Gian Maria De Francesco, il Giornale 19/6/2011, 19 giugno 2011
Tra la meglio gioventù della Fiom sono cresciuti gli ultimi brigatisti - Pezzi di «Italia migliore » sono saliti sul palco bolognese di Michele Santoro venerdì scorso per celebrare il centodecimo anniversario della Fiom,l’ala metalmeccanica ed estremista della Cgil che da qualche tempo ha in Maurizio Landini il nuovo capataz
Tra la meglio gioventù della Fiom sono cresciuti gli ultimi brigatisti - Pezzi di «Italia migliore » sono saliti sul palco bolognese di Michele Santoro venerdì scorso per celebrare il centodecimo anniversario della Fiom,l’ala metalmeccanica ed estremista della Cgil che da qualche tempo ha in Maurizio Landini il nuovo capataz . Precari, operai, Dandini, Benigni e la solita compagnia di giro dei Crozza e dei Guzzanti accomunati più che dalla volontà di festeggiare dalla possibilità di insultare in diretta video e web il presidente del Consiglio Berlusconi e il suo governo. Le lezioni bolognesi di etica pubblica hanno steso un velo di oblio su quello che la Fiom, la Cgil e tutta quella sinistra che attorno a loro gravita ha rappresentato negli ultimi decenni. E non si tratta solo del cieco conservatorismo che spinge il sindacato di sinistra a smarcarsi da tutte le proposte di riforma andando in tribunale contro i nuovi accordi Fiat. Il vero volto è quello che resta spesso nascosto. Quello delle aggressioni di iscritti alla Fiom alle piccole sedi locali cisline. Quello della violenza verbale. E non. Un silenzio imposto dall’alto che censura ogni riflessione come quella sul fiancheggiamento al terrorismo. Nel 2007 l’inchiestedella Procura di Milano sulle nuove Br portò in carcere otto iscritti al sindacato «rosso». Un mese di parole al vento e poi, come al solito, il silenzio... Parlano invece le condanne. Come i 14 anni e 7 mesi a Davide Bortolato, il «compagno Roberto», delegato Fiom della Final di Padova. Attentati ai bancomat, organizzatore di poligoni improvvisati dove portare le armi e animatore del centro sociale «Gramigna » di Padova. A differenza del bravo brigatista lui il sindacato non l’ha utilizzato solo per reclutare facinorosi pronti alla lotta armata e alla clandestinità, ma ha fatto anche gli scioperi. Parlano i 13 anni e 5 mesi di Vincenzo Sisi, delegato Filcem- Cgil della Ergom di Torino ed ex Fiom quando lavorava in Fiat. Il compagno con il mitra nell’orto per la Procura era «promotore, costitutore, capo ed organizzatore dell’associazione eversiva finalizzata alla banda armata con compiti dirigenziali relativamente alla cellula operativa a Torino ». L’obiettivo delle Nuove Br sgominate con quell’operazione era uccidere il giuslavorista Pietro Ichino, attualmente senatore Pd. Perché l’obiettivo dei brigatisti è stato sempre quello di eliminare fisicamente coloro che - a destra come a sinistra - si battevano per le riforme. Non a caso le ultime vittime sono state personalità impegnate per cambiare il diritto del lavoro come Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona e Marco Biagi. Questa «Italia migliore» è quella che ha avuto tra le sue fila Massimiliano Toschi (10 anni e 8 mesi) e Andrea Scantamburlo ( 3 anni e 8 mesi), delegati Fiom padovani. Alla Filt-Cgil era iscritta pure la studentessa padovana Amarilli Caprio (3 anni e 6 mesi), operatrice di call center che si era trasferita a Milano per reclutare nuovi adepti al Partito comunista politico-combattente. Questo è il «Tutti in piedi, entra il lavoro!» di Massimiliano Gaeta, delegato Fiom della Alstom di Sesto San Giovanni. Per lui al «tutti in piedi, entra la Corte!» otto anni e gli orridi slogan del pubblico in aula: «Rivoluzione proletaria- Viva il comunismo ». La Fiom è il sindacato di Massimiliano Murgo, operaio foggiano amico di Gaeta, appassionato di tarantella, delegato alla Marcegaglia Building di Milano. Indagato e poi prosciolto, «processato» dalla Cgil nel 2008 ed espulso per aver partecipato a una manifestazione dei Cobas. Ai tempi delle indagini rilasciava dichiarazioni concilianti del tipo: «Sono convinto che gli unici terroristi in Italia siano i soldati americani che girano a piede libero nella Bassa padana» o «Chiedo alla compagna Ilda Boccassini di convocarmi per spiegarmi le accuse e le prove». La «compagna Ilda» con lui è stata tenera e lo è stato anche Michele Santoro che lo ha ospitato ad Annozero il 2 aprile 2009 per togliergli la museruola dinanzi a Casini e a Della Valle. Sì, per molti questa è proprio l’Italia migliore. Di giorno in tuta blu e di notte con Capitale e kalashnikov in mano.