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 2011  giugno 23 Giovedì calendario

COSÌ SUI COLLI DEL VENETO RINASCE LA VILLA DEI VESCOVI GIOIELLO DI GIULIO ROMANO - TORREGLIA (PADOVA)

Villa dei Vescovi, uno dei gioielli dell´architettura cinquecentesca, torna a brillare nel paesaggio dei Colli Euganei, un paesaggio che ancora sopravvive nel cuore del Veneto, nonostante molti appetiti immobiliari lo assedino. Il Fai (Fondo per l´ambiente italiano), che Villa dei Vescovi ha avuto in dono dagli eredi di Vittorio Olcese nel 2005, ha presentato ieri la conclusione di un faticoso restauro, costato circa sette milioni e curato da Christian Campanella, Pinin Brambilla, Domenico Luciani e Filippo Perego di Cremnago.
Intervento tutto privato, ma solo a beneficio del pubblico, come nella tradizione del Fai e della sua fondatrice, Giulia Maria Crespi. Che ha approfittato della presenza del ministro Giancarlo Galan per scuotere il vertice politico di un ministero sul quale gravano "terribili problemi": le soprintendenze lasciate in abbandono, un personale sempre più ridotto («il Louvre ha 2231 dipendenti, gli Uffizi 194»), la disattenzione a quanto produca la cultura («nel 2006 il fatturato europeo da attività culturali è stato di 650 milioni, quello automobilistico di 270»). E poi, a proposito di privati che spendono per i beni culturali: «È mai possibile che si debbano pagare il 20 per cento di Iva per gli arredi e il 10 per cento per i restauri», quando in tutti gli altri paesi del mondo chi investe in questo settore ha sgravi fiscali?
Galan ha accettato la sfida. E anzi ha parlato come se stesse all´opposizione: se l´Italia destina lo 0,28 per cento del Pil ai beni culturali c´è solo da vergognarsi, ha detto. E poi, nonostante sia stato per quindici anni governatore del Veneto, ha ammesso che nella propria regione «sono stati commessi scempi, anzi insulti». Una stoccata Galan l´ha poi riservata all´attuale presidente della Regione, il leghista Luca Zaia, che in un´occasione del genere non si è fatto vedere, mentre «se ci fosse stato da inaugurare un casello autostradale la fila avrebbe bloccato il traffico». «Sono contenta che il ministro abbia detto quel che ha detto», commenta Giulia Maria Crespi, «e che abbia fatto autocritica. Ora dimostri con i fatti che le sue non sono solo parole».
Villa dei Vescovi svetta al colmo di un´altura che sovrasta un paesaggio di vigneti. Fu edificata nel 1535 da Giovanni Maria Falconetto. Ma altri grandi architetti vi misero le mani: Giulio Romano realizzò il basamento di bugnato e Vincenzo Scamozzi disegnò le scalinate che fronteggiano la facciata. Alla fine del Settecento fu costruito un salone passante, sul modello dei palazzi veneziani, che dalla facciata conduce alla loggia sul retro e da qui si spalanca sulla valle e sui colli. Il paesaggio fuori e il paesaggio dentro: le pareti sono affrescate dal fiammingo Lambert Sustris e i dipinti riproducono l´eccellenza della natura circostante, con vedute di ispirazione veneta. L´illusione è che le pareti diventino evanescenti e che la villa sia aperta allo spettacolo dell´ambiente esterno.
La villa rispose a un progetto intellettuale: fu concepita per il vescovo di Padova Francesco Pisani, ma il suo ideatore, l´umanista ed erudito Alvise Cornaro, la immaginò come luogo di svago per il pensiero, di veri ozi culturali. E ora Villa dei Vescovi non sarà un museo: nelle intenzioni del Fai, continuerà ad essere un pensatoio, un luogo di visita e di meditazione sull´arte che vi è espressa e sul paesaggio che la circonda.