano per fare pressioni su pubblici funzionari o parlamentari per indurli a emanare provvedimenti a loro favorevoli.
DETTA COSÌ, si capisce che non c’è nulla di male. Per esempio, i cinesi fabbricano una mozzarella che fa schifo e la vendono chiamandola appunto mozzarella. I nostri produttori si organizzano e cercano di far emettere una legge che ne vieti la vendita oppure di convincere lo Stato italiano ad agire sul piano internazionale. Tutto corretto. Ma non è sempre così. Mi ricordo dei lobbisti che rappresentavano gli ordini professionali, i commercianti e gli artigiani, e che cercavano di convincere i deputati che la legge penale tributaria, che io avevo scritto, non andava bene: troppo severa, persecutoria delle categorie da loro rappresentate che – lo sanno tutti – non è vero che evadono alla grande. Era una tesi ridicola ma sostenerla non era illecito. Perché, se qualche lobbista avesse detto al parlamentare di turno: “Dai, cambiami questa legge e io ti garantisco la nomina a presidente di questo o vicepresidente di quest’altro”, allora niente attività di lobby, sarebbe stata corruzione.
FINIAMO con McCain, candidato alla presidenza Usa. Siamo nel 2000, lui stringe amicizie con una “lobbista” di una società di telecomunicazioni, Vicki Iseman, ci fa un sacco di viaggi insieme, diventano inseparabili, non si sa se vanno a letto. Però i suoi collaboratori gli dicono di piantarla perché McCain aveva raccomandato qualcuno dei clienti di Vicki e, se lo aveva fatto perché convinto che era proprio gente per bene, tutto a posto; ma se andava a letto con Vicki che così lo ricompensava delle raccomandazioni, allora non si poteva fare. Ora, vista la multiforme attività di Bisignani, che sa sempre tutto, qual è la persona giusta, qual è il posto giusto, che cosa sta succedendo ecc. ecc., possiamo cominciare a escludere che quello che faceva fosse attività di lobby. Quale gruppo di interesse rappresentava? Almeno Vicki (che aveva ben altri argomenti) aveva un contratto con la società di telecomunicazioni. Ma Bisignani chi rappresenta? Lui parla e B&C (e non solo) eseguono. È lui che procura a Santanchè la nomina a sottosegretario; è da lui che va a piangere la Gelmini; è da lui che vanno a chiedere la qualunque ministri, onorevoli, generali, colonnelli, prefetti. E perché tutta questa gente lo cerca, lo adula, lo prega; non è mica Figaro, quello era un bravo parrucchiere, ma Bisignani... chi è?
Questa è la domanda da farsi. Naturalmente la risposta ce la daranno i magistrati che ci stanno lavorando. Però intanto una cosa la possiamo dire: Bisignani non è un lobbista che fa la corte ai potenti, sono i potenti che fanno la corte a lui. Quel che serve capire è che cosa gli hanno dato: amore eterno o “influenze” da spendere? Bel processo.