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 2011  giugno 18 Sabato calendario

L’ astronave utilitaria dei racconti di Asimov non c’è ancora. Eppure le più recenti monovolume e ammiraglie di fascia alta incorporano di serie accessori degni di un film di fantascienza

L’ astronave utilitaria dei racconti di Asimov non c’è ancora. Eppure le più recenti monovolume e ammiraglie di fascia alta incorporano di serie accessori degni di un film di fantascienza. Un esempio rende bene il fenomeno: Volvo, pochi mesi fa, ha sperimentato un sistema che permette a un veicolo di guidare in autonomia e in tutta sicurezza mentre il conducente si riposa. Anche l’auto che parcheggia da sola è ormai una realtà per molte case: servono «solo» telecamere e un servosterzo elettrico. La prima è stata Toyota con la Prius tre anni fa, poi Continental e Bosch hanno messo a punto sistemi più efficaci sfruttati da molte aziende (Bmw, Audi e Volkswagen). Al momento tutte le maggiori case automobilistiche lavorano al concetto di connected car (auto connessa in Rete, ndr). L’intenzione è andare oltre la semplice integrazione dello smartphone nel sistema di comunicazione sviluppando collegamenti a Internet e servizi cloud in misura sempre maggiore. Le applicazioni I possessori dei modelli più economici non devono disperare perché ad aggiornare il veicolo ora contribuiscono un grosso numero di dispositivi hi-tech dedicati. Si tratta di soluzioni pensate per il multimediale, per la guida sicura o semplicemente per il comfort (come il sedile massaggiante o la temperatura regolabile per ogni passeggero), alla portata di tutti in termini di budget. La tecnologia «da auto» è un business in pieno sviluppo che fa gola a molti, al punto che persino Google ha recentemente annunciato novità su questo fronte: in relazione a un accordo con Ford, metterà a disposizione le «Google’s prediction Api» , applicazioni in grado di prevedere il comportamento dell’utente in base alla registrazione di tutti i movimenti fatti precedentemente — per aiutare gli automobilisti a risparmiare carburante guidando in maniera più efficiente. I navigatori I navigatori satellitari Gps sono uno degli oggetti hi-tech più classici per l’auto, ma anche uno dei prodotti meno soggetti a grandi novità e cambiamenti. L’americana Garmin ha provato a invertire questo trend con due proposte. Una è il GPS nüvi 1490TV (299 e) che incorpora una tv con schermo da 5 pollici e ricevitore del digitale terrestre Dvb-t. È un navigatore pensato per chi passa buona parte della sua giornata in auto ed è costretto a lunghe attese. L’altra si chiama Mechanic ed è una «app» per i dispositivi Android in grado di controllare il veicolo. Con Mechanic vengono misurati i parametri di accelerazione, oltre alla temperatura dell’aria, la tensione di batteria, la posizione della valvola a farfalla, il carico motore e la temperatura del liquido di raffreddamento. I risultati sono dei codici errore alfanumerici (Dtc) da consegnare all’officina di fiducia che identificano la causa di un eventuale problema. L’ «app» è disponibile gratuitamente ma è necessario l’accessorio ecoRoute HD (99 e) per il collegamento dello smartphone alla vettura. I Gps della serie Go Live 800 realizzati dalla concorrente TomTom — a partire da 229 e— sfruttano invece il Web e la telefonia mobile per offrire all’utente informazioni aggiornate in tempo reale. Dettagli sulla situazione del traffico ogni due minuti, rapporti sugli incidenti, tempistica e motivo di eventuali ritardi, tempi di arrivo previsti e percorsi alternativi. Nel Live è incluso anche il rilevatore di tutor e autovelox, sia fissi che mobili. A vivavoce Mani sul volante e occhi sulla strada ormai non bastano più, è necessario avere anche orecchie tese verso l’auricolare o il vivavoce: noi italiani anche quando ci mettiamo al volante non rinunciamo a una sbirciatina alle chiamate o a una controllatina veloce alle email. In termini di sicurezza questi comportamenti possono rivelarsi molto rischiosi. Fortunatamente, la stessa tecnologia ci fornisce delle soluzioni grazie ad auricolari e vivavoce senza fili Bluetooth. I modelli della nuova generazione costano molto meno rispetto al passato e soprattutto sono più facili da usare. Bose, un nome storico dell’alta fedeltà, ha realizzato da poco il suo primo auricolare Bose Bluetooth (149 e), un sistema integrato nel dispositivo isola il segnale della voce attenuando i rumori di fondo recepiti dal microfono. Al contempo la periferica può gestire il segnale in entrata mantenendo costante il volume della conversazione quando il rumore esterno sale, per esempio perché aumenta quello dell’autoradio. A chi ama la comodità Jabra ha dedicato invece un vivavoce — Cruiser 2, a 99 e— da collocare dietro l’aletta parasole della vettura in grado di annunciare il nome corrispondente al numero del chiamante. Chi è della religione «ecologia a tutti i costi» apprezzerà il modello Powersun 200 (45 e) di Nilox: è un po’ più ingombrante dei concorrenti ma ha un’anima ecologica e presenta un pannello solare sulla parte posteriore in grado di caricare la batteria. Parrot invece propone Minikit Smart (99,90 e) con un look insolito per un vivavoce e molto simile a quello di una staffa per Gps. Infatti è anche un alloggiamento per il telefonino da applicare al parabrezza tramite ventosa. Il Minikit Smart è compatibile con tutti i dispositivi larghi da 56 a 70 millimetri e con sistemi Android, iPhone, Blackberry o Symbian. A chi dispone di un budget limitato, ma non vuole rinunciare alla qualità è dedicato il K100 di Plantronics (59,99 e), un apparecchio con dimensioni e tecnologia Dsp (Digital Signal Processing) per mantenere la voce dell’utente nitida e chiara. Lino Garbellini