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 2011  giugno 17 Venerdì calendario

«Vogliono cacciarmi dall’università perché smaschero le eco-balle» - Sotto il tiro delle polemiche e degli insulti

«Vogliono cacciarmi dall’università perché smaschero le eco-balle» - Sotto il tiro delle polemiche e degli insulti. Solo perché da sempre sta dalla parte della razionalità e difende la scel­ta nucleare. Così,in quella palestra del­­l’offesa facile che è diventata la Rete, è nato su Facebook un gruppo di 400 per­sone (tra cui ci sarebbero anche Luigi Berlinguer e Marco Rizzo), che ha deci­s­o di prendere di mira il professor Fran­co Battaglia e ne chiedono a gran voce le dimissioni da docente universitario. Secondo i suoi «contestatori», spesso dal profilo rigorosamente anonimo, il professore, editorialista del Giornale , che insegna Fisica chimica all’Univer­sità di Modena, con le sue affermazio­ni- convinzioni metterebbe a «repenta­glio la salute dell’intera umanità». Professor Battaglia, per aver difeso le ragioni del nucleare ora sono arri­vati a minacciarla... «Da circa dodici anni cerco di riporta­re­entro i binari della conoscenza scien­tifica alcune convinzioni consolidate che sono invece vere e proprie frottole: i cambiamenti climatici indotti dall’uo­mo, l’elettrosmog, le energie alternati­ve, la pericolosità del nucleare, per ci­tarne alcune...». Pare che Beppe Grillo abbia incita­to la gente a prenderla a calci, e adesso addirittura un gruppo su Fa­cebook , chiede le sue dimissioni da docente universitario. Perché fan­go e veleni contro di lei? «Sono tutte questioni su cui, eviden­temente, alcuni, soprattutto le associa­zioni ambientaliste, seminando terro­re, hanno costruito la propria fortuna, economica e di potere. Ricordo che an­che 11 anni fa, quando - grazie anche all’aiuto del Giornale e di alcuni più il­lustri colleghi - smontai la frottola elet­trosmog, coloro che stavano confidan­do nella lucrosa torta dell’interramen­to dei cavi di trasmissione elettrica (30 miliardi) chiesero al Rettore dell’uni­versità di Roma le mie dimissioni. Di­ciamo che oramai ci sono abituato». Sulla scorta di dati scientifici lei so­stiene che le radiazioni di Cher­nobyl hanno fatto zero morti... «Certo. Zero, tra la popolazione civi­le. Ma non lodicoio.Lo dice l’Unscear, il Comitato scientifico dell’Onu,fonda­to nel 1954 e di cui fanno parte 100 scienziati di 20 Paesi diversi, che ha avuto l’incarico di studiare gli effetti sa­nitari delle radiazioni atomiche. Ha studiato anche Chernobyl, e ha conclu­so – il Rapporto è reperibile in rete – che le radiazioni fuoriuscite da Cher­nobyl non hanno avuto alcuna conse­guenza sanitaria nel corso di questi 25 anni. “Non leucemie, non tumori soli­di, non effetti genotossici, non malfor­mazioni”, dice il Rapporto. Niente di niente. Ma con una eccezione: è stato osservato, in questi 25 anni, nelle aree di Ucraina, Bielorussia e Russia, un no­tevole aumento di neoformazioni alla tiroide, con 6mila casi riportati, di cui 15 con decorso fatale. Ma anche questi non sono attribuibili alle radiazioni». In questo caso ci aiuti a capire, per­ché? «La ragione è semplice. In molti con­cludono la loro vita con un tumore alla tiroide senza averlo mai saputo. Si chia­mano tumori occulti, sono per lo più benigni, e la loro incidenza, nota dalle autopsie, è anche 100 volte superiore all’incidenza dei tumori manifesti.Do­po Chernobyl, la tiroide della popola­z­ione dell’area detta è stata fatta passa­re sotto l’ecografo, ed è successo che sono emersi i tumori occulti. Ci sono tre prove che le cose stiano così. Innan­zitutto, questi tumori hanno comincia­to ad emergere dopo 3- 4 anni dall’espo­sizione, e non dopo 5-10 anni, come da letteratura. Poi, il tumore alla tiroide ha un decorso fatale nel 4 per cento dei casi, e il 4 per cento di 6mila fa 240 e non 15. Infine, dei 6mila casi se ne so­no osservati più in Russia, meno in Bie­­lorussia, e meno ancora in Ucraina, ma l’esposizione allo iodio-131 fu mag­giore in Ucraina, minore in Bielorus­sia, e minore ancora in Russia». Quindi, ricapitolando... «Insomma, i 6mila casi sono la conse­guenza della capillare diagnostica, mentre i 15 decessi per tumore alla ti­roide in 25 anni in un’area vasta come quella detta rientrano entro le attese, e si sarebbero osservati con o senza Chernobyl. Ecco perché Chernobyl ha causato, alla popolazione civile, in 25 anni, zero morti. Tra gli addetti e soc­corritori ha invece causato, in questi 25 anni, meno di 50 morti; numero de­plorevole quanto si vuole, ma ricordo che la diga del Vajont fece 2mila morti in una notte: ecco perché Chernobyl, il più grave incidente nucleare mai oc­corso, è la prova provata della sicurez­za del nucleare». E Fukushima? «Rafforza quella prova. Recita il Rap­porto dell’Agenzia di sicurezza nuclea­re giapponese, testualmente: “Le fuo­riuscite di radiazioni dall’impianto di Fukushima non hanno causato alcun effetto sanitario in alcuna persona”». Allora perché, secondo lei, gli italia­ni hanno bocciato col referendum la scelta nucleare? «Perché si sono lasciati terrorizzare dai mercanti di terrore. Mi chiedo se costoro pagheranno mai dazio». Andrebbe ad abitare con la sua fa­miglia vicino ad una centrale nucle­are? «I francesi vivono accanto a 58 reatto­ri nucleari. E ce ne sono 26 nel raggio di 200 chilometri da Milano».