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 2011  giugno 21 Martedì calendario

Oggi è un "classico" e non riusciamo a immaginarlo diverso, ma Colazione da Tiffany nasce da un percorso accidentato

Oggi è un "classico" e non riusciamo a immaginarlo diverso, ma Colazione da Tiffany nasce da un percorso accidentato. «E´ noto che Capote avrebbe voluto la sua amica Marilyn Monroe per la parte, ma la produzione non si fidava dei "mean reds" (le "paturnie") della diva. La MacLaine era impegnata, Jane Fonda troppo giovane. Audrey era un salto nel vuoto, e averla fu un´impresa, il ruolo della prostituta spaventava lei e l´iperpossessivo marito Mel Ferrer. Lo sceneggiatore George Axelrod arrivò dopo il fiasco di un altro scrittore, si rischiò che mancasse il compositore Henry Mancini. Ci fu battaglia sul finale, ne girarono due, quello attuale è di Edwards. Poi le rimostranze dei giapponesi, Kurosawa in testa, per la caricatura di Yunioshi…». Il racconto degli stratagemmi con cui fu aggirata la censura è appassionante. «Il romanzo di Capote doveva essere edulcorato. Per salvare qualcosa della sua sfida alla morale sessuale, Axelrod ebbe l´intuizione di usare il genere della commedia romantica - una storia d´amore con risate piene di significato e alle prese con dei limiti - come "cavallo di troia", innovandolo. Al centro del conflitto di Holly non c´è più il desiderio: può andare a letto con chi vuole! ma i legami. E lei e lo scrittore-gigolò devono rinunciare alla sicurezza economica per il rischio dell´amore». (Sam Wasson, autore di Colazione con Audrey. La diva, lo scrittore e il film che crearono la donna moderna Rizzoli, a Benedetta Tobagi)