Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 18 Sabato calendario

MAGLIE, IL PAPÀ DEL MINISTRO FITTO FA CONCORRENZA A MORO

Un paese, due cittadini illustri e una polemica che si combatte sulla memoria e sui luoghi “da intitolare a”. Accade a Maglie, 15 mila anime a 30 chilometri da Lecce, nonché città nota ai più per aver dato i natali ad Aldo Moro, lo statista democristiano trucidato dalle Brigate rosse nel maggio del 1978. Nel comune salentino, però, è nato anche Salvatore – Totò – Fitto, ex presidente della Regione Puglia (nonché padre dell’attuale ministro per gli Affari regionali Raffaele e fratello dell’attuale primo cittadino magliese Antonio), morto nel 1988, a 47 anni, a causa di un incidente stradale nel pieno del suo mandato. Nomi importanti, ma dal diverso “peso” politico nella storia d’Italia, per una piccola comunità che oggi è alle prese con una querelle dal retrogusto quasi revisionista: Aldo Moro e Totò Fitto, infatti, hanno lo stesso numero di luoghi intitolati alla loro memoria.
MENTRE l’ex governatore regionale dà il nome all’aula consigliare, al campo sportivo vicino allo stadio comunale, a una scuola materna e, da qualche giorno, anche a una via, Moro è ricordato “solo” per una piazza (seppur importante perché è quella del municipio), per la sua casa natale divenuta museo permanente (di certo non poteva essere intitolata a qualcun altro), per l’istituto magistrale (ci ha pensato la Provincia...) e per la discussa statua in via Caduti di via Fani (regalo di un artista alla città). Perché discussa? Perché lo statista è raffigurato con sguardo pensieroso e con una copia de L’Unità sotto il braccio in memoria del compromesso storico.
Questa, però, è un’altra vicenda, di levatura ben più elevata rispetto all’odierna polemica, nata dalla presa di posizione dell’Arci “Biblioteca di Sarajevo”, associazione politico-culturale che si è ribellata all’ultima intitolazione, quella che ha trasformato via Muro in via Salvatore Fitto. “Troppe dediche al solito personaggio, seppur meritevole di tutti gli onori possibili – ha detto al Fatto il vicepresidente del sodalizio Giancarlo Costa Cesari –, ma così si dimenticano molti altri cittadini magliesi che negli anni hanno dato lustro alla nostra città”. Impossibile, stando a quanto raccontato dal rappresentante dell’associazione, non pensare all’odierno potere politico e amministrativo, sia nazionale che locale, della famiglia Fitto. “Lo dicono i fatti – ha continuato Costa Cesari –: c’è un sindaco e un ministro con quel cognome . Ora, al di là del valore di Totò Fitto, speriamo che la nuova commissione alla toponomastica coinvolga nelle sue scelte anche i cittadini, perché di questo passo non vorremmo che Maglie si trasformasse in Fitto-poli”.
“POLEMICA solo politica, inutile, inopportuna e fuori tempo massimo – ha ribattuto Antonio Fitto, sindaco di Maglie, zio di Raffaele e fratello del compianto Totò –. Si tratta di una mera strumentalizzazione, anche perché questi dell’associazione avrebbero dovuto protestare quando c’è stata la proposta di intitolazione di via Muro, ovvero tre anni fa in occasione del ventennale della morte di mio fratello. I signori della Biblioteca di Sarajevo non hanno rispetto e sbagliano bersaglio: avrebbero dovuto prendersela con chi all’epoca ha proposto il cambio di nome, ovvero con la commissione comunale alla toponomastica, che era composta da studiosi e uomini di cultura , non da politici. E poi, da sindaco, cosa avrei dovuto fare? Bocciare la loro proposta? E con quale motivazione? Perché Totò Fitto era mio fratello? Non scherziamo: stiamo parlando del nulla”. Sarà certamente così, per carità, ma rimane il fatto che ora Maglie è la città di Aldo Moro, ma anche di Totò Fitto, “ex presidente della Regione, padre e fratello di”. La speranza dei magliesi, adesso, è che il ministro Raffaele “campi” almeno altri 200 anni: come fare, altrimenti, a districarsi tra tutte le possibili e futuribili “vie Fitto”?