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 2011  giugno 19 Domenica calendario

IN DUE ANNI I PIGS HANNO PERSO 75 «GRADINI» - I

n poco più di due anni, tra la primavera del 2009 e quella del 2011 –un arco temporale relativamente breve per i rating sul debito sovrano – i cosiddetti stati PIGS, che sono Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, hanno perso complessivamente 75 "notches" o gradini nelle pagelle di Moody’s, S&P e Fitch. Le tre agenzie di rating hanno scosso l’Europa per due anni con raffiche di credit watch negativi e rating under review sugli stati sovrani e hanno inferto ai paesi maggiormente in difficoltà inusitati declassamenti a grappolo, con retrocessioni di svariati livelli in un solo colpo: a conferma della velocità del peggioramento del rischio-stato. L’Italia, nonostante abbia un debito/Pil in viaggio verso quota 120%, finora si è tenuta fuori da questa mischia: i rating italiani hanno registrato solo ultimamente il peggioramento dell’outlook di S&P, da stabile a negativo, e il review di Moody’s. Ma nessun declassamento.

La densità delle rating action negative concentrate sugli stati dell’eurozona periferica tra il marzo 2009 e il giugno 2011 non ha precedenti nelle economie mature. Anche perchè alcuni stati europei sono partiti da valutazioni molto alte: la Grecia, per esempio, prima di rendere noto di aver truccato i conti pubblici, era una solida singola "A", mentre a distanza di due anni è sprofondata a un passo dalla "D". Il Portogallo è crollato dalla categoria degli altamente affidabili doppia "A" e ora si trova a un solo gradino di distanza dallo speculative grade (non investment). All’Irlanda è andata peggio: solo due anni fa sfoggiava la "AAA/Aaa", che sono i rating di Germania e Francia come anche degli Stati Uniti, mentre adesso si posiziona al livello di tripla "B".

La rating action di Moody’s sull’Italia ieri è quanto mai simbolica della rapidità del deterioramento dell’affidabilità degli stati europei. Moody’s viene considerata la più lenta a muoversi delle tre, con interventi storicamente molto graduali e di grande respiro sugli stati: venerdì sera invece ha annunciato la review sull’Italia (un periodo di osservazione di circa tre mesi) saltando il passaggio intermedio della modifica di medio-lungo termine dell’outlook da stabile a negativo (come ha fatto invece S&P’s che però già valuta l’Italia due gradini al di sotto di Moody’s). Secondo il Crédit agricole, il rating medio dei PIGS è peggiorato rapidamente da "AA" alla "BBB": con un impatto non trascurabile sugli spread e sul premio a rischio di questi paesi.

Interpellato dal Sole 24 ore, David Riley, responsabile su scala mondiale dei rating sovrani di Fitch, ha spiegato che «l’incertezza sulle prospettive politiche, economiche e finanziarie dell’eurozona è aumentata molto e questo inevitabilmente ha imposto una rivisitazione dei rating sovrani e ha provocato una maggiore volatilità nell’assegnazione dei rating rispetto al passato». Tutto questo è destinato a permanere fino a quando non sarà fatta chiarezza sulle prospettive fiscali ed economiche in Europa, ha detto. Il fatto stesso che il debito/Pil, il deficit/Pil e la solidità dei sistemi bancari in molti paesi europei siano peggiorati ha imposto la rivalutazione dei rating. «Al di là degli stati in crisi, la gran parte dei nostri rating sui paesi membri dell’Unione europea, compresa l’Italia è stabile», ci tiene però a precisare Riley.