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 2011  giugno 17 Venerdì calendario

INFORMAZIONI SICURE DA FINANZA E 007"

Racconta Luigi Bisignani il 14 marzo: «Non c´è dubbio che i canali informativi di Alfonso Papa erano prevalentemente nella Guardia di Finanza. Al riguardo, lui aveva rapporti con ufficiali del Corpo». Basterebbero queste parole (che non sono le sole), per comprendere come al Comando Generale, siano ore complicate.
L´ordinanza napoletana rianima a suo modo il fantasma dell´affaire Visco-Speciale, illuminando un sistema di relazioni e accreditando l´esistenza di un circuito di informazioni privilegiate che annoda alti ufficiali del Corpo al cuore del centro-destra. Quantomeno ad uno dei suoi spregiudicati ambasciatori, Alfonso Papa, l´ex magistrato diventato parlamentare del Pdl e cane da riporto di Luigi Bisignani.
Via dell´Olmata e il generale Poletti
Le carte istruttorie propongono pochi quadri per altrettante testimonianze che provano, allo stato, solo ciò che possono documentare: un network. Papa, del resto, con la Finanza coltiva un antico legame. Che risale al 2001, quando, giovanissimo pm (ha solo 31 anni), lascia Napoli per assumere l´incarico di vice-capo di gabinetto del ministro di Giustizia Roberto Castelli. A Napoli, Papa ha lavorato prevalentemente con la Finanza e, sbarcato a Roma, è il Corpo ad assumersi l´onere del suo alloggio e dei suoi spostamenti. Viaggia su una macchina della Finanza, con personale della Finanza. Prende possesso a un costo di 4.500 lire al giorno di uno degli alloggi di servizio della caserma del Nucleo di Polizia tributaria di via dell´Olmata. Dove conosce l´allora comandante del Nucleo, Paolo Poletti.
I rapporti tra i due proseguono nel tempo, anche perché Poletti diventa presto capo di Stato Maggiore. Anche se - a quanto lo stesso Poletti ha riferito ai pm di Napoli - i due sembrano condividere poco e niente. A cominciare dalla collocazione politica, che vede Poletti nell´orbita del centro-sinistra, legato come è da un rapporto di stima e amicizia con Massimo D´Alema. E´ un fatto che Papa non molla né il generale, né uno dei suoi più fidati ufficiali, Luigi Della Volpe. Né negli anni dello Stato Maggiore, né dopo il 2008, quando Poletti e Della Volpe (il primo quale vicedirettore) transitano all´Aisi, il nostro controspionaggio. Racconta l´imprenditore Alfonso Gallo: «Papa attingeva informazioni dalla Guardia di Finanza e mi ha parlato del fatto che conosceva e vedeva il generale Poletti, con cui lo vidi e con cui, io stesso, presi un caffè». L´ordinanza colloca Papa, Poletti e Della Volpe almeno in una circostanza impegnati in conversari nella Galleria Sordi, di fronte a Montecitorio. E lo stesso Poletti, per quanto è stato possibile ricostruire, conferma con i pm quel «rapporto di conoscenza» cui, tuttavia, dà una valenza «neutra», priva di informazioni che non fossero quelle che Papa riferiva sugli equilibri interni al centro-destra.
L´amico Pollari, Pio Pompa, i Servizi, il seggio in parlamento
Di altro spessore appare il rapporto tra Papa e Nicolò Pollari, l´ex direttore del Sismi, da sempre terminale di informazioni privilegiate della Finanza, sulle cui gerarchie non ha mai smesso di esercitare un peso decisivo. Racconta Luigi Bisignani ai pm: «Papa è sicuramente amico di Pollari». Aggiunge Alfonso Gallo: «Mi disse di essere amico e molto legato a Pollari». Ricorda Paolo Mancuso, ex aggiunto a Napoli, oggi procuratore a Nola: «Per quanto mi fu riferito da Umberto Marconi, Papa era molto vicino a Pollari e per questo era riuscito ad ottenere, non so a che titolo, una scorta della Finanza e un appartamento in una zona centralissima di Roma». Conferma nella sua testimonianza Umberto Marconi: «Non so chi abbia sponsorizzato la candidatura di Papa alle politiche del 2008, so che aveva rapporti di amicizia con Previti e Pollari». Con certezza, mette a verbale l´ex parlamentare Alfredo Vito: «La candidatura di Papa fu conseguenza di un intervento diretto di Pollari, essendo Papa legato all´ambiente dei servizi segreti e ovviamente noto a Pollari e a Pio Pompa», l´uomo che Pollari aveva voluto a capo della fabbrica clandestina dei dossier illegali che il Sismi aveva in via Nazionale. E di cui parla anche Bisignani: «Papa mi disse che conosceva Pompa e che lo aveva incontrato in occasione di un intervento avuto dal padre al san Raffaele. Dei dossier di Pompa, Papa mi disse che la fonte di Pompa sui magistrati non era lui, ma un altro magistrato, di cui ora non ricordo il nome». Del resto, in questo incrocio di Papa con i Servizi, fa capolino anche Valter Lavitola, il direttore de "l´Avanti!" che si muove sul proscenio del caso Fini nell´estate della "casa di Montecarlo" e a cui viene chiesto di far entrare nell´Aise (il nostro spionaggio estero) il maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, una delle "fonti" di Papa.
Adinolfi, Bardi, Mainolfi
Se questo era il nodo indissolubile che legava Papa a Pollari e attraverso di lui ai Servizi, non sorprendono allora i ricordi di Alfonso Gallo e, ancora dello stesso Bisignani, lì dove entrambi segnalano che «Papa diceva di conoscere e vedere» il generale Michele Adinolfi (l´attuale capo di stato maggiore che il centro-destra, cui l´ufficiale è storicamente legato dai tempi dei suoi primi comandi in Lombardia, ha voluto quale successore di Poletti), il generale Vito Bardi (comandante interregionale dell´Italia meridionale ndr.), il generale Giovanni Mainolfi (ex comandante provinciale della Finanza a Napoli). Tutti ufficiali legati a Napoli. Tutti cresciuti nel Corpo con il placet di Pollari.