Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 21/6/2011, 21 giugno 2011
IL FATTO DI IERI - 21 GIUGNO 1878
IL FATTO DI IERI - 21 GIUGNO 1878 - “Prenderla in ridere per viverla sul serio”. Questa l’idea della vita di Angelo Formiggini, nato il 21 giugno 1878, “editore modenese di sette cotte e quindi sette volte italiano”, come amava definirsi. Un filosofo della risata, a capo, per trent’anni, di una casa editrice nata per pubblicare “cosucce di carta che possano evitare cosacce di ferro e di fuoco”. Penna pungente, Formiggini, intellettuale ebreo, raffinato e atipico, stampò per anni tutt’altro che cosucce di carta. A partire dai celebri “Classici del ridere”, capolavori dell’umorismo, da Apuleio a Boccaccio, a Rabelais a Sterne, con le croccanti copertine pergamenate e le illustrazioni di Doré. Collane che funzionarono, come i “Profili”, tascabili su carta filigranata di lusso, o la “Casa del ridere”, biblioteca circolante “di tutte le ilarità”. Troppo umorismo in libertà per il fascismo delle leggi razziali. E così, nel novembre ’38, cancellato dall’anagrafe e sdegnato da un Paese “affetto da hitlerizia”, l’uomo più allegro d’Italia, decise di gettarsi nel vuoto dalla Torre della Ghirlandina di Modena. Il pugno serrato, il braccio nel gesto dell’ombrello per un ultimo tiè al Cavalier Benito. Sberleffo finale in perfetto humour yiddish.