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 2011  giugno 19 Domenica calendario

La prima email, spedita e arrivata giusto 40 anni fa, partì da un calcolatore grande come un armadio e giunse al calcolatore a fianco

La prima email, spedita e arrivata giusto 40 anni fa, partì da un calcolatore grande come un armadio e giunse al calcolatore a fianco. Fece insomma pochi centimetri, ma per farli attraversò gli Stati Uniti, se non il mondo. La novità vera era proprio questa: le due macchine erano collegate attraverso Arpanet, la rete di computer del Dipartimento della Difesa americano che pochi anni dopo diventerà Internet. È il 1971, e Ray Tomlinson ha un’intuizione che oggi definisce «quasi banale»: gli utenti dei giganteschi computer dell’epoca potevano scriversi messaggi, ma non spedirli. Semplicemente, li lasciavano nella memoria della macchina. Lui utilizzò Arpanet per trasmetterli di computer in computer e ebbe l’idea di usare il segno @ per dividere il nome del destinatario da quello della macchina che avrebbe ospitato il messaggio. Una piccola trovata dalle enormi conseguenze: oggi tutti gli indirizzi email presenti nel mondo sono identificabili con pochi semplici caratteri. Gliel’hanno chiesto mille volte, ma Tomlinson non ricorda che cosa scrisse in quel primo messaggio: «Qualcosa come QWERTYUIOP, tutto maiuscolo», disse una volta. Poi raccontò che il collega che lavorava al suo fianco gli consigliò di non parlare a nessuno della sua idea, perché inventare l’email non era ciò per cui era stato assunto. Tomlinson non seguì il consiglio, il suo capo apprezzò di cuore e già a fine 1971 - naturalmente via email - fece sapere a tutti i computer collegati ad Arpanet che una nuova forma di comunicazione era diventata disponibile. Tomlinson non guadagnò un dollaro dall’email: «Il fatto che ancora si parli di me e delle origini dell’email è la mia unica ricompensa».