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 2011  giugno 19 Domenica calendario

Francesco Moser, oggi compie sessant’anni: le fa effetto? «Un po’ sì, ma io non mi sento vecchio

Francesco Moser, oggi compie sessant’anni: le fa effetto? «Un po’ sì, ma io non mi sento vecchio. Posso fare tutte le cose che facevo a vent’anni» . Il bilancio finora è in attivo? «Sì, non mi lamento. Poteva andare meglio, ma anche peggio. La bilancia pende dalla parte giusta» . Ha qualche rimpianto? «Sì, mi manca qualche corsa... Il Tour era più adatto a me, ma ne ho fatto solo uno» . Il momento che non dimentica? «Ce ne sono tanti. Il record dell’ora, il Giro del 1984, la Roubaix in maglia iridata. E la vita in famiglia, la nascita di Francesca, Carla e Ignazio» . Il momento no? «La sconfitta mondiale al Nürburgring nel 1978 contro Knetemann. Ma il fatto che se ne parli ancora vuol dire che anche i secondi posti servono a qualcosa» . È sempre l’italiano più vincente: questo che effetto le fa? «È bello l’affetto che la gente prova ancora per me. Un amico ha preparato per la festa di oggi un cartellone con tutte le mie vittorie. È enorme» . Il ciclismo era nel destino o avrebbe potuto diventare altro? «Facevo già il contadino e avrei continuato a fare quello» . Ma qual era il suo idolo? «Prima di tutto i miei fratelli. Poi guardavamo Anquetil, fino all’arrivo di Merckx: quando l’ho visto vincere il Giro sulle Tre Cime nel 1968 non andavo ancora in bicicletta» . I fratelli cosa le insegnarono? «A correre. Ma poi impari da solo: non si può vivere sulla base dei racconti altrui, bisogna buttarsi» . Grazie al ciclismo ha girato il mondo un ricordo esotico? «Siamo arrivati in bicicletta alle Piramidi. Una sensazione particolare» . Quanto e come è stato importante il rapporto con suamoglie? «La famiglia è stata fondamentale. Carla mi ha sempre lasciato correre senza problemi. Di quelli, chi va in bici, ne ha già abbastanza» . Com’è la vita da nonno? «Bella. Francesca mi ha dato una nipotina dieci mesi fa, Anna. È la vita che va avanti» . Ha un figlio ciclista: sogna che diventi professionista? «Bisogna vedere che capacità avrà Ignazio. Professionista si può diventare. Ma bisogna vedere come lo si fa» . L’anno scorso ha detto che temeva per il doping. Ha cambiato idea? «Il problema è il mondo in cui viviamo, dove anche i migliori possono finire per sbagliare. La preoccupazione resta, Moser con Francesca, corridore ma allo stesso tempo credo che lui non avrà problemi» . Merckx dice che lei è stato un grande innovatore. della Cosa ne pensa? «L’occasione del record dell’ora mi ha dato opportunità importanti» . Lei correva già con bici Moser. Era primo anche negli affari? «Si poteva fare di meglio. Abbiamo perso i tempi più vantaggiosi» . Sulla parte medica scientifica ha qualcosa di cui pentirsi? «No. Ho fatto quello che hanno fatto quasi tutti. E sempre nelle regole» . Saronni resta il suo Avversario? «Sì, siamo sempre stati diversi in tutto, carattere, modo di correre...» . Beppe le ha preparato un messaggio in cui dice che stavolta è contento che lei sia arrivato primo... «Non è che mi piaccia molto: Saronni non si smentisce mai!» . Il suo migliore amico ciclista? «Hinault. Ci siamo scontrati, ma c’è sempre stato grande rispetto» . Il gregario più fidato? «Masciarelli, senza dubbio» . Chi stima tra i campioni oggi? «Contador, Cancellara, Basso. Ivan è uscito bene dalla sua vicenda di doping. È stato torchiato e ha pagato, a differenza di altri» . Lei è stato presidente del sindacato. I corridori oggi come sono? «Non si interessano delle loro questioni. Noi eravamo più uniti» . Le piace essere ricordato come l’uomo dei record? «Mi ricordino come vogliono. Quel che conta per me è l’affetto della gente. Lo vedo e lo sento ancora sulle strade» . Oggi in Trentino ci sarà una pedalata con tanti amici vip dopo la festa di ieri sera. Ma il suo primo lunedì da sessantenne come sarà? «Al lavoro nei campi, come sempre. Mi fa restare giovane» . Tra le vigne si sente libero come quando correva in bicicletta? «Sì, lo faccio perché mi piace» . Paolo Tomaselli