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 2011  giugno 21 Martedì calendario

VOLETE BATTERE I FENOMENI? BASTA CAMBIARE RACCHETTE

Racconta Agassi nella sua autobiografia Open: «Quando nel 1989 cambiai racchetta ebbi seri problemi di gioco». Con la nuova, una Donnay (la ditta che aveva storicamente fornito Borg), aveva la gradevolissima sensazione di giocare con un manico di scopa. Alla Donnay tutti contenti. Per rimediare al tragico inconveniente di doversi affidare per contratto a un manico di scopa, l´americano ricorse al più artigianale dei sistemi: camuffò la sua vecchia Prince da Donnay. Col trucco vinse a Indian Wells. Quelli della Donnay ovviamente se ne accorsero e decisero di autocamuffarsi: «Praticamente costruirono una finta Prince per me». Cambiare racchetta è peggio che cambiare gambe.
E Nadal, Federer e Djokovic? Hanno tre racchette diverse. Cui manca solo la parola. Nessuno però sceglierebbe di giocare con quella degli altri due: «Dai a Nadal la racchetta di Federer e vedresti un altro Nadal», dice Roman Prokes, uno dei personalizzatori di racchette più famosi del mondo, al New York Times. «Forse Federer, dei tre, è l´unico che dopo una lunga battaglia con l´attrezzo altrui potrebbe riuscire ad adattarsi». Federer usa da sempre una Wilson, ora la Six.One Tour Blx («un bisturi e uno scalpello»), trentennale evoluzione della leggendaria ProStaff in grafite e kevlar del 1980. Djokovic ha da poco traslocato: dalla Wilson alla Head. E da quando usa la YouTek Speed Mp, fatta anche di "Innegra", materiale proveniente dalle tavole da surf, Nole ha vinto 41 partite su 42. Può non essere una coincidenza. Nadal usa una AeroPro Drive Gt della francese Babolat. Che delle tre è anche la più venduta al mondo. L´unico elemento che accomuna i prolungamenti tecnologici delle tre braccia d´oro è che tutte e tre le racchette vengono realizzate in Cina.
La racchetta più pesante è quella di Federer, 345 grammi. E´ anche la più smilza, con i bordi più appuntiti e la testa più contenuta (580 cmq). Solo gli emergenti Dimitrov e Dolgopolov usano un ovale altrettanto ridotto. Cose che la rendono uno dei temi più interessanti e dibattuti del tennis. E che forse lo portano a steccare più spesso. Più di quanto si possa immaginare da un talento come lui, da uno che prevede la palla anziché vederla. Quella di Nadal è la più leggera e ha meno "grip" delle altre due. Il piatto corde è abbastanza ampio per contenere, concettualmente e a livello bio-meccanico, le sue leggendarie frustate di dritto. La racchetta di Djokovic, invece, presenta la maggior densità di corde e dei tre fenomeni è proprio il serbo a pretendere l´accordatura più tesa (27/28 kg.): «La racchetta di Federer e quella di Nadal sono agli antipodi: a metà c´è quella di Djokovic», spiega Cory Springer, direttore commerciale della Wilson. Questione accordatura: Federer e Djokovic si affidano alla Proirity One mentre Nadal, noto per essere il meno esigente dei tre, si contenta del personale dei diversi tornei (ma quelli della Babolat gli mettono a punto i dettagli). Federer e Djokovic adottano corde miste, con poliestere e budello, di solito poliestere per le orizzontali e budello per le verticali. La natura della racchetta dipende dalla natura di chi la usa. Ma è anche vero, probabilmente, che proprio le caratteristiche della racchetta di Nadal, per esempio, facilitano il top spin da fondo campo e rendono ardui i ricami sotto rete. Per come è costruita, la racchetta agevola Djokovic nei colpi di volo e nel servizio. Quella di Federer non perdona niente al suo proprietario se la palla non viene colpita al centro del piatto, ma diventa burro quando si tratta di giocare il tennis più dolce.