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 2011  giugno 17 Venerdì calendario

Cambi sesso? Allora sei costretto a divorziare - «Non mi arrendo, non mi arrenderò mai. La battaglia non è ancora persa e ricorrerò in Cassazione»

Cambi sesso? Allora sei costretto a divorziare - «Non mi arrendo, non mi arrenderò mai. La battaglia non è ancora persa e ricorrerò in Cassazione». Alessandra è un trans obbligata dalla Corte d’appello a divorziare. La sua vita oggi è più complicata di prima, di quando lei era lui, di quando cioè era Alessandro ed era sposato. Poi la svolta, la scelta dolorosa e sofferta di cambiare sesso, di diventare donna, la moglie che decide di non chiedere la separazione, nonostante tutto. E tutto sareb­be rimasto così, uguale a pri­ma, come se nulla fosse cam­biato davvero, nonostante quella trasformazione eviden­te e palese. Moglie e moglie. E sarebbe ancora così se non fos­se stato per un dipendente puntiglioso dell’ufficio del­l’anagrafe di Bologna, dove i due coniugi hanno la residen­za. Quando il dipendente si trova davanti a quello strano caso non ha dubbi: parla subi­to con i superiori, il caso è deli­cato e raro, il primo che l’uffi­cio bolognese si trova a dover affrontare. La decisione è dra­stica e dagli sportelli decidono che alla coppia di coniugi va cambiato lo stato di famiglia d’imperio, così da far risultare che i due nuclei familiari siano distinti seppur in coabitazio­ne. Una scelta che né ad Alessan­dra né alla moglie va bene. È a questo punto che inizia la lun­ga battaglia legale: da una par­te ci sono loro, Alessandra e la moglie, che chiedono di resta­re sposati, nonostante tutto, nonostante il cambio di gene­re del marito. Dall’altra la leg­ge sul divorzio e i Tribunali. Il primo round se lo aggiudica la coppia. I magistrati del Tribu­nale di Modena, la città dove la coppia si è sposata nel 2005 religiosamente e civilmente, danno ragione alle due don­ne: un funzionario dell’ana­g­rafe non può cancellare un le­game giuridico e dunque è ne­cessaria una sentenza. Inizia il processo,le carte, l’accusa e la difesa. La sentenza dalla Corte d’appello di Bologna arriva un paio di giorni fa ed è uno schiaf­fo per Alessandra: i giudici hanno infatti sancito lo sciogli­mento del matrimonio per­chè in Italia non vi sarebbe ri­s­contro di un’unione tra perso­ne dello stesso sesso. Gli avvo­cati di-Alessandra naturalmen­te non vogliono mollare e inve­ce di fare un passo indietro vanno avanti: «La Corte d’ap­pello di Bologna- spiega il di­fensore di Alessandra, l’avvo­cato Michele Giarratano- non ha tenuto conto di nessuno de­gli argomenti sollevati in pri­mo­grado e che avevano porta­to alla giusta decisione del Tri­bunale di Modena». E secon­do Alessandra il suo destino si giocherebbe sul filo di una pa­rola, di una modifica avvenu­ta all’ultimo minuto. «La legge 164 del 1982 sul transessuali­smo- dice Alessandra- è stata modificata il 9 giugno scorso con una delibera del Consi­glio dei ministri. Hanno modi­­ficato due articoli e, soprattut­to, cambiato un termine del­l’articolo 4, dove parla dello scioglimento del matrimo­nio ». L’articolo in questione stabilisce che il cambio di ses­so provoca lo scioglimento del matrimonio, «ma la parola “provoca“ è stata sostituita con “determina“».Una modi­fica che secondo Alessandra metterebbe paletti che prima non c’erano. Ma non solo, l’avvocato difensore spiega: «La legge di rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso non prevede lo sciogli­mento automatico del matri­monio preesistente. La legge sul divorzio infatti prevede sì che il cambio di sesso di un co­niuge sia causa di divorzio, ma solo su richiesta dell’altro coniuge e previa sentenza di un giudice». E invece nel caso della coppia di Bologna que­sto non è successo, la moglie di Alessandra infatti non ha mai fatto nessuna richiesta di separazione. «E allora perché mi costringono a divorzia­re? ». Il destino di Alessandra e della moglie lo deciderà la Cassazione.