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 2011  giugno 21 Martedì calendario

Dunque si comincerà con tre ministeri, trasferiti da Roma Ladrona alla Villa reale di Monza. E magari nel frattempo la Lega Nord avrà risolto quella marginale contraddizione che qualcuno gli ha ricordato domenica, scandendo a Pontida lo slogan «Se-ces-sio-ne!»

Dunque si comincerà con tre ministeri, trasferiti da Roma Ladrona alla Villa reale di Monza. E magari nel frattempo la Lega Nord avrà risolto quella marginale contraddizione che qualcuno gli ha ricordato domenica, scandendo a Pontida lo slogan «Se-ces-sio-ne!» . Rileggiamo l’articolo uno dello statuto del partito di Umberto Bossi: «Il movimento politico denominato “ Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana» . Difficile conciliare l’ «indipendenza della Repubblica federale della Padania» con il progetto di farla diventare sede addirittura dei ministeri della Repubblica italiana... A meno che questa idea bislacca non faccia parte di un progetto diabolico. Ovvero, disarticolare le strutture dello Stato unitario. Perché, se abbiamo capito bene, qui non si tratta di mettere soltanto una targa su una parete o di aprire un paio di uffici di rappresentanza, ma di spostare per esempio, l’ha detto Bossi, il ministero dell’Economia. Operazione anche dai costi evidentemente insostenibili. Ammesso che sia possibile farlo senza spargimento di sangue, spostare ogni posto di lavoro non costerà meno di 300 mila euro, fra ammortizzatori sociali e sistemazioni logistiche. Figuriamoci che cosa potrebbe significare per la casse pubbliche il trasferimento a Monza del ministero dell’Economia, che conta a Roma circa 6 mila dipendenti: una spesa di un paio di miliardi, a voler essere generosi. Senza naturalmente considerare costi, ben più gravosi, di altro genere: lo spostamento della Capitale da Torino a Firenze comportò la distruzione di parte del tessuto della città medievale, così come il suo trasferimento a Roma provocò gli sventramenti urbanistici e una profonda trasformazione del tessuto sociale, con l’immigrazione di migliaia di impiegati del Nord. Prendiamola dunque per quello che è. Ossia, l’ennesima trovata propagandistica di una classe politica bastonata alle ultime elezioni amministrative: ora in seria difficoltà nello spiegare al suo elettorato che dopo 17 anni di minacce secessioniste e riti padani, nove dei quali, per inciso, passati al governo, ha portato a casa soltanto briciole. Sergio Rizzo