Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 17 Venerdì calendario

CONGRESSIONAL, LA LEGGENDA NERA DEL CAMPO DEVASTATO DALLA CIA

Erano arrivati in paradiso, dopo un viaggio in purgatorio. Tutti ammassati nelle camionette militari, i finestrini tappati per non scoprire l´itinerario del convoglio. Top secret, una missione misteriosa in un luogo sconosciuto. «Appena arrivati ci dissero: dormite». Dormirono. Ma quando la mattina dopo si svegliarono, non credevano ai loro occhi. Erba pettinata da artisti giardinieri, boschi rigogliosi, un´immensa clubhouse in stile mediterraneo. Un circolo di golf, 162 ettari di bellezza. Un abbaglio crudele. Di lì a poco, i nuovi arrivati distrussero il campo delle meraviglie. Destinato all´addestramento di spie e incursori sui fronti della II Guerra Mondiale: l´Area F, com´è stata ribattezzata. Una delle palestre di quella che sarebbe diventata la Cia.
In questi giorni il Congressional Country Club di Bethesda, nel Maryland, è simile a come lo videro i militari quella mattina del 1943. Solo che stavolta i padroni del campo sono i professionisti della 111ª edizione dello Us Open, che stanotte ha concluso il primo giro. Phil Mickelson, Lee Westwood, Luke Donald, Martin Kaymer, ma anche i nostri Matteo Manassero, Edoardo e Francesco Molinari. È di nuovo Stati Uniti contro resto del mondo, ma per fortuna stavolta ci si confronta con ferri e bastoni. I 96 bunker sono solo buche piene di sabbia, dove non far cadere assolutamente la pallina, non più trincee per le esercitazioni con le granate. C´è un destino che lega mitici campi del golf americano alla brutalità della guerra. Gli scenari da cartolina, che sembrano destinati a privilegiati oggi come negli Anni Quaranta, sono stati sfruttati e devastati in nome della sicurezza nazionale. L´Augusta National Golf Club, sede fissa del Masters, il più esclusivo torneo del mondo, è stato dato letteralmente in pasto ai tacchini e alle mandrie che servivano a sfamare le truppe. Come piccolo risarcimento, alcuni di questi tacchini furono donati nel Natale del 1943 ai membri del circolo. Poi, quando ci fu da ricostruire il campo, a spaccarsi le mani sotto il sole della Georgia finirono i prigionieri di guerra tedeschi.
Peggio è andata al Congressional, a una quindicina di chilometri dalla Casa Bianca. Campo definito durissimo, cattivo, dai supercampioni che lo hanno testato. E con quella storia alle spalle non c´è da stupirsi. «Malice in wonderland» l´avevano ribattezzato: la cattiveria nel paese delle meraviglie. Nell´Oss, il precursore della Cia, il candidato ideale veniva individuato in un «laureato col Ph.d. in grado di spuntarla in una rissa da bar». Il campo di addestramento doveva prevedere qualsiasi tipo di ostacolo, rigore, avversità. A cominciare dagli alloggi, un´enorme tendopoli laddove i golfisti cercavano il green coi loro bastoni d´epoca. Se i bunker divennero ideali per le granate, i green rasati al millimetro si trasformarono in bersagli per i mortai, i fairway poligoni a cielo aperto per mitragliatrici. I boschi di notte si popolavano di soldati impegnati in operazioni di commando. «Erano i Dieci Comandamenti al contrario: menti, ruba, uccidi, mutila e spia» disse Alex MacDonald, un veterano dell´Oss. «Quel campo l´abbiamo letteralmente fatto esplodere» aggiunse Al Johnson, agente in Nordafrica, Francia e Cina.
In due anni passarono per quel campo 2500 uomini, destinati a operazioni di spionaggio e sabotaggio per gli Stati Uniti. Poi il campo tornò ai golfisti, alle loro sacche e agli abbigliamenti stravaganti. Ma l´oscura storia del Congressional Country Club aleggia ancora adesso, tra patriottismo e tristi ricordi. Sarà un caso ma Bubba Watson, uno degli americani più amati, autodidatta in uno sport in cui i campioni vanno a lezione anche dopo aver vinto un major, ha deciso di indossare un abbigliamento ispirato ai militari Usa. Pantaloni mimetici, maglietta verde in onore della fondazione per i Berretti Verdi. Suo padre era uno di loro, combatté in Vietnam. Quando passa la storia, anche il dorato mondo del golf si mette sull´attenti.