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 2011  giugno 17 Venerdì calendario

Weiner Anthony

• New York (Stati Uniti) 4 settembre 1964. Politico. Astro nascente dei Democratici, il 16 giugno 2011 fu costretto a dimettersi dal Congresso per uno scandalo a sfondo cyber-sessuale • «Si chiama “sexting”, ed è la manifestazione di esibizionismo sessuale che ha distrutto [...] Weiner [...] vizietto di esibirsi in mutande via Twitter, facebook e tutti gli strumenti che i social network offrono agli incauti [...] rieletto ben 7 volte nel collegio del Bronx con maggioranze trionfali è passato dallo sdegnato diniego, alla parziale ammissione, alla confessione totale con groppo in gola e lacrima [...] Non poteva mancare l’etichetta: Weinergate [...] “golden boy” della corrente clintoniana del Partito Democratico, sposato [...] con la grande favorita di Hillary Clinton, la bellissima consigliera Huma Abedin. Fu una cerimonia officiata personalmente da Bill. Auspicio un po’ inquietante di futuri incidenti coniugali, visto a posteriori. [...]» (Vittorio Zucconi, “la Repubblica” 11/6/2011) • «“Tweetin’ain’t cheatin’”. Twittare non è tradire. Nella sua surreale e clamorosa giustificazione in lacrime, Anthony Weiner ha detto un’unica cosa di cui potersi vantare: “Non ho mai fatto sesso fuori dal matrimonio” [...] Giocare a “Scarabeo” è un frivolo intrattenimento tra amici. Scattare una foto al proprio “affare”, come lo ha soprannominato David Letterman, e inviarla nel cyberspazio a donne mai incontrate di persona è qualcosa di leggermente più inquietante. È una reazione compulsiva. [...] Il piagnucoloso Weeiner ha sposato [...] l’assistente di Hillary Clinton, Huma Abedin, donna glamour e di classe, e dopo soltanto undici mesi è stato beccato a tradirla online con una concessionaria di blackjack di Las Vegas, con una pornostar e con un paio di studentesse. [...] Spesso gli uomini potenti ambiscono a qualcosa di più dell´amore e dell’ammirazione da parte della loro Buona Moglie. Talvolta amano il rischio, addirittura il pericolo. Altre volte si eccitano per la differenza di status. Adorano le reazioni delle fan, come quella di Lisa Weiss, la concessionaria di blackjack di Las Vegas, che chattando con Weiner su Facebook gli ha scritto: “Sei così affascinante quando alzi la voce contro quei sapientoni di Fox News”, oppure “Scommetto che ti vengono dietro tante di quelle ragazze! Sei il nostro stallone liberal” [...] Per certi aspetti, il sesso virtuale presenta molti meno rischi rispetto a quello reale. Le malattie, per esempio. Ma comporta il rischio di esporsi, sotto tutti i punti di vista, e di rovinarsi la vita sotto gli occhi di un pubblico globale. Ecco [...] Weiner che si è invischiato da solo in una ragnatela di bugie oltraggiose perfino per Capitol Hill» (Maureen Dowd, “The New York Times-la Repubblica” 10/6/2011) • «È la prima illustre vittima politica di un sesso solo virtuale? O invece dopo la primavera araba è la prima vittima di Facebook e Twitter in una liberaldemocrazia? Sono molti i “primati” a cui può aspirare [...] Anthony Weiner. Forse non quello della dimensione dei suoi attributi maschili, l’unico a cui teneva davvero. Alla fine ha dovuto cedere, soprattutto dopo quella frase-epitaffio di Barack Obama (“Fossi io, mi dimetterei”) che a sua volta ha alimentato infinite ironie dei talkshow televisivi, scatenati a immaginarsi (“fossi io...”) il Twitter presidenziale dedicato alle stesse parti anatomiche. “Pervertito!” è l’urlo che ha turbato [...] la conferenza stampa finale: in cui il deputato democratico ha infine gettato la spugna. “Sono qui per chiedere scusa - ha detto - per gli errori personali e l’imbarazzo che ho creato”. Per una volta è mancato il consueto rito americano della moglie indomita e solidale a fianco del politico in disgrazia. No, Huma Abedin, stretta collaboratrice di Hillary Clinton che era in viaggio di lavoro in Africa quando lo scandalo è scoppiato, non ha recitato proprio nulla: incinta da qualche mese, non si è vista mai al fianco del marito. Il [...] deputato democratico era un beniamino del clan dei Clinton. E una star della politica newyorchese [...] era considerato come un potenziale sindaco della Grande Mela, favorito nella successione a Michael Bloomberg. Poi c’è stato “l’incidente digitale” del 27 maggio. Un polpastrello troppo veloce. Un tasto schiacciato a sproposito. Ed ecco che l’immagine delle parti basse di Weiner (lì indossava un paio di boxer, è vero: ma non in altri casi) parte via Twitter all’indirizzo di una studentessa universitaria di Seattle. E non solo a lei, ma ad altre migliaia di utenti di Twitter. Subito la penosa bugia, la vera aggravante. L’incauto Weiner s’inventa la scusa più stupida - facile da smontare - e la rifila alla sua leader gerarchica, la capogruppo democratica alla Camera Nancy Pelosi: “Degli hacker informatici mi hanno manipolato la pagina”. Patetico espediente che trasforma la Pelosi nella sua accusatrice più implacabile. Poi ad affondare Weiner ci pensano altre signore che si fanno avanti con “tracce” della sua prestanza fisica in formato digitale. Una insegnante trentenne, a tempo libero avvenente allenatrice di “cheerleader”, lo tempestava di proposte erotiche (“ti farò cose che tua moglie non oserebbe...”), ma lo sciagurato rispondeva. Un’aspirante attricetta porno si è fatta avanti anche lei con un carteggio digitale impressionante: lei in cerca di pubblicità, lui talmente narcisista da cercare in troppe signore delle ammiratrici per i suoi bei muscoli nudi torniti in palestra. C’è stata perfino una minorenne del Delaware, ma la mamma di lei assicura che nel suo caso le immagini arrivate sul telefonino erano caste, “nessuna infrazione alla legge”. Non poche donne del collegio di Weiner lo hanno difeso: sul lavoro era serio, e di questi tempi con un Dominique Strauss Kahn alla sbarra per stupro, il sesso solo virtuale che scandalo è? I leader del partito democratico la pensano altrimenti [...]» (Federico Rampini, “la Repubblica” 17/6/2011).