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 2011  giugno 19 Domenica calendario

Che fine ha fatto Ilona Staller, la dea più invocata dai peccatori solitari? La Cicciolina del mito, quella che entrò in Parlamento nel 1987 - bella e procace - succintamente vestita con i colori del patrio vessillo

Che fine ha fatto Ilona Staller, la dea più invocata dai peccatori solitari? La Cicciolina del mito, quella che entrò in Parlamento nel 1987 - bella e procace - succintamente vestita con i colori del patrio vessillo. Quella dalle curve pericolose, sensualmente risalite da un pitone allusivo? Bene: quella non c’è più. Come tutti i miti anche il suo è stato assunto nell’Olimpo dove ci piace pensare che il tempo e le icone siano immobili. C’è invece la signora Elena Anna Staller, classe 1951, che abita in un elegante comprensorio sulla via Cassia, molto oltre il raccordo anulare. Attico e superattico pieni di luce, ma anche di ninnoli, di foto familiari (la mamma scomparsa, il figlio piccolo), di soprammobili, di specchi, di trompe l’oeil, di piante, di attrezzi ginnici, di ciotole per quattro cani e tre gatti, di riviste, di libri. Ilona di oggi, alla soglia dei sessant’anni (a novembre) è soprattutto un cuore di mamma: nelle sue parole ricorre costantemente suo figlio, che è il suo amore, la sua famiglia, la sua compagnia, il centro di ogni suo impegno, la sua vita. E lui Ludwig, un bel ragazzo di quasi 19 anni, avuto dallo scultore Jeff Koons, ci viene ad aprire dopo aver messo i cani a riparo, in uno dei terrazzi. È alto, bruno e ha gli occhi della mamma: due mandorle azzurre campite su un volto ambrato. Poliglotta dalla nascita, parla correntemente oltre all’italiano, anche l’ungherese (di mamma) e l’inglese (di papà), ma nella comunicazione quotidiana usa il romanesco tosto: «Aspetta n’attimo che mi madre se sta a truccà». E lei appare: tacco alto, jeans, maglietta rosa, trucco accurato. Qualcosa è cambiato - certo - eppure è lei: bella, fisico invidiabile, seno importante. Ci fa vedere la casa, un po’ a soqquadro - in realtà per una ristrutturazione in corso. Ci mostra i vicini: «Quella era la casa di Moana». Un altro attico su cui il sole del tardo pomeriggio getta una luce malinconica. Che cos’è cambiato, madame? «Poco e molto - spiega, mentre passeggia nel salone e accarezza la cagna Kuma -. Poco, nel senso che sono sempre io, non rinnego nulla del mio passato e sono contenta di quello che ho fatto. Molto, perché oggi sono soprattutto una madre e sto facendo un lavoro diverso». A questo punto esprime anche un concetto che è anche un messaggio: «…e poi sto imparando a invecchiare». «In una trasmissione in Tv - spiega - ho visto Pamela Anderson quasi inorridire di fronte a chi le faceva una domanda sull’invecchiare. E allora ho interrogato me stessa: bene, mi sono detta, io ho il passato che tutti conoscono e con cui voglio convivere senza traumi, ma ho anche un presente e spero di avere un futuro. Non posso e non voglio essere una bambolina per sempre. Mi curo, mi aggiusto. Ma invecchio anche. Mio figlio mi ha dato una nuova vita e il tempo mi ha permesso di reinventarmi anche un altro modo di lavorare. Recito in italiano, ungherese, francese, inglese e russo. Non so solo stare a gambe all’aria come un tempo, so come muovermi davanti a una telecamera… a differenza di certe cretine improvvisate che vedo apparite in tv». Un giro di sciampiste spinte dalla politica? Insistiamo. E lei capisce al volo: «Non mi trascini in polemiche con i politici. Lavoro già poco in Italia, ci manca solo che mi faccia nemici. A proposito aggiunge - il 23 luglio sarò comunque al “RockVille” di Reggio Emilia, lo scriva per favore». La giornata della signora Staller è molto regolare. «Mi alzo per fare colazionecon mio figlio, poi vado in palestra e nuoto tutti i giorni. Al rientro vado al supermercato, parlo con le signore ... “sei tanto caruccia” mi dicono». Quando torno, se non c’è la signora che mi aiuta in casa, preparo il pranzo, cucina italiana ma anche ungherese. Nel pomeriggio mi metto a tavolino e comincio a lavorare: ho un sito (www.cicciolinaonline.com), rispondo a mail, mantengo contatti, promuovo il mio libro di memorie fotografiche. Ho appena fatto un reality in Inghilterra, una trasmissione in Argentina, un’altra in Ungheria. Sono un’artista del mondo». Ma ha tutta questa necessità di lavorare? «È quello che la gente mi chiede sempre. Ho guadagnato molti soldi ma ho anche sperperato un patrimonio in cause con il padre di Ludwig. Per fortuna mi ha assistito un legale bravissimo, che è anche una persona a cui oggi sono molto legata, l’avvocato Luca Di Carlo. E quindi oggi vivo di lavoro, non della pensione di ex parlamentare, come molti credono, perché quella la prenderò dopo i 60 anni e sarà di duemila euro al mese. I soldi, comunque, mi bastano e li investo sull’educazione di mio figlio perché credo che sia l’unico vero patrimonio che si porterà dietro per sempre». Le serate di Ilona sono pensose: «Adoro la natura - racconta -. Amo passeggiare nei boschi, guardare il mare. Quando posso prendo mio figlio e vado a fare un bel viaggio. Per il resto di sera sto in casa e scrivo: ho pubblicato un libro per Mondadori («Per amore e per forza. Autobiografia di Cicciolina»), un altro l’ho prodotto io e lo vendo online, sto scrivendo delle novelle, come faceva la mia povera mamma». Madame, perdoni una curiosità da ragazzacci di provincia: il pitone? «È morto. Era molto vecchio. Lo abbiamo sepolto, con una crocetta sopra, come un animale domestico a cui si è affezionati». E i vestiti di scena? Risponde Ludwig: «Mamma ed io abbiamo fatto un’adozione a distanza. Ora stiamo preparando un’asta a Londra per tutti suoi costumi. Il ricavato servirà per la bambina adottata e per tutti gli altri come lei». Cambio di lingua: «Mo comunque, se vieni dellà, te faccio vedè i cani. Sta attento però: pareno tanto manzi, ma se je girà...».