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 2011  giugno 23 Giovedì calendario

ADESSO TUTTI ZITTI SI PARLA DI SILENZIO

«L´ideale sarebbe stato far scorrere su uno schermo quello che ho scritto, ma ci ho pensato troppo tardi. Così saremmo stati un po´ in silenzio, mentre si legge, magari in omaggio ai versi di Alfred de Vigny: "Solo il silenzio è grande, tutto il resto è debolezza". Non sfugge a nessuno il carattere paradossale di una maratona di discorsi dedicati al silenzio. Ma l´inverso sarebbe possibile? Sarebbe possibile stare tutti zitti, magari in una maratona dedicata alla parola?». Questo ero io in una breve ma non silente conferenza nel corso di una maratona del silenzio che si è tenuta a Torino al Circolo dei Lettori. Quello che ho cercato di far notare è che da qualche anno a questa parte, quando tutto tace si abbatte su di noi un´onda di messaggi: sms e mail, uno tsunami più molesto di tutti i rumori circostanti, perché, diversamente da loro, è rivolto a noi, proprio a noi, come il messaggio dell´imperatore. Ecco dunque che abbiamo realizzato il capolavoro: massimo silenzio, interrotto soltanto dal ticchettio dei tasti e dalle vibrazioni dei telefonini, e massima dispersione, fine di qualunque raccoglimento.
La maratona era iniziata alle 10.15 con una performance di tango muto, e poi ogni 15 minuti si susseguivano interventi sul silenzio del corpo e su quello del cosmo e sulla dimensione spirituale del silenzio e sul silenzio in letteratura e nel sogno, sul silenzio come rigenerazione sociale e come pratica della tradizione sacerdotale indiana antica e dell´ascetismo zen, sufi e cristiano, sul silenzio musicale e su quello politico. La logomachia si concludeva in serata con delle letture silenziose. Era impressionante vedere trecento persone (età media dai quarantacinque in su, quando la sordità incomincia a farsi sentire, e si capisce che non è poi così male) in perfetto silenzio, interrotto ovviamente da risate e applausi se era il caso, in un salone neoclassico. Non era prevista una pausa per il pranzo ma c´era un buffet, e poi ovviamente si poteva entrare e uscire come in un happening.
Il rito era espressione di quella specialità italiana che sono i festival della letteratura, della filosofia, dell´economia, le vacanze dello spirito e i laboratori del pensiero. In America è uno scherzo che si può vedere su Internet. C´è una esperta, Cathy Barnette, che ti insegna come risparmiare la prossima estate con una vacanza interamente mentale: «Chiudi gli occhi e pensa di essere in vacanza». Da noi è una realtà, ed è la metamorfosi di quelle che un tempo venivano chiamate "vacanze intelligenti". I temi sono infiniti, dall´astronomia alla zoologia passando per tutte le arti del trivio e del quadrivio, per tutti i sensi, per tutti i sentimenti.
Tra tutti i temi, però, quello del silenzio è il più sublime e paradossale. A ben vedere, la contraddizione dei convegni sul silenzio è solo apparente. Partecipare a una maratona del silenzio non è esattamente cercare il silenzio, come si farebbe con i tappi di cera, ma piuttosto prendere coscienza della necessità del silenzio, proprio come si prende coscienza dello sfruttamento e della lotta di classe.
Duccio Demetrio, che insegna filosofia della educazione e della narrazione all´università La Bicocca di Milano non solo ha organizzato la maratona torinese ma il 10 e 11 giugno si è occupato del primo simposio nazionale Per un Manifesto del Silenzio. Due giorni ad Anghiari dal sottotema, chiaramente ossimorico, Le voci del silenzio. Oltre a conferenze e performance sul silenzio (al termine delle quali il pubblico è invitato, invece che a fare domande in modo compulsivo, a osservare cinque minuti di silenzio), il nocciolo fondamentale è costituito dal lavoro di gruppi di approfondimento in cui i partecipanti si trovano a parlare del silenzio personale e politico. Con cene in cui si può parlare, ma senza esagerare. Seguite da passeggiate diurne (tutti in silenzio, vietate le macchine fotografiche, solo penne e taccuini) e notturne, a guardar le stelle. Alla fine, bisognerebbe forse suonare il silenzio con la tromba.