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 2011  giugno 18 Sabato calendario

MILANO —

Tra le sbarre della sala riunione della stessa casa circondariale due persone si ritrovano casualmente con il rispettivo volto da assassino. Quando si erano conosciuti molti anni prima, e lui faceva l’idraulico e lei la casalinga, non potevano sapere che un giorno le loro vite sarebbero state unite dal sentimento e dalla simmetria di vite sfociate in dramma. È la storia di Luca Zambelli e Francesca Brandoli, rinchiusi alla Dozza di Bologna, che si sono promessi sposi in carcere. Lui di Sassuolo è stato condannato a 18 anni per aver ucciso a coltellate in un pomeriggio del 15 maggio del 2006 la moglie Stefania Casolari. Lei di Modena ha «guadagnato » l’ergastolo per aver colpito la sera del 30 novembre 2006 alla testa con un martello il marito, Christian Cavaletti, un imprenditore di Reggiolo che ogni sera aveva l’abitudine di scendere in cortile per rinchiudere il cane in garage. Pare che l’amore sia sbocciato dopo un intenso scambio di lettere. Un amore in cui il sangue versato dalle vittime s’è come intrecciato tragicamente alla promessa di ritrovarsi all’altare (il rito tuttavia sarà civile sempre che gli avvocati riusciranno a superare tutti gli ostacoli burocratici). Tra pochi giorni in Comune a Modena saranno affisse le pubblicazioni di matrimonio. I testimoni saranno i volontari che oggi assistono i condannati nelle attività svolte in carcere. È stato il caso a far incontrare i due assassini nello stesso posto. Il primo incontro è avvenuto nella sala colloqui. È durato un’ora. Sessanta minuti che da allora si ripetono una volta al mese: Brandoli e Zambelli non possono vedersi se non nei colloqui autorizzati. Lei lavora nella biblioteca e condivide gli spazi in comune con Anna Maria Franzoni. Nella precedente vita, quando ancora Francesca era la signora Brandoli moglie di Cavaletti, era descritta come pericolosa, ossessiva e manipolatrice. Una che odiava l’ex marito (c’è scritto nella sentenza). Brandoli è stata condannata per l’omicidio assieme a Davide Ravelli, un grafico di origini milanese, che all’epoca era suo amante e dal quale pare che lei aspettasse un bambino. Dal marito invece di figli ne aveva avuti due: proprio il giorno dell’omicidio erano stati affidati al padre. Il giorno in cui uccise la moglie Stefania, trentaseienne che lavorava in un bar, Luca Zambeletti aveva due figli (10 e 14 anni), «terminali incolpevoli» dei continui litigi dei coniugi. Per i giudici il movente dell’omicidio sarebbe stata l’incapacità di accettare la separazione della moglie. Stefania è stata ritrovata senza vita con 21 coltellate nel suo appartamento a Sassuolo. Dopo le pubblicazioni al Comune di Modena, la città di residenza di lei, gli atti passeranno a quello di Bologna, città in cui verrà celebrato il matrimonio. Subito dopo il sì davanti ai testimoni e a uno degli assessori di Bologna cui spetterà di sposare la coppia, Zambelli e Brandoli potranno incontrarsi anche sei volte al mese. Agostino Gramigna

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BOLOGNA - Riusciranno a vivere insieme fra vent´anni, quando entrambi saranno fuori e avranno lei 58 e lui 62 anni. Ma l´amore non aspetta e hanno deciso di sposarsi dietro le sbarre. Lo possono fare perché sono rimasti soli, dopo il primo matrimonio. Non perché abbiano divorziato, ma perché entrambi si sono liberati del compagno con un mezzo più sbrigativo: uccidendolo.
La storia d´amore tra due uxoricidi è scoppiata tra le sbarre del carcere di Bologna. Lei è Francesca Brandoli, modenese, che alla fine del 2006 si fece aiutare dall´amante Davide Ravarelli per eliminare l´ex marito, Christian Cavaletti, a Reggiolo, appena oltre il confine della provincia di Reggio Emilia. Al processo i due complici scaricarono uno sull´altro le responsabilità e anche il loro legame finì con le condanne all´ergastolo. Nello stesso anno, pochi mesi prima di Francesca, si era trasformato in un uxoricida anche il promesso sposo Luca Zambelli di Sassuolo, artigiano elettricista che in assenza dei figli a casa accoltellò la moglie, Stefania Casolari, trovata agonizzate dalla madre, che ieri, dopo aver sentito la notizia dello sposalizio nel carcere bolognese dell´ex genero, ha esclamato: «Per me è come se quell´uomo mi avesse ucciso la figlia per la seconda volta». Eppure quel matrimonio si farà.
Le pubblicazioni saranno affisse a Modena e sarà un assessore di Bologna a varcare i cancelli del carcere e sposare i due uxoricidi, che si conoscevano già prima dei delitti che hanno segnato la loro vita. Si sono avvicinati quando hanno saputo che erano finiti nel medesimo carcere. Prima lettere appassionate, poi il primo colloquio di un´ora. Ora possono vedersi solo una volta al mese, dopo il matrimonio che è previsto entro la fine dell´estate, qualche volta di più, fino a sei. Il primo a uscire dal carcere sarà lui, fra una dozzina di anni. Lei che ha l´ergastolo (è nella sezione femminile dove si trova Anna Maria Franzoni) potrà aspirare alla semilibertà nel 2031. E potranno soltanto allora mettere su casa.