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 2011  giugno 19 Domenica calendario

ROMA —

Appalti con gli enti pubblici per centinaia di milioni di euro, acquisizioni immobiliari, controllo sulle nomine e sui contratti della Rai: si sdoppia l’inchiesta napoletana sul gruppo di potere guidato da Luigi Bisignani. I pubblici ministeri Henry John Woodcock e Francesco Curcio trasmettono ai colleghi della Capitale il capitolo relativo agli affari e alle presunte ingerenze sull’attività istituzionale. E proseguono gli accertamenti su ricatti ed estorsioni che sarebbero stati compiuti insieme con il parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Sono le carte processuali a rivelare la rete di relazioni che l’affarista e il politico avevano messo in piedi per «condizionare» la vita pubblica, così come spiega il giudice nell’ordinanza di arresto per entrambi e per il carabiniere Enrico La Monica, che li avrebbe foraggiati di notizie riservate sulle indagini in corso. E a far emergere come Bisignani — oltre a poter influire sugli assetti degli apparati di intelligence e delle forze dell’ordine — fosse il punto di riferimento per i vertici dell’Eni, dell’Enel, e delle Poste. Proprio grazie a queste entrature sarebbe riuscito a gestire, o comunque a dirottare su persone fidate, le commesse ottenute. Non solo. Intercettazioni e interrogatori confermano come Bisignani fosse diventato una sorta di direttore generale «ombra» della Rai. Del resto è lui stesso ad ammettere in un interrogatorio: «Mi interessavo delle vicende televisive perché sono sempre stato convinto che Masi non fosse la persona giusta per quel ruolo» . La stampa delle bollette Numerosi testimoni parlano dei rapporti tra Bisignani e i vertici Enel, dei legami tra la sua società Ilte e gli altri Enti di Stato. Ma il più preciso e attendibile viene ritenuto Alessandro Bondanini, che lo conosce da tempo anche perché collaborava con Stefania Tucci. Si tratta dell’ex moglie del socialista Gianni De Michelis, una commercialista legata per lungo tempo a Bisignani, che ha gestito la maggior parte dei suoi affari e poi è finita sotto inchiesta a Napoli per svariate operazioni illecite. Racconta Bondanini a verbale: «Mi risulta che sicuramente la Ilte ha rapporti con l’Eni e che stampi la rivista dell’Eni. Al riguardo Bisignani, proprio nel contesto dei rapporti tra Ilte e Eni mi presentò Lucchini dell’Eni» . Il riferimento è a Stefano Lucchini, responsabile del Dipartimento relazioni istituzionali dell’Ente nazionale idrocarburi, che nei mesi scorsi è stato ascoltato dai pubblici ministeri Continua Bondanini: «Mi risulta che con le Poste Bisignani ha creato una società la Postel e ha la concessione per la stampa delle bollette, non soltanto quelle delle Poste, che arrivano nelle case degli italiani» . I nuovi controlli serviranno a scoprire se la concessione dell’appalto sia avvenuto in maniera regolare e soprattutto se la scelta di concedere il lavoro in esclusiva alla società di Bisignani fosse davvero vantaggioso per le Poste o se invece serva a mascherare la concessione di finanziamenti. Del resto le verifiche riguardano tutti i contratti, soprattutto in materia di pubblicità e sponsorizzazioni, che Eni ed Enel avrebbero siglato proprio su indicazione dell’affarista. Ma anche alcune commesse relative alle Ferrovie. Un immobile per Palazzo Chigi Trattativa riservata da 100 milioni di euro. Questo era il prezzo di uno stabile di piazza del Parlamento che Bisignani avrebbe dovuto vendere alla Presidenza del Consiglio. I contatti erano già in fase avanzata quando l’affare è sfumato e il sospetto è che si sia deciso di accantonarlo proprio dopo aver saputo che era stata avviata un’inchiesta sui rapporti tra Bisignani e Papa. Del resto da Palazzo Chigi Bisignani aveva già ottenuto svariati contratti gestendo in particolare, per conto del suo amico Arnaldo Galbusera titolare della società «Idalgo» , l’informatizzazione degli uffici e anche su questo si è concentrata l’attenzione degli inquirenti. È stato proprio Bisignani, durante uno dei suoi interrogatori, ad ammettere di aver contrattato con la Presidenza la vendita dello stabile. I magistrati avevano invece già scoperto che i lavori di ristrutturazione erano stati affidati a Valerio Carducci, uno dei costruttori finiti nell’inchiesta sui «Grandi Eventi» . L’imprenditore viene ascoltato il 2 marzo. Molte sue conversazioni sono state intercettate, lui non può negare di avere rapporti con gli indagati. E dichiara: «Avrò incontrato Papa sei o sette volte in tutto e sempre per caso. Le volte che l’ho incontrato Papa mi ha sempre chiesto delle mie vicende giudiziarie e cioè sia del procedimento Why Not, sia del procedimento del G8. Ho incontrato Bisignani diverse volte, fino a 20 giorni fa. Il mio rapporto con Bisignani è stato frequente, nel senso che mi sono più volte incontrato con lui ogni qualvolta mi dovevo vedere con Bondanini, collaboratore di Farina, che si occupava delle vicende relative al palazzo di piazza del Parlamento, che Farina mi diceva che aveva rilevato. In effetti voglio dire che per arrivare a Bondanini e Farina sono passato proprio per il tramite di Bisignani. Più esattamente il dottor Alberto Bellini della Pirelli Re, mio caro amico, mi disse che se volevo avere la possibilità di avere l’appalto per la ristrutturazione del predetto palazzo di piazza del Parlamento lui mi avrebbe potuto far conoscere Bisignani che era in rapporti con Farina. Così fu e mi resi conto, parlando con Bisignani, che anche lui aveva un qualche interesse in questo affare del palazzo, ma non so precisare esattamente in cosa questo interesse economico si concretizzasse. In effetti Bondanini mi condusse all’interno del palazzo con i miei collaboratori (parliamo della primavera del 2008). Verbalmente Bisignani, Farina e Bondanini mi dissero che mi avrebbero affidato i lavori di ristrutturazione e anzi io ho anche fatto dei progetti che ho a casa. In seguito, tuttavia, questo affare non si è concretizzato poiché il palazzo è tornato nella proprietà della Banca che aveva venduto il palazzo al gruppo di Farina poiché costoro non avevano pagato qualche rata di mutuo...» . L’avvocato della Rai Le intercettazioni telefoniche e ambientali di questi mesi rivelano la stretta amicizia tra Bisignani e Mauro Masi, l’ex direttore generale della Rai. Tra le contestazioni all’uomo d’affari c’è tra l’altro quella di aver rivelato allo stesso Masi notizie sull’inchiesta avviata a Trani sulle pressioni del presidente Silvio Berlusconi sui componenti dell’Agcom per ottenere la chiusura di «Annozero» . I colloqui tra i due sono talmente espliciti che durante gli interrogatori entrambi non hanno potuto negarlo. Del resto l’interesse di Bisignani per le vicende relative alla tv di Stato emerge anche da altre conversazioni e rapporti finiti agli atti dell’inchiesta. In particolare ci sono i contatti e gli incontri con l’avvocato Salvatore Lo Giudice, con il quale dimostra di avere un’amicizia solida e di antica data. Figlio di Enzo Lo Giudice, storico legale di Bettino Craxi, Salvatore è consulente di Palazzo Chigi ma soprattutto uno dei più ascoltati consiglieri di Silvio Berlusconi in materia di editoria e comunicazioni. E proprio a lui è stato affidato il compito di trattare il rinnovo dei contratti dei conduttori Rai invisi al premier, in particolare Milena Gabanelli, Serena Dandini, Fabio Fazio e Giovanni Floris. Fiorenza Sarzanini