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 2011  giugno 21 Martedì calendario

IL WEB LIBERALIZZA I NUOVI DOMINI

Gli architetti della rete hanno deciso: nel futuro i "suffissi" di internet saranno molto più simili ai marchi delle aziende. Anzi: i brand delle società potranno sostituire i vecchi domini di primo livello come «.com», «.org» o «.it». E un indirizzo virtuale potrà diventare, ma sono solo esempi, wwww.automobili.fiat oppure www.dabere.cocacola. Il consiglio di amministrazione dell’Icann (Internet corporation for assigned names and numbers) – l’ente noprofit che gestisce le "parole" del cyberspazio – ha approvato ieri questa apertura con tredici voti a favore, uno contrario e due astenuti nella sua riunione annuale a Singapore.

«La decisione odierna aprirà le porte a una nuova era su internet – ha detto il presidente dell’Icann Peter Dengate Thrush, che dal 2007 ha preso il posto di Vinton Cerf, uno dei padri del web – perché abbiamo creato una nuova piattaforma per la creatività della prossima generazione della rete».

«Si tratta di una vera e propria rivoluzione – spiega Anna Carabelli, dello studio legale Mondini e Rusconi di Milano – che permetterà, soprattutto alle società più grandi, di personalizzare i domini di primo livello per sostituirli con i propri marchi allo scopo di raggiungere indici di riconoscibilità e affidabilità ancora più elevati». Certo, il problema saranno i costi di questa registrazione, continua l’avvocato Carabelli, «con in più la necessità di creare regole ferree per accreditare i gruppi di hosting a questa funzione perché è probabile che si moltiplicheranno, almeno nella prima fase, i tentativi di sottoscrizione illegittima di grandi nomi da parte di soggetti che con quel nome non centrano nulla».

Un’apertura, quella ai nomi delle aziende, «che renderà più facile trovare informazioni sul web ma che apre anche un nuovo mercato – spiega Anna Vaccarelli di Registro.it del Cnr di Pisa – sia per i gestori e rivenditori di domini che per lo stesso Icann». Oggi il sistema dei suffissi dei siti internet si basa infatti su un doppio sistema, generico e nazionale e per il nostro Paese il Cnr gestisce appunto il dominio nazionale «.it». E già da tempo al sistema di nomi generici, a partire dal classicissimo dot com, creato 26 anni fa, si sono aggiunte estensioni "sponsorizzate", promosse cioè da alcune comunità o categorie, come «.biz» (che sta per business) e «.museum». E la prima tornata di novelli domini potrà essere sottoposta all’Icann dal 12 gennaio al 12 aprile del 2012.

«Le estensioni – spiega ancora l’esperto del Cnr – potranno essere promosse solo da aziende che abbiano accanto un adeguato supporto informatico in grado di gestire i domini, e l’Icann dovrà essere convinta della solidità sia tecnica e sia finanziaria del dominio ma anche del diritto dell’azienda a usarlo. Un caso potrebbe essere quello della Apple, da molti ritenuto troppo generico e che potrebbe essere curiosamente rivendicato anche dai produttori di mele, per esempio».

Oggi quando qualcuno registra in maniera abusiva un dominio è possibile chiederne la cancellazione o la riassegnazione. «Il successo di questa richiesta – sostiene Anna Carabelli – dipende da tre condizioni: il nome del dominio deve essere identico o confondibile con quello del legittimo proprietario, per essere "denunciato" chi registra il dominio non deve avere alcun diritto a farlo, serve dimostrare infine la cattiva fede del registrante».