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 2011  giugno 23 Giovedì calendario

A FIRENZE A PARIGI, NO AI CARTELLI SELVAGGI - ROMA

Meno cartelloni e di dimensioni ridotte, centri storici off-limits. La pubblicità perde spazio nelle città. La guerra ai maxi-cartelloni che invadono le strade, partita dai comitati di cittadini, va avanti per volontà dei Comuni. Parigi ha fatto l´ultima mossa: si è appena dotata di un nuovo regolamento locale di pubblicità per ridurre del 30% i cartelloni sul territorio, ed entro due anni dirà addio a 900 insegne. A Londra, poi, il premier Cameron ha un piano per vietare le pubblicità con richiami sessuali nei pressi delle scuole. Due esempi di una tendenza che prende piede anche in Italia, con alcune città pioniere nella lotta ai cartelloni selvaggi. Ha introdotto un modello di rigore Firenze, con un nuovo piano approvato a maggio per dimezzare lo spazio destinato alla pubblicità. Anche a spese delle casse pubbliche (il Comune ha avuto introiti per 7 milioni di euro nel 2010). Saranno eliminati i cinquemila gonfaloni dai pali della luce, sostituiti i cartelloni 6x3 con quelli 4x3 e introdotti dispositivi hi-tech. E in centro storico saranno vietate nuove autorizzazioni nell´area Unesco. «In 10 anni il centro sarà libero dalle pubblicità commerciali: saranno consentite solo quelle collegate a eventi e con supporti temporanei», spiega il vicesindaco e assessore al Commercio, Dario Nardella.
Su pressione di un movimento di protesta partito dai cittadini contro "Cartellopoli" (il comune stimava 31 mila impianti, contro il doppio delle associazioni), anche Roma ha scritto regole più rigorose per le affissioni. Peccato però che il piano sia fermo in commissione. Dovrebbe ridurre i cartelloni del 27%, cacciare dall´area interna all´anello ferroviario quelli più grandi, semplificare le tipologie ammesse (da 27 a 3). «L´approvazione è rallentata dall´assenza di una volontà politica chiara», denunciano le associazioni. Massimiliano Tonelli, coordinatore del blog Cartellopoli: «Servirebbero soluzioni come quelle che hanno risolto il problema a Napoli, Mestre e Parma: affidare le concessioni con bandi internazionali e la repressione dell´abusivismo ai privati, introdurre cartelli omogenei. Invece a Roma ci sono 399 concessionari, contro una sola ditta a Napoli e 3-4 nelle altre grandi città europee. E c´è anche chi propone di abbassare ulteriormente le tariffe...».
Il business dei cartelloni pubblicitari, secondo le stime, muove in Italia un giro d´affari di 1,5 miliardi l´anno, ma sono sempre di più i Comuni disposti a rinunciare alla propria parte. «A ispirare i nuovi regolamenti è un processo che parte dal basso, ma anche la spinta alla riqualificazione dei centri urbani e i maggiori controlli contro l´abusivismo», conferma il segretario generale dell´Anci, Angelo Rughetti. E se Milano è intervenuta alcuni anni fa, Bari e Palermo ci stanno ragionando. Genova punisce pure chi beneficia delle affissioni abusive. A Marcianise (Caserta) i cittadini chiedono che l´impatto sia dimezzato. Si è mossa anche la provincia della Brianza: da giugno ha un nuovo regolamento sulla pubblicità stradale, «più restrittivo del Codice della strada», dice con orgoglio Francesco Giordano, assessore alla Viabilità. Così a Monza sono abusivi i rimorchi pubblicitari che sostano lungo le provinciali e vietati i cartelloni in alcune zone, come i parchi, considerati "biglietto da visita" della zona.