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 2011  giugno 21 Martedì calendario

LA BANCAROTTA DI LELE MORA

MILANO — Ruby, Berlusconi e le «cene eleganti» di Arcore stavolta non c’entrano. Ma gli assegni del cassiere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, indirettamente quelli sì. Insieme all’autogol di un’intervista tv sui propri interessi economici in Svizzera, nella quale in marzo Lele Mora esaltava proprio quanto in gennaio aveva invece negato ai pm, proprio «l’aver negoziato all’estero molti» degli «assegni circolari per 2 milioni e 550.000 euro provenienti dal conto corrente intestato a Spinelli presso la Banca Popolare di Sondrio» è infatti circostanza che pesa agli occhi del giudice Fabio Antezza «ai fini sia dei gravi indizi di colpevolezza sia delle esigenze cautelari» . E così ieri il gip, su richiesta dei pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, ha arrestato l’impresario tv per bancarotta fraudolenta pluriaggravata da 8 milioni e 440.000 euro sui 16 milioni del passivo della sua «Lm Management srl» , fallita l’ 11 giugno 2010 come il 7 aprile 2011 l’ «Immobiliare Diana srl» e come lo stesso Mora come imprenditore individuale. di quegli 8,4 milioni di euro, nel 2004-2006 circa 3,3 si sono volatilizzati attraverso «fatturazioni per operazioni inesistenti» o «gonfiate» con società di Marcello Silvestri, seguite dalla «retrocessione del denaro in contanti a Mora» . L’ha spiegato ai pm lo stesso Silvestri, e Mora negli interrogatori non lo smentisce: «Silvestri ha detto la verità (...) Non so dire la percentuale di fatturazione gonfiata, tuttavia, se come mi viene ora precisato dal maresciallo Rosa è l’ 80%, devo ammettere che non siamo molto distanti dalla realtà (...) Ero anche abbastanza convinto che, non potendo io controllarlo, lui abbia fatto più volte la cresta. Io però facevo finta di niente perché si era creata una certa simpatia» . Per forza: «È vero che, quando Silvestri arrivava nei miei uffici, io dicevo: "Signori, è arrivato il bancomat!"(...) A volte mi portava 5 mila, a volte 10 mila. Io spendevo il denaro senza accorgermene» . Gli altri 5 degli 8 milioni sono spariti in travasi di denaro alla «cassaforte di famiglia, l’Immobiliare Diana» , e in operazioni «sul conto Prestito» . Bruciati in cosa? «Buona parte in regali a Fabrizio Corona, al quale ho comprato 8 auto e ho fornito circa 1,5 milioni che doveva utilizzare per l’acquisto di una casa a Milano» (Corona però smentisce e rivendica d’averla pagata con un mutuo). Altro capitolo le ville in Sardegna: «Erano— ricorda— costantemente utilizzate per ospitare personaggi internazionali che avevano a che fare con il mio lavoro. Io potevo offrire con la "Lm Management"un pacchetto completo di viaggio aereo, sistemazione in una bella residenza riservata con personale di servizio e "cambusa". Il vantaggio poi per me era poter contare su queste star nei programmi televisivi» . Le 100 pagine di ordinanza del gip indulgono in 34 di descrizione giuridica della bancarotta, e di rituali formule sulle «rilevanti capacità e proclività a delinquere con professionalità e gestione imprenditoriale» di un Mora già con una sfilza di precedenti penali per reati tributari, assegni a vuoto, droga. Al netto del frequente ricorso a termini come «impiego sfunzionalizzato» , «denaro ripetuto» (per dire: fatto riavere) e «circostanze doppiate» (per dire: confermate), il gip segnala che Mora sarebbe riuscito a lucrare persino sul proprio marchio registrato «LM» : la vorticosa cessione alla società ungherese «Anaconda» , poi all’irlandese «Golden Lever Limited» e infine alla lussemburghese «Feva Investments sa» (riconducibile ai figli Mirko e Diana) gli ha fruttato «un risparmio di 555.000 euro di imposte» . Galeotta, nel vero senso della parola, alla fine è però stata la tv per l’impresario che lunedì vedrà iniziare l’udienza preliminare per favoreggiamento della prostituzione ad Arcore di Ruby e di altre 32 ragazze. In una intervista il 4 marzo Mora disse che «il 50%del mio lavoro è fatto con star internazionali... non lo faccio dall’Italia questo... perché io essendo residente in Svizzera ho il mio ufficio in Svizzera e lo faccio da lì anche perché estero su estero è meglio» . Peccato che ai pm il 10 gennaio avesse invece detto di «non aver alcuna attività in Svizzera» né «conti eccetto uno di non grande consistenza» . Luigi Ferrarella lferrarella@corriere. it Giuseppe Guastella